Papa Francesco difende “Fiducia supplicans”


Articolo della Fraternità San Pio X





Fabio Fazio intervista Papa Francesco



Francesco ha rilasciato un’intervista [14 gennaio 2024] al canale televisivo italiano Nove, nel programma Che tempo che fa. Tanti i temi affrontati: dalla guerra in Ucraina e in Terra Santa ai migranti, dai viaggi del Papa alle sue possibili rinunce.
Si è discusso anche della polemica sulla dichiarazione Fiducia supplicans.

Vale la pena citare la risposta del Papa: “All’ora di prendere una decisione, c’è un prezzo di solitudine che tu devi pagare e delle volte le decisioni non sono accettate ma la maggior parte, quando non si accettano le decisioni, è perché non si conosce”.

Io dico quando a te non piace questa decisione vai a parlare e dici i tuoi dubbi e porta avanti una discussione fraterna e così va avanti una cosa. Il pericolo è che non mi piace e me lo metto nel cuore e così divengo con una resistenza e faccio delle conclusioni brutte. Questo è successo con queste ultime decisioni sulla benedizione a tutti.

Questa risposta è purtroppo molto evocativa dello spirito che ha guidato il pontificato di Francesco: se non sei d’accordo, è perché non hai capito e la tua incomprensione finisce per renderti “resistente” – “arretrato” in qualche modo - e trai conclusioni sbagliate.


La critica è dottrinale e non solo pastorale

Se seguiamo correttamente il Sovrano Pontefice, dobbiamo dire che tutti i cattolici di un continente – e almeno quattro conferenze episcopali europee – hanno torto. Non sanno perché è stata presa la decisione e traggono conclusioni sbagliate.
Questa è senza dubbio una delle peggiori difese di cui il Papa potrebbe avvalersi.

Perché non è una questione di prudenza: in questo caso, è vero, bisogna conoscere tutte le circostanze, avere una visione globale, totale della materia, per poter prendere una buona decisione. Chiunque abbia solo una visione parziale può facilmente commettere un errore.

Ma in questo caso è coinvolta la dottrina stessa. Come dice il Comunicato del Superiore Generale della Fraternità San Pio X: “Quando si benedice una coppia, non si benedicono individui isolati: si benedice necessariamente la relazione che li unisce. Non si può redimere una realtà che è intrinsecamente fuorviata e scandalosa”.
Questo punto è stato ampiamente ribadito da quasi tutti coloro che hanno rifiutato questa benedizione.

Inoltre, “il linguaggio contorto e i travestimenti sofistici del documento del Dicastero per la Dottrina della Fede non possono nascondere la realtà elementare e ovvia di queste benedizioni: esse non faranno altro che confermare queste unioni nella loro situazione intrinsecamente peccaminosa, e incoraggiare altri a seguirle. Non sarà altro che un surrogato del matrimonio cattolico”.

A ciò il Papa risponde: “Non siete sufficientemente informati per giudicare quello che ho fatto”. Il suo errore – grave – è voler farci credere che sia solo questione di pastorale, di prudenza, di circostanze. Ma è solo fumo negli occhi, dietro il quale Francesco cerca di nascondere il suo errore e la sua colpa.



Una decisione politica?

Ma è possibile decifrare la risposta del Papa anche in un altro modo: se questa difficile decisione è stata presa, è per ragioni più alte, sembra dire. Quali ragioni? Motivi politici, nel senso in cui Francesco vuole dare al mondo moderno, al mondo che san Paolo definisce “malvagio”, una certa “sacralità”, per “andare alle periferie”.

Ecco perché, uno degli eccessi più terribili che questo mondo ha prodotto, il movimento LGBT, riceve attraverso questa benedizione, un’onorabilità, uno splendore del sacro. Come spiega poco più avanti il Papa, usando una parabola in modo distorto: “Tutti, tutti. Tutti dentro. Questo è l’invito del Signore”. Per questo è necessaria una benedizione.

Francesco non sembra considerare la benedizione in sé: per lui non è questo ciò che conta. Per questo ha accettato la decisione dell’intero continente africano. Ciò che conta è che, attraverso la loro decisione, tutti si sentano accettati.

La difficoltà insormontabile è che, se è vero che la Chiesa vuole evangelizzare tutti gli uomini, non può invece benedire ciò che è intrinsecamente disordinato. Da un lato, essa non ne ha il potere, e l’uomo di Chiesa che vuole oltrepassare questa barriera eccede completamente il suo mandato, e getta i fedeli nell’abisso del dubbio e del rigetto inorridito.

Se mai ci sarà un momento in cui Papa Francesco sarà solo, sarà durante il giudizio particolare, di fronte a Colui del quale sarà stato Vicario. E non ci sarà scampo.
Sarebbe il momento di pensarci.



 
gennaio 2024
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