I vescovi della “rottura” sia nelle parole sia nei fatti:

verso Bergoglio e il Vaticano III?


Julius Döpfener




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Nacque il 26 agosto 1913 a Hausen in Germania. Studiò filosofia e teologia alla Gregoriana di Roma. Nel 1939 fu ordinato sacerdote. Nel 1948 fu consacrato vescovo di Würzburg, nel 1957 divenne arcivescovo di Berlino e nel 1958 cardinale. Nel 1961 passò alla diocesi di Monaco-Frisinga.  

Dal 1959 al 1965 iniziò la sua attività preconciliare e conciliare, prima come membro della ‘Commissione centrale preparatoria del Concilio’ e poi diventò uno dei quattro moderatori incaricati della direzione dei lavori conciliari; infine, nel 1965, succedendo a Frings, fu ‘Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca’. Il 24 luglio 1976 morì a 63 anni.

Durante l’assise conciliare intervenne moltissime volte, specialmente lo stesso giorno in cui prendevano la parola i cardinali  Ottaviani e Ruffini, per esprimere le sue opinioni, diametralmente contrarie ai due porporati italiani.

Già il 22 ottobre del 1962 al suo primo intervento (1) chiese la revisione dei libri liturgici e di demandare alle ‘conferenze episcopali’ la facoltà di concedere l’uso del vernacolare nella sacra Liturgia.

Nei giorni precedenti la chiusura del primo periodo (3 dicembre 1962) si aggiunse agli interventi di Suenens, Montini, Lercaro e Maximos IV. Egli criticò pesantemente lo schema preparatorio sulla Chiesa proposto al Concilio, poiché secondo lui insisteva troppo sull’aspetto giuridico della Chiesa, minimizzava la collegialità dei vescovi a discapito del Primato del Papa (2) . Tuttavia «dopo l’apertura del secondo periodo del Concilio (settembre 1963), gli interventi – meno numerosi – di Döpfner assunsero una sfumatura diversa. [….] All’apertura del terzo periodo conciliare [1964], il discorso pronunziato dal card. Tisserant e le rigide disposizioni impartite da mons. Pericle Felici mostrarono sùbito l’intenzione di attuare un piano per chiudere rapidamente il Vaticano II. Questo disegno di accelerazione del Concilio viene generalmente attribuito al Card. Döpfner» (3).


NOTE

1 - AS., I, I, 257.
2 - AS., I, IV, 163.
3 - J. GROOTAERS, cit., p. 108.





 
gennaio 2024
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