La neo pastorale di Francesco

parte seconda


di don Jean-Michel Gleize, FSSPX



Parte prima
Parte seconda
Parte terza

Pubblicato sul sito francese della Fraternità San Pio X

La Porte Latine








1
. Le dichiarazioni – scandalose – di Papa Francesco dello scorso 13 settembre 2024 (1), possono essere comprese come una forma sottile di indifferentismo, se le si intende alla luce del concilio Vaticano II.
La Costituzione Lumen gentium sulla Chiesa, completata dal Decreto Unitatis redintegratio sull’ecumenismo e dalla Dichiarazione Nostra aetate sulle religioni non cristiane, rifiuta il principio stesso di pluralismo religioso, cioè l’idea che tutte le religioni siano di uguale dignità, verità ed efficacia in materia di salvezza. Gli insegnamenti del Vaticano II ammettono il valore salvifico di tutte le religioni, a condizione di intenderlo in maniera differenziata, in riferimento al primato della Chiesa di Cristo, che sussiste nella Chiesa cattolica.


2. D’altronde, l’idea di pluralismo religioso inteso in senso stretto, è stata oggetto di una valutazione critica della Congregazione per la Dottrina della Fede, allora diretta dal cardinale Joseph Ratzinger, in una Notifica pubblicata ne L’Osservatore Romano del 26 febbraio 2001. La Santa Sede allora prese spunto dalla pubblicazione del libro del Padre gesuita Jacques Dupuis, Verso una teologia cristiana del pluralismo religioso, uscito in libreria nel 1997, per reagire ed indicare il vero significato dei testi del Concilio che si riteneva che autorizzassero il dialogo religioso (2). La religione cattolica, e solo essa,
rappresenta la pienezza, o lo stato perfetto, della economia della salvezza, mentre le religioni non cristiane e le confessioni cristiane non cattoliche ne rappresentano solo uno stato parziale, a gradi diversi, anche se reali.
In altre parole, e per riprendere l’esempio utilizzato da Papa Francesco nel suo incontro con i giovani di Singapore, la religione cattolica, ed essa sola, rappresenta il linguaggio più completo per arrivare a Dio, mentre le altre religioni non hanno la stessa precisione. Ma resta il fatto che, secondo Papa Francesco, tutte le religioni sono vie che portano a Dio. Anche se mitigato, il pluralismo religioso rimane quello che è: una forma nuova dello stesso errore o una variante.


3. Il pensiero di Francesco corrisponde a tale variante, in continuità col Vaticano II?
Il seguito della sua dichiarazione, bisogna dirlo, permetterebbe di dubitarne.
«Ma il mio Dio è più importante del vostro!», «E’ vero? Vi è un solo Dio, e noi, le nostre religioni sono dei linguaggi, dei cammini verso Dio».
Se nessuna religione può pretendere di condurre al Dio più importante degli altri, dov’è la mitigazione del pluralismo? E dov’è la continuità?


4. Molto opportunamente, martedì 17 settembre, il Sommo Pontefice regnante è ritornato sulle sue dichiarazioni di Singapore, per precisarne la portata. Papa Francesco ha dichiarato, infatti, ad un gruppo ecumenico di giovani, che la diversità delle loro identità religiose «è un dono di Dio». Nel suo videomessaggio diffuso il 17 settembre, egli si è rivolto ai giovani riuniti a Tirana per l’incontro «Med14» che aveva per tema «Pellegrini della speranza, costruttori di pace». Rivolgendosi all’assemblea Francesco ha dichiarato: «Dio ama ogni uomo, fa differenze tra noi». Appelandosi della crescita dell’«unità», Francesco ha descritto la diversità delle origini religiose dei partecipanti come un «dono di Dio». Ed ha aggiunto: «Io vi invito a imparare a discernere insieme i segni dei tempi. Guardate la differenza delle vostre tradizioni come una ricchezza, una ricchezza voluta da Dio. L’unità non è l’uniformità, e la diversità delle vostre identità culturali e religiose è un dono di Dio. L’unità nella diversità. Che cresca tra voi la mutua stima, seguendo la testimonianza dei vostri antenati».

5. Che dire di più? Se l’unità non è l’uniformità, e se essa deve realizzarsi nella diversità, la mitigazione del pluralismo non dovrebbe essere singolarmente… mitigata? E la continuità col Vaticano II ne diventa sempre più problematica.


6. Mitigato o no, il pluralismo – o l’indifferentismo – religioso rappresenta in ogni caso un’eresia contraria agli insegnamenti divini rivelati, così come sono stati costantemente proposti all’assenso della nostra fede dal Magistero della Chiesa. Questo afferma costantemente la necessità della Chiesa per la salvezza, ricorrendo ad una espressione molto precisa che la scia intendere che questa necessità è assoluta: fuori dalla Chiesa, cioè per l’efficacia di una religione non cattolica, niente può essere salvato. Fu questa la Professione di fede prescritta ai Valdesi sotto Papa Innocenzo III, nel 1208 (DS 792). Fu questa la Professione di fede del quarto Concilio del Laterano nel 1215 (DS 802).
E’ questo l’insegnamento della Bolla Unam Sanctam di Papa Bonifacio VIII, nel 1302; quello della Lettera che Papa Clemente VI inviò al Catholicos degli Armeni, Mekhitar, nel 1351 (1051); quello del Decreto per i Giacobiti, nella Bolla Cantate Domino di Papa Eugenio IV, nel 1442 (DS 1351). Questa è la verità ricordata da Papa Pio IX nell’allocuzione Singulari quadam nel 1854 (1647), nella sua Enciclica Quanta conficiamur maerore nel 1863 (dove il Papa dice che questa verità è un dogma e dei più conosciuti) e infine nel Syllabus nel 1864, sotto la forma di due proposizioni condannate: la n° 16 (DS 2916) e la n° 17 (DS 2917). Anche il Papa Leone XIII ricorda questa verità nella sua Enciclica Satis cognitum nel 1896 (DS 3304) e il Papa Pio XII la richiama anche in tre riprese: nell’Enciclica Mystici corporis nel 1943 (DS 3821), nella Lettera del Sant’Uffizio indirizzata nel 1949 a Mons. Cushing, arcivescovo di Boston (DS 3868) e nell’Enciclica Humani generis, nel 1950 (DS 3891).
Certo, le anime di buona volontà che rimangono nell’ignoranza invincibile, possono ricevere delle grazie salutari, ovunque esse siano, ma qui si tratta di tutt’altra cosa.
La grazia della salvezza è sempre ricevuta tramite la Chiesa. E quantunque certi si salvino in una religione diversa dalla religione cattolica, nessuno si salva tramite una religione diversa dalla religione cattolica. Il che significa che, ad eccezione della religione cattolica, nessun’altra religione può rappresentare una via o un linguaggio che conduce a Dio.


7. Tutto questo è chiaro ed evidente. A tal punto che, nel giorno di grazia 16 settembre 2024, il cardinale Burke, in un messaggio “X” ritiene che sembra proprio che ci troviamo «nei tempi ultimi» (3). Francesco sarebbe dunque l’Anticristo?
Al di là di reazioni comprensibili come questa, noi confessiamo la nostra perplessità. Fino ad oggi, infatti, la Fraternità San Pio X è stata rimproverata di negare l’indefettibilità della Chiesa, col pretesto che considera il concilio Vaticano II e il Magistero post-conciliare come inficiati di gravi errori. Questo è in sostanza l’argomento sviluppato e messo in rilievo in questi ultimi mesi dagli apologeti dell’ambiente Ecclesia Dei, incoraggiati dai prelati conservatori del calibro del cardinale Burke, e su cui ritorneremo: Matteo lavagna, per esempio, sul suo canale Youtube (4), o Don Hilaire Vernier sul sito della Fraternità San Pietro (5). In che modo adesso questi si comporteranno di fronte a queste recenti dichiarazioni di Papa Francesco? Se affermeranno – come fa la Fraternità San Pio X – che sono gravemente erronee, non finiranno col negare anche loro l’indefettibilità della Chiesa? E se invece affermeranno che non lo sono, come potranno non affermare che gli insegnamenti di Innocenzo III, di Bonifacio VIII, di Clemente VI, di Eugenio IV, di Pio IX, di Leone XIII e di Pio XII sono gravemente erronei? E quindi, non negherebbero ancora, quantunque in maniera diversa, l’indefettibilità della Chiesa? Senza dubbio, questo dovrebbe far riflettere gravemente i teologi dell’ambiente Ecclesia Dei.

8. Da parte sua, la Fraternità San Pio X si è sempre attenuta alla Dichiarazione del 21 novembre 1974, in cui Mons. Lefebvre poneva fin dall’inizio delle distinzioni fondamentali, ereditate dalla Tradizione della Chiesa (6). La Chiesa non è il Papa. L’indefettibilità della società visibile fondata da Gesù Cristo è quella del triplice legame di professione di fede, di culto e di sottomissione al governo dei Pastori divinamente istituiti. Altra cosa sono gli atti di questi Pastori, di cui certuni possono porre dei gravi problemi alla coscienza dei cattolici, senza che per questo la Chiesa cessa di rimanere quella che deve essere nell’unità di tale triplice legame che la definisce come tale (7).
La storia ne è testimone. E la vivacità della Tradizione cattolica, sotto le sue attali forme, attesta l’indefettibilità di questo triplice legame. La permanenza della vera Messa cattolica, celebrata secondo il rito di San Pio V, nonostante gli strali di Traditionis custodes, è una delle espressioni più sensibili di questa indefettibilità della Chiesa.

9. L’arcivescovo emerito di Filadelfia, il cappuccino Charles Chaput, ha dichiarato che i commenti di Papa Francesco sul pluralismo religioso sono «straordinariamente errati» e «svuotano il martirio del suo significato» (8).  Chi, tra i cattolici dell’ambiente Ecclesia Dei, oserebbe accusare questo sant’uomo di negare l’indefettibilità della Chiesa? Rallegriamoci, diceva a suo tempo Mons. Lefebvre, di vedere dei buoni sacerdoti e dei buoni vescovi che si alzano decisi a resistere agli errori per la salvezza delle anime.





NOTE

1 - «La neo pastorale di Francesco» http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV6158_Don-Gleize
_La_neo_pastorale_di_Francesco.html

2 – Si veda l’articolo «Il segno di contraddizione» nel numero di maggio 2024 del Courrier de Rome.

3 –  https://www.lifesitenews.com/news/cardinal-burke-are-these-the-last-times-it-certainly-
seems-that-way/?utm_source=featured-news&utm_campaign=usa

4https://www.youtube.com/watch?v=muhZ0qLfiQA

5 https://claves.org/peut-on-etre-sedevacantiste-sans-le-dire/ . https://claves.org/peut-on-etre-prudentiellement-ecclesiovacantiste 2–2/

6 – Si veda l’articolo « 21 novembre 1974–2024 » nel numero di settembre 2024 del Courrier de Rome.

7 - Si veda l’articolo «La Chiesa è indefettibile» nel numero di settembre 2024 del Courrier de Rome.

8   https://www.lifesitenews.com/news/archbishop-chaput-slams-popes-extraordinarily-flawed-comment-that-every-
religion-is-a-path-to-god/?utm_source=most_recent&utm_campaign=usa








Don Jean-Michel Gleize è professore di apologetica, di ecclesiologia e di dogma al Seminario San Pio X di Ecône. E’ il principale redattore del Courrier de Rome. Ha partecipato alle discussioni dottrinali fra Roma e la Fraternità San Pio X tra il 2009 e il 2011.




 
settembre 2024
AL SOMMARIO ARTICOLI DIVERSI