Appello
contro l'integralismo religioso


- dalla Francia con orrore -

di Giovanni Servodio



SINCRETISMO
SEMPRE E SOLO SINCRETISMO

Pubblichiamo integralmente, e commentiamo, l'appello contro l'integralismo religioso apparso sul giornale francese L'Express,
e firmato anche da preti e vescovi.



Integralismo religioso: appello alla vigilanza

Preoccupati e indignati per l’aumento della violenza abietta e codarda, che usa arbitrariamente la fede come ragion d’essere, vogliamo ricordare qui
- che l’umanità è una,
- che la forza delle armi, che è solo la continuazione di quella di parole, non è mai un argomento o un percorso verso la vittoria.
- Che coloro che la usano sono solo ignoranti  delle loro stesse religioni e delle loro stesse culture.
- E che la violenza può e deve essere combattuta con ogni mezzo legittimo,
- in primo luogo con una lettura contemporanea dei testi delle nostre diverse tradizioni, religiose o laiche, rispettose della dignità umana,
- con l’educazione degli uomini e delle donne,
- con l’azione politica,
- con la ragione, la cultura, l’arte e l’umorismo.

Nessuna dottrina, nessuna religione, nessuna ideologia, nessuna scienza, nessuna cultura, può rivendicare per sé sola la proprietà della verità.
Nessun popolo, nessuna religione, nessuna dottrina, nessuna scienza, nessuna cultura può sopravvivere senza rispettare, ascoltare, condividere, scambiare, imparare dagli altri.
Nessun essere umano può essere ridotto ad una sola dimensione, sia essa religiosa, etnica, sessuale, culturale o politica.

Noi, firmatari di questo appello, credenti o agnostici,
soprattutto umani
,
stiamo costruendo una rete di vigilanza e di resistenza per difendere e fare rispettare questi principi.


FIRMATARII

- Jacques Attali, 71 anni, economista, saggista e banchiere francese.
- Paul Balta, 85 anni, oriundo egiziano, esperto del mondo arabo e musulmano.
- Christophe Barbier, 47 anni, giornalista.
- Sadek Beloucif, 56 anni, oriundo algerino, medico anestesista pro-eutanasia.
- Ghaleb Bencheïkh, 54 anni, oriundo algerino, fisico, divulgatore musulmano, présidente della Conférence mondiale des religions pour la paix.
- Hichem Ben Yaïche, oriundo tunisino, esperto in geopolitica, redattore in capo dell’edizione francese del New African.
- Jean-François Bensahel, 50 anni, Presidente de l’Union Libérale Israélite de France.
- Jean-Louis Bianco, 71 anni, politico socialista.
- Yann Boissière, 52 anni, rabbino del MJLF (Mouvement Juif Libéral de France).
- Michel Camdessus, 81 anni, economista, dirigente del Fondo Monetario Internazionale.
- Malek Chebel, 61 anni, oriundo algerino, scrittore, antropologo e filosofo, esperto in storia delle religioni.
- Michel Davy De Virville, 69 anni, direttore del Collège des Bernardins, centro d’incontro multiculturale a Parigi.


- Alain De La Morandais, 79 anni, prete cattolico, già cappellano del parlamento francese, cofondatore di Radio Notre-Dame.
- Bertrand Delanoë, 64 anni, politico socialista, già sindaco di Parigi.


- Mons. Jean-Michel Di Falco Leandri, 73 anni, vescovo di Gap e Embrun, già portavoce della Conferenza Episcopale Francese, fondatore del KTO: catena delle televisioni cattoliche francesi.
- Roger-Pol Droit, 65 anni, accademico e filosofo.
- Claude Durand, 76 anni, editore e scrittore.
- Gad Elmaleh, 43 anni, oriundo marocchino di origine ebraica, attore.
- Luc Ferry, 63 anni, filosofo, docente, già membro della Fondation Saint-Simon, laboratorio politico intellettuale francese fondato da François Furet (storico liberale con precedenti marxisti), già consulente del ministero dell’educazione.
- Maurice Godelier, 80 anni, antropologo, marxista, uno dei direttori dell’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi.


- Antoine Guggenheim, 54 anni, prete della diocesi di Parigi, direttore del Polo di ricerca del Collège des Bernardins, centro d’incontro multiculturale a Parigi.
- Nedim Gürsel, 63 anni, oriundo turco, giornalista e scrittore.
- Delphine Horvilleur, 50 anni, di origine ebraica, giornalista, “rabbina” componente del MJLF (Mouvement Juif Libéral de France).
- Latifa Ibn Ziaten, Presidente dell’Association Imad Ibn Ziaten, associazione contro l’influenza dell’Islam radicale; madre di uno dei soldati uccisi nel 2012 da un terrorista.
- Serge Klarsfeld, 79 anni, di origine ebraica, avvocato, scrittore e storico, con la moglie svolge l’impegno di “cacciatori di nazisti”.
- Théodore Klein, 94 anni, di origine ebraica, già présidente del CRIF (Conseil représentatif des institutions juives de France), uno dei principali rappresentanti del giudaismo liberale in Francia.
- Marc Konczaty, 64 anni, esperto contabile, di origine ebraica, presidente del MJLF (Mouvement Juif Libéral de France).
- Haïm Korsia, 51 anni, rabbino, assistente ebraico dell’esercito, già membro del Comitato Nazionale dell’Etica.
- Rivon Krygier, 57 anni, rabbino del gruppo ebraico Massorti (giudaismo conservatore).
- Frédéric Lenoir, 62 anni, filosofo, sociologo e scrittore.
- Emmanuelle Mignon, 46 anni, alta funzionaria statale, membro del Consiglio di Stato.
- Mohammed Moussaoui, 52 anni, oriundo marocchino, vice presidente del Rassemblement des musulmans de France, già presidente del Conseil français du culte musulman.
- Erik Orsenna, (pseudonimo di Érik Arnoult), 67 anni, scrittore e membro dell’Académie française.
- Olivier Poivre d'Arvor, 56 anni, scrittore, direttore di Radio France Culture.
- Simone Rodan Benzaquen, rappresentate francese dell’American Jewish Committee (Comitato Ebraico Americano).
- Kamel Sanhadji, 60 anni, oriundo algerino, medico ricercatore sull’AIDS, già membro del Fronte di Liberazione Nazionale algerino.
- Michel Serfaty, 71 anni, oriundo marocchino,  di origine ebraica, rabbino.
- Gilbert Sinoue, 67 anni, oriundo egiziano, scrittore.
- Smaïn Faïrouze, detto Smaïn, 56 anni, oriundo algerino, attore comico.
- Lionel Zinsou, oriundo africano, banchiere.
- Olivier Abel, 61 anni, professore di filosofia.


- Mons. Antoine Hérouard, 58 anni, vescovo cattolico, rettore del Pontificio Seminario Francese a Roma.

È incredibile come in questo appello francese,
firmato da preti francesi,
ci siano pochissimi firmatarii francesi, e cattolici,
e tantissimi oriundi, giudei, atei e miscredenti.





Nostro commento

Che intellettuali, professori, scienziati e politici, oggi  possano concepire tali offese all’intelligenza è cosa che non stupisce molto, perché, visto come va il mondo moderno, è evidente che la maggiore responsabilità è di chi lo dirige ormai da anni, cioè proprio di costoro.
Quello che stupisce invece, è che a questi si siano accodati anche dei preti. E lo stupore non è generato dal fatto che essi misconoscano la loro stessa Fede - cosa ormai usuale a partire dal Vaticano II - ma dal constatare che la disintegrazione dell’intelligenza non risparmia nemmeno coloro che dovrebbero pregare tutto il giorno, tutti i giorni.
Davvero siamo messi sempre peggio!

Signore, da chi andremo!

Non certo dal Papa, che dovrebbe confermare i fratelli nella Fede e che invece è l’apripista di tali scemenze. L’ultima sua sparata sul fondamentalismo l’abbiamo letta proprio lo scorso 13 giugno, a conferma che papa Bergoglio è diventato l’antesignano del pensiero moderno, antireligioso e anticattolico.

Quando in questo appello leggiamo che “Nessuna dottrina, nessuna religione, nessuna ideologia, nessuna scienza, nessuna cultura, può rivendicare per sé sola la proprietà della verità”, superato velocemente lo stupore, rimaniamo colpiti dal fatto che la mente, o le menti, che hanno elaborato questa assurdità, sono davvero ridotte in poltiglia.
Logica vuole, infatti, che dire “verità” significa dire una cosa certa, e una sola, contrapposta a tutto il resto che, per ciò stesso, è l’errore o la non verità.
Ma se la verità è la verità, ed è una sola, chiunque la colga o la conosca, per ciò stesso si identifica con essa. Non ha neanche bisogno di possederla, la riconosce e basta! E una volta riconosciutala, la fa sua e la segue e se ne fa luce per la sua esistenza. Se non altro per esistere in maniera vera, appunto.

La stessa logica porta a concludere che, riconosciuta la verità, ogni dottrina, ogni religione, ogni ideologia, ogni scienza, ogni cultura, smettono di essere confliggenti e si ritrovano accomunati nell’unica verità; si ritrovano accomunati soprattutto nel rigetto di ogni e qualsiasi elemento che pretenda di opporsi all’unica verità, in nome di un’impossibile varietà di verità.

Ora, dire che “nessuna religione può rivendicare per sé sola la proprietà della verità” è una scemenza, perché se una religione non si identificasse con l’unica verità non potrebbe essere una religione. Piuttosto, è la reale identificazione con l’unica verità che importa, invece che il supporre che possano esserci più religioni che posseggano la stessa verità. Quest’ultima possibilità, infatti, non può darsi neanche per ipotesi, poiché se diverse religioni rivendicassero la stessa verità, per ciò stesso non sarebbero diverse, ma sarebbero un’unica religione. Tale che se si constatasse la diversità tra esse, sarebbe giocoforza ammettere che una è vera, perché si identifica con la verità, mentre le altre non possono essere vere per la loro stessa diversità, dato che la verità è solo una.
Ne consegue che o le religioni sono diverse solo accidentalmente, ma sostanzialmente sono uguali e quindi sono una sola religione; o essendo diverse sostanzialmente, tutte queste religioni sono false, tranne una.
Il resto è mero esercizio immaginativo, è illusionismo, è contraddizione con la realtà, è distruzione dell’intelligenza.

Per dirla in maniera diversa, facciamo un esempio pratico.
Il Cristianesimo si basa sulla parola del suo Fondatore: Io sono la Via, la Verità, la Vita. E se Cristo è la Verità, e la Verità è solo una, il Cristianesimo è l’unica religione fondata sulla Verità, e quindi l’unica vera. Tutte le altre devono essere necessariamente false.
Quindi, se il Cristianesimo “rivendica per sé solo” l’identificazione con la Verità, esprime semplicemente la Verità, tale che è assurdo affermare che “nessuna religione può rivendicare per sé sola la proprietà della verità”. Chi l’afferma, o è pazzo o è un falsario.
Se invece si dovesse ritenere possibile questa impossibilità, e il Cristianesimo dovesse riconoscere che “nessuna religione può rivendicare per sé sola la proprietà della verità”, ne deriverebbe che lo stesso Cristianesimo confesserebbe a sé stesso di non essere né una religione, né il Cristianesimo. Il che è impossibile, perché non si può dire che una cosa è e contemporaneamente non è.
L’assurdo è talmente evidente che, applicando lo stesso ragionamento a qualunque religione, ne deriverebbe che nessuna religione è una religione. Tale che l’assunto proposto diverrebbe: “nessuna religione può rivendicare per sé sola di essere una religione”.
Il che, non solo è impossibile, ma è anche e prima di tutto indicibile.

Eppure, i firmatarii di questo appello, preti compresi, lo hanno detto e lo hanno scritto… a conferma che la loro facoltà intellettiva non è esiste più… hanno disintegrato la loro intelligenza.

Se adesso passiamo alla seconda affermazione: “Nessun popolo, nessuna religione, nessuna dottrina, nessuna scienza, nessuna cultura può sopravvivere senza rispettare, ascoltare, condividere, scambiare, imparare dagli altri”, ci ritroviamo allo stesso punto, con in più una ulteriore assurdità.

Se “religione, dottrina, scienza, cultura” hanno una ragion d’essere è perché sono vere, diversamente non si potrà parlare di “religione, dottrina, scienza, cultura”, ma di mere illusioni della mente.
Ora, perché esse siano vere è necessario che si fondino sulla Verità, tale che si possa ammettere che possano “rispettare, ascoltare, condividere, scambiare e imparare”, le une con e dalle altre, in quanto, per l’essere tutte fondate sulla Verità, esse si differenziano per accidenti; e sul piano degli accidenti possono scambiarsi conoscenze e informazioni, anche queste compatibili tra loro perché anch’esse fondate sulla stessa verità.
Ma, se viene a mancare l’unico fondamento sull’unica verità, ciò che resta è la differenza dalla verità, quindi la molteplicità dell’errore, ed allora come sarebbe possibile che tutte le “religioni, le dottrine, le scienze e le culture” possano “ascoltare, condividere, scambiare, imparare” l’errore le une con e dalle altre?
In tale situazione, la sommatoria degli errori non farà mai la verità e quindi non potrà mai tradursi in “ascoltare, condividere, scambiare, imparare”, ma solo in una sempre più estesa confusione, che è poi l’inevitabile risultato della sommatoria degli errori.
E se una di queste religioni fosse la sola vera perché si identifica con la sola verità, come potrebbe mai “ascoltare, condividere, scambiare, imparare” alcunché con e dalle altre, che sono false? L’unico risultato sarebbe l’inquinamento della religione vera prodotto dell’errore e quindi la progressiva accelerazione della sua distruzione a causa della confusione tra la verità e l’errore.
È quello che accade da cinquant’anni, con moto accelerato, alla religione cattolica, ormai ridotta ad annoverare tra le sue fila un numero sempre crescente di fedeli che hanno trasformato in un valore la distruzione della loro Fede.

È il caso dei preti firmatarii di questo appello, che credono di dar valore alla loro religione facendo di tutto per distruggerla… a conferma che la loro facoltà intellettiva non è esiste più… hanno disintegrato la loro intelligenza.

L’ultima dichiarazione sottoscrive la totale perdita della ragione e il totale rifiuto della religione, qualunque essa sia; con una formulazione che si presta, volutamente, ad ogni tipo di applicazione, massimamente a quelle relative all’abbrutimento dell’uomo.
Nessun essere umano può essere ridotto ad una sola dimensione, sia essa religiosa, etnica, sessuale, culturale o politica”.
Che significa simultaneamente due cose:
a) che ogni essere umano, pur nella sua unicità individuale, è una molteplicità di individui;
b) che ogni essere umano è composto da diverse dimensioni (!?) ognuna a sé stante, tale da poter essere forzosamente assolutizzata.

In pratica si asserisce che la dimensione religiosa dell’uomo è una mera componente del suo essere, al pari di quella sessuale o politica, così che non si può ridurre il singolo uomo alla sola dimensione religiosa o sessuale o politica.
Si comprende benissimo che l’equivoco sta nel voler far credere che una sciocchezza del genere sia possibile, e che cioè sia possibile, anzi è stato già possibile, e non deve più accadere, che un uomo sia stato ridotto alla sua sola dimensione religiosa. Come dire che sia stato costretto a vivere pregando giorno e notte, a prescindere se sia giallo o bianco, maschio o femmina, aborigeno o civilizzato, di destra o di sinistra.
Pur trattandosi di un’impossibilità oggettiva, i firmatarii sono convinti che sia possibile.
Ci chiediamo.
Che cosa potrebbe significare: ridurre un siculo ad essere solo siculo, a prescindere se sia cattolico o ortodosso, maschio o femmina, di città o di campagna, di destra o di sinistra?
E ancora. Che cosa potrebbe significare: ridurre un maschio ad essere solo maschio, a prescindere dalle altre sue dimensioni?
E lo stesso dicasi per la dimensione culturale: cioè per un italico ridotto a solo italico; e per la dimensione politica: cioè un comunista ridotto ad essere solo un comunista.

Ma allora, perché questa dichiarazione?
Semplice, perché è come il giuoco delle tre carte: si mette l’asso dove si vuole… e cioè in nessun posto.

Se facciamo qualche esempio riusciamo a scoprire il trucco e l’inganno.
Non si può ridurre l’uomo alla sola dimensione politica: egli è anche un cattolico, un bianco, un maschio, un professore, quindi, non potrà mai dirsi che è un comunista… chi dice che è un comunista gli usa violenza.
Non si può ridurre l’uomo alla sola dimensione culturale: egli è anche un cattolico, un bianco, un maschio, un comunista, quindi, non potrà mai dirsi che è un professore… chi dice che è un professore gli usa violenza.
Non si può ridurre l’uomo alla sola dimensione sessuale: egli è anche un cattolico, un bianco, un professore, un comunista, quindi, non potrà mai dirsi che è un maschio… chi dice che è un maschio gli usa violenza; anche perché è bene essere omosessuali o transessuali.
Non si può ridurre l’uomo alla sola dimensione etnica: egli è anche un cattolico, un maschio, un professore, un comunista, quindi, non potrà mai dirsi che è un giallo… chi dice che è un giallo gli usa violenza; anche perché è bene essere meticci, mulatti o comunque mezzo sangue.
Non si può ridurre l’uomo alla sola dimensione religiosa: egli è anche un bianco, un professore, un maschio, un comunista, quindi, non potrà mai dirsi che è un cattolico… chi dice che è un cattolico gli usa violenza; anche perché è bene essere agnostici o atei.

Conclusione: si dev’essere di tutto, tranne se stessi.


Se uno viene battezzato e diventa cristiano, deve pensare che potrà diventare musulmano o ateo… mai prendere sul serio il battesimo.
Se uno è figlio di Veneti e nasce in Veneto e cresce in Veneto e parla Veneto, deve pensare che potrà diventare siculo o laziale… mai prendere sul serio i genitori da cui si nasce, il posto in cui si cresce, la lingua che si è appresa fin da bambino.
Se uno è maschio, deve pensare che la natura possa avere anche sbagliato e che egli può sentirsi a piacimento femmina o mezzo e mezzo, in attesa di potersi domani sentire uno scarafaggio… mai prendere sul serio i propri genitali, si possono togliere e mettere come si vuole, compresa la possibilità di usare protesi biologiche.
Se uno nasce in una famiglia di professori e fin da piccolo impara a memoria la Divina Commedia, deve pensare che può benissimo farne a meno, anzi che si tratta di una cosa deleteria, soprattutto perché è una cosa seria… mai prendere sul serio la cultura dei propri genitori, perché spesso è una cultura deleteria che costringe ad essere come loro ci hanno messo al mondo.
Se uno nasce in una famiglia di fascisti e fin da piccolo impara che quando c’era il Duce si vedeva un po’ di luce, deve pensare che i suoi genitori sono dei mentecatti, che vanno denunciati al capo fabbricato per essere sottoposti al lavaggio del cervello… guai a prendere sul serio l’appartenenza politica che ci viene dalla famiglia o che si matura nella gioventù, perché spesso si tratta di una scelta non conforme a quella stabilita dal conformismo imperante al servizio del Nuovo Ordine Mondiale.

Ora, che trucchetti del genere li usino i miscredenti di ogni estrazione, passi: è la conseguenza dello stato disastroso in cui oggi siamo costretti a vivere in queste nostre società, supposte civilissime e modernissime; ma che ai miscredenti si accodino anche dei preti, sia pure moderni, è cosa che ci costringe a reagire, per dovere morale e per l’obbligo che ci viene dal nostro dovere di stato: di cattolici, di padri di famiglia e di uomini ragionevoli.

Ai preti e ai vescovi firmatarii, nonché ai preti e ai vescovi e ai papi che non li cacciano ormai da cinquant’anni, anzi li coprono, siamo costretti a ricordare che senza l’ossequio e la sottomissione dell’uomo alle leggi di Dio e alla Sua Unica Religione, la Cattolica, non c’è più l’uomo, ma il bruto, un essere indefinito che diventa oggetto degli appetiti del Demonio e che corre velocemente verso la perdizione eterna in Cielo, passando intanto per la depravazione temporale in terra.

Altro che appelli contro l’integralismo religioso, certi preti e certi vescovi dovrebbero fare appello al rimasuglio di intelletto che è rimasto nelle loro zucche vuote e con quello pregare continuamente perché il Signore abbia pietà delle loro anime.







giugno 2014

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