La vera natura del protestantesimo

parte prima

LA VITA DI LUTERO


di Don Curzio Nitoglia


Parte prima - La vita di Lutero
Parte seconda - La dottrina di Martin Lutero
Parte terza - Pangermanesimo neo/pagano




Gli articoli dell'Autore sono reperibili sul suo sito
https://doncurzionitoglia.wordpress.com/







Infanzia e giovinezza

Per capire meglio la dottrina luterana occorre studiare prima la vita e la personalità di Lutero.  

Martin Lutero, nacque il 10 novembre 1483 a Eisleben, in Sassonia e morì 1546. In séguito, Martin s’iscrisse all’Università d’Erfurt, dove studiò la filosofia nominalista, che era fortemente influenzata da Guglielmo Occam. Nel 1505 Lutero raggiunse il grado accademico di “Maestro in filosofia” (cfr. L. CRISTIANI, Du Luthéranisme au Protestantisme, Parigi, Bloud, 1911; J-M GLEIZE, Il vero volto di Lutero, Albano Laziale, Edizioni Piane, 2017).


La “vocazione” 

L’anno 1505 è fondamentale nella vicenda del monaco tedesco, poiché. oltre alla laurea egli fece un voto imprudente, in séguito a un temporale: durante il quale (2 luglio 1505) un fulmine aveva ucciso un suo amico, che camminava accanto a lui e aveva risparmiato, per un soffio, Martin - ed entrò, così, in convento appena 15 giorni dopo (17 luglio 1505) presso i monaci agostiniani di Erfurt e fu ordinato sacerdote il 3 aprile 1507 (neppure 2 anni dopo l’incidente del fulmine) a 24 anni. Lutero studiò teologia solo dopo l’ordinazione sacerdotale, e soltanto per 18 mesi, dopo di che fu nominato professore all’Università di Wittemberg nell’autunno del 1508.


Agostiniani osservanti e rilassati

Nel 1510 andò a Roma per cercare di ricomporre una lite avvenuta nel suo Ordine che aveva spaccato in due gli Agostiniani divisi tra “osservanti” e “conventuali” (restii all’osservanza della Regola). Lutero inizialmente stette con gli “osservanti”, ma non riuscì a riportare una vittoria e fu così che si allineò con i “conventuali”; ossia, i rilassati, che divennero presto la maggioranza la quale trascinò dietro di sé tutto l’Ordine (cfr. H. S. DENIFLE, Luther et le Luthéranisme, tr. fr., Parigi, 1905, 4 voll.; J. PAQUIER., Luther, in Dictionnaire de Théologie Catholique, Parigi, 1903-1972, vol. IX, 1a parte, col. 1146-1335 (1) ).

La morte

A 63 anni Lutero passò a Eisleben, durante la sera avvertì una certa oppressione al petto, dopo poco salì in camera da letto e morì durante la notte.

Qualcuno ha detto che Lutero si sarebbe impiccato a una colonna del baldacchino del letto, ma la versione è dubbia (cfr. A. FLICHE – V. MARTIN, Storia della Chiesa, Torino, Saie, 1960, tomo XVI, pp. 102 ss.).



Il vero volto di Lutero: la Personalità di Lutero

Lutero aveva una personalità dotata di natura focosa e malinconica, soggetta a notevoli sbalzi di umore; aveva un’anima angosciata, “Lutero viveva in una tristezza cronica frutto del suo temperamento squilibrato ed esasperato dalle sue ossessioni.” (J.-M. GLEIZE, op. cit., p. 27).


Lutero “Profeta del XVI secolo”

Lutero “si considera incaricato di una missione” (cit., p. 28), la missione è quella d’essere il Profeta della nuova Chiesa spirituale, non più fondata sulla Gerarchia e sul Papato, ma sulla santità. Si può, quindi, definire Lutero “Il Profeta del XVI secolo”. Egli, infatti, ha cambiato (in peggio) il mondo moderno, che dal punto di vista filosofico con Cartesio († 1650) ha messo il pensiero dell’uomo al posto di Dio Creatore: “Cogito ergo sum”. Il frate tedesco († 1546), in campo religioso, ha introdotto la medesima rivoluzione soggettivistica e individualistica, per cui ha messo il “Libero esame” di ogni individuo al posto della Tradizione apostolica e del Magistero ecclesiastico nell’interpretazione della S. Scrittura: “Sola Scriptura”.


Commento luterano all’«Epistola ai Romani» di San Paolo

La dottrina ereticale luterana sulla giustificazione per la Sola Fides e sul peccato originale fu composta da Lutero, tra il 1515 e il 1516, quando tenne un corso sull’Epistola ai Romani di san Paolo.


Le “95 Tesi” luterane

Il 31 ottobre del 1517 Lutero affisse alla porta principale della cappella del castello di Wittemberg un opuscolo contenente 95 Tesi sulle indulgenze. Da quel giorno Lutero divenne improvvisamente un eroe nazionale. Uno sviluppo così rapido e repentino è paragonabile solo a quello dell’islam dopo soli 10 anni dalla morte di Maometto (cfr. J. PAQUIER, cit., col. 1152).


I Papi rinascimentali

Certamente nella rivolta luterana ebbe un certo peso anche la responsabilità di molti uomini di Chiesa, che in epoca rinascimentale avevano assorbito il veleno dell’Umanesimo,  dell’immoralità del naturalismo neopagano e soprattutto del cabalismo giudaizzante. Occorre sempre distinguere tra gli uomini di Chiesa e la funzione giuridica ch’essi esercitano; essi restano sempre uomini, anche se fossero chiamati a esercitare la più alta autorità nella Chiesa (cfr. LEONE XIII, Lettere Depuis le jour, 8 settembre 1899; PIO X, Enciclica Edita saepe, 26 maggio 1910; PIO XI, Enciclica Ecclesiam Dei, 12 novembre 1923; PIO XII, Enciclica Mystici Corporis, 20 luglio 1943), come Giuda che quanto all’essere era “Apostolo di Cristo”, ma quanto all’agire era “un diavolo” (Giov., VI, 71-72) in quanto traditore di Gesù. Lo stesso san Pietro, appena ricevuta da Gesù l’investitura a essere la “roccia” sulla quale Egli avrebbe fondato la sua Chiesa (Mt., XVI, 18), fu apostrofato severamente dal Redentore come “satana” e invitato ad allontanarsi, poiché lo avrebbe ostacolato nel suo compito di salire a Gerusalemme per esservi crocefisso (Mt., XVI, 23).

Si può ritenere che il protestantesimo sia stato il castigo della condotta rilassata e naturalista di quest’epoca, che aveva infettato, non pochi sacerdoti, religiosi e perfino alti prelati e Papi (cfr. L. VON PASTOR, Storia dei Papi dalla fine del Medioevo, vol. IV; Storia dei Papi nel periodo del Rinascimento, t. II, Roma, Desclée, 1912). Tuttavia, Dio da ogni male sa far suscitare un bene maggiore e, così, dal flagello luterano fece sorgere la sana Controriforma tridentina (Concilio di Trento, 1545-1563) ricca di teologia, di santità, di arte e di cultura integralmente cattolico/romana.


Le tappe della rivoluzione luterana

Oramai, Lutero si era gettato totalmente nella mischia e si era rivoltato apertamente e totalmente contro la Chiesa in sé e non contro le deviazioni degli uomini di Chiesa. La rivolta luterana si fondava su 4 motori: 1°) odio contro la Messa; 2°) odio contro il Papa; 3°) odio contro gli Ordini religiosi e il Sacerdozio sacramentale; 4°) infine, odio contro la filosofia e teologia scolastica.

Il Papato è l’Anticristo; il peccato originale - secondo il frate tedesco - ha totalmente distrutto le capacità della ragione e della libera volontà umana, contrariamente a quanto Dio ha rivelato nella Tradizione e nella Scrittura, il Magistero ha insegnato e la Scolastica (specialmente tomistica) ha mirabilmente esposto con ragionamenti teologici.

Il “complesso antiromano di Lutero, si accompagnò a un pangermanesimo precursore dell’Idealismo tedesco e del neopaganesimo teutonico. Purtroppo, la Germania in gran parte si schierò con Lutero. Il Nunzio apostolico in Germania rivelò che i 9/10 della Germania  gridavano “W Lutero!”. Per essi l’Italia e Roma simboleggiavano la decadenza, la Germania, invece, la forza e l’avvenire. In breve Los von Rom! (Lontano da Roma!). Lo spirito dei vecchi barbari convertiti alla cultura latina e al Cristianesimo dai monaci benedettini, rinacque nel XVI secolo e cancellò quanto di buono nell’ordine naturale e soprannaturale Roma aveva dato loro in circa 1000 anni.

“Lutero è stato l’uomo della Germania, vale a dire, catalizzatore delle tendenze profonde dello spirito germanico, che è sostanzialmente agli antipodi di quello latino e mediterraneo” (GLEIZE, cit., p. 74).

Su questo punto tornerò con un’appendice alla fine degli articoli su Lutero.


Le “ossessioni” di Lutero

Fra Martin aveva un carattere molto scrupoloso, pessimista, angosciato e ossessionato, forse vi era anche un elemento patologico nella sua personalità. Monsignor Leone Cristiani ci fa notare, però, che se tutto ciò è vero e certo, non bisogna tuttavia esagerare l’entità di questi fenomeni.

«Martin Lutero ha il temperamento, robusto e sanguigno, di un contadino sassone. È un uomo d’azione, un impulsivo, che va avanti senza guardare né a destra né a sinistra, avanza diritto avanti a sé, non sa più ciò che ha detto ieri e non cerca di ricordarselo. Da qui le sue contraddizioni. […]. Il suo sovraffaticamento gli provoca un esaurimento, aggravato dalla noncuranza nei confronti della salute, il suo nervosismo e la sua ansia non aiutano le cose. Gli capita di provare stordimento e vertigini. Né bisogna trascurare il bere:

“Lutero diventa un alcolizzato. […]. L’eccesso d’acido urico aumenta la sua impulsività. […]. Lutero è un ubriacone. All’intemperanza nel bere aggiunge quella nel mangiare. Quest’intemperanza nel bere è il principale rimedio cui ricorre per soffocare la sua disperazione”» (GLEIZE, cit., p. 65 e 73).

In Lutero si nota anche un certo influsso del mondo preternaturale. Per esempio, egli stesso dirà che durante il periodo (1521-1522) in cui compose il “De abroganda Missa privata”, «il diavolo era diventato suo professore di teologia, ispirandogli il trattato sull’abrogazione della Messa», che respira un odio satanico e infernale contro il Sacrificio della Messa.

Lutero dispera dei propri sforzi. Questa disperazione cieca e assoluta troverà compensazione in una fiducia altrettanto cieca e assoluta. “La dottrina di Lutero, è un amalgama di due estremi, è profondamente squilibrata” (GLEIZE, cit., pp. 57-58).

Lutero è conosciuto anche per la violenza che usa nel parlare in pubblico:

“È affascinante nell’arte d’arringare le folle. […]. Vi si scorge un insolito impulso. […]. Non si sente più padrone di sé. […]. Esercita un magnetismo potentissimo che soggioga le folle, le quali s’inchinano davanti a Lutero come davanti a un Profeta ispirato. […]. Lutero ha la parola facile. […]. Lutero non è un pensatore speculativo e non è neppure un logico …” (GLEIZE, cit., p. 66-68).



A “sinistra” di Lutero

Alcuni discepoli scavalcarono Lutero nella sua forza rivoluzionaria e stavano per prenderne il posto (come succede a quasi tutti i rivoluzionari, che come lo «stregone» sono fagocitati dall’«apprendista stregone»).

Nel 1522 Andreas Bodenstein (2) (1480 - 1541), noto sotto il nome di Carlostadio, essendo nato a Karlstadt una città della Franconia. Nel 1520 Carlostadio si avvicinò alle tendenze preilluministiche e quietistiche del Luteranesimo, che avrebbero voluto abolire i Sacramenti, ogni forma di culto liturgico e di società cristiana. Carlostadio in séguito divenne nemico giurato di Lutero e si rifugiò a Basilea in Svizzera ove insegnò teologia per molti anni e infine morì nel 1541. 

L’altro contestatore più luterano di Lutero fu Thomas Münzer (1493 - 1525). Egli compì gli studi a Lipsia per finire poi a Brunswick. Nel 1521 si rifugiò in Boemia, espulso dalla quale si mise a percorrere la Baviera, per ritornare - nel 1523 - in Sassonia, ove svolse il suo apostolato più intenso e violento, fatto di prediche virulente e triviali. Abbandonò Lutero e si avvicinò alla corrente preilluministica del protestantesimo, abrogando non solo la Messa, ma anche il Battesimo e dando nascita al movimento anabattista (Cfr. P. PARENTE – A. PIOLANTI – S. GAROFALO, Dizionario di Teologia dommatica, Proceno, Effedieffe, V edizione, 2018, voce Anabattisti). Nel 1525 provocò la guerra dei “contadini” e, dopo la sconfitta, fu messo a morte il 27 maggio del 1525.

Frattanto Lutero l’8 marzo del 1522 a Wittemberg salì sul pulpito e predicò “la propria infallibilità, presentandosi come un Profeta” (GLEIZE, cit., p. 60). Perciò, tre anni dopo, Münzer e Carlostadio essendo stati espulsi dalla Sassonia, Lutero riprese il controllo del movimento protestante, che stava per sfuggirgli di mano.

Nella seconda parte vedremo meglio la dottrina luterana e nella terza la questione dell’opposizione neopagana e neo/germanica a Roma e al Cristianesimo romano.

(continua)



NOTE

1 -  Cfr. anche C. CRIVELLI, I Protestanti in Italia, Isola del Liri, 1936-1939; D. CANTIMORI, Per la storia degli eretici italiani del XVI secolo in Europa, Roma, 1937; C. ALGERMISSEN, La Chiesa e le chiese, Brescia, 1942; M. BENDISCIOLI, La Riforma protestante, Roma, 1953; CH. BOYER, Du protestantisme à l’Eglise, Parigi, 1954; ID., Luther et sa doctrine, Parigi, 1970; ID., Calvin et Luther, accords et différences, Parigi, 1973; R. DALBIEZ, L’Angoisse de Luther, Parigi, 1974; B. GHERARDINI, Theologia crucis. L’eredità di Lutero nell’evoluzione teologica della Riforma, Roma, 1978; R. GARCIA-VILLOSLADA, Martin Lutero, tr. it., Milano, Istituto Propaganda Libraria, 1985, 2 voll.; I. GOBRY, Luther, Parigi, La Table Ronde, 1991; A. PELLICCIARI, Martin Lutero, Siena, Cantagalli, 2012.
2 - Cognome ebraico/askenazita, che deriva dalla parola tedesca “bode”, ossia terreno o suolo, e “stein / pietra” quindi Bodenstein significa una persona originaria del paese roccioso di Bodenstein in Germania nella regione Baviera. 







 
giugno 2023
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