Santa Messa,
non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo


Editoriale di Radicati nella fede, foglio di collegamento della chiesa di Vocogno e della cappella dell’Ospedale di Domodossola (dove si celebra la S. Messa tradizionale)
anno III - settembre 2010, n° 9

- impaginazione e neretti sono nostri -



Carissimi,
solo poche domeniche fa’ la liturgia della Chiesa, nella Messa della X Domenica dopo Pentecoste, ci poneva di fronte il Vangelo del Pubblicano e del Fariseo al Tempio (Lc 18, 9-14).
Nella parabola narrata da Nostro Signore Gesù Cristo, solo il Pubblicano uscì dal tempio giustificato da Dio. Eppure era un grande peccatore, uno di quei peccatori odiosi, “collaborazionista” del potere straniero, raccoglieva le tasse per conto dei Romani, ci faceva anche il “pizzo”... un peccatore insopportabile per un ebreo osservante.
Ma lui solo uscì dal tempio giustificato da Dio.
Il fariseo osservante, “...io digiuno due volte la settimana – diceva a Dio nel Tempio – e di tutta la mia sostanza pago la decima al Tempio”, costui non fu giustificato.
Quale il motivo di questa diversa sorte di fronte a Dio?
Il motivo lo spiega Colui che parla con autorità, Gesù Cristo Nostro Signore: il pubblicano stava in fondo al tempio senza nemmeno osare alzare lo sguardo, e battendosi il petto domandava perdono a Dio.
“...non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo...”

...carissimi, non è proprio così che la liturgia della Messa tradizionale ci fa stare di fronte a Dio e al suo altare?
“...non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo...

...come non pensare ai due Confiteor d’inizio Messa, nei quali a turno, sacerdote e fedeli, profondamente inchinati, domandano misericordia e perdono per potersi accostare ai divini misteri?
Sì, se c’è una cosa che balza subito agli occhi e che colpisce il cuore è che la Messa tradizionale è tutta immersa in un clima di penitenza.
E non potrebbe che essere così, pena lo scadere della preghiera: se si è coscienti che Dio è presente in tutta la sua santità, se si è coscienti di essere alla presenza di Colui che è tre volte santo, non si può non avvertire immediatamente l’abisso del proprio peccato... che invoca l’abisso della misericordia di Dio.
Non c'è altro modo per stare di fronte a Dio.
Chi non avverte con dolore il proprio peccato è perché non si rende conto di stare alla presenza di Dio.

Ecco perché la liturgia cattolica, quella della Tradizione, quella di sempre, anche nei giorni più solenni, custodisce questo clima penitente.
E chi viene per la prima volta alla Messa “antica” avverte subito questo stare in preghiera come penitenti davanti a Dio.

Alcuni però questo non lo sopportano proprio.
Una volta una giovane mamma, capitando quasi per caso ad una nostra Messa, e vedendo i chierichetti, figli di una sua amica, curvi in ginocchio per il Confiteor, disse alla madre di questi: “Non permetterò mai che i miei figli si umilino così”...
Non aveva capito niente la poveretta!
La forza, la grandezza di quei bambini all’altare, di tutti i fedeli all’altare, di ogni
anima che attraversa la scena di questo mondo, sta tutta nel sapersi umiliare di fronte a Dio.
Una mamma se vuole davvero bene ai propri figli, se li vuole mettere al sicuro deve insegnare loro questo spirito di contrizione, di dolore per i propri peccati.

Per l’assottigliarsi sempre più di questo clima penitente, le liturgie “moderne” sono scadute terribilmente. Sembra quasi peccato il custodire questa compostezza del dolore silenzioso nella preghiera.
E se qualcuno fa’ presente tutto questo, si sente rispondere dal solito esperto di liturgia rinnovata: “Siamo dei salvati, già redenti da Cristo... allora in piedi! Basta con questo dolorismo! Manifestiamo la gioia della salvezza!”.
E in queste liturgie, se ancora c’è un atto penitenziale, diventa sempre più un elenco dei mali del mondo, della società, degno di un congresso di partito. Nel migliore dei casi vi trovate a cantare un canto penitenziale melenso e sentimentale,
dove in fondo si dice che è bello essere peccatori ed è molto umano.
Che disastro!

E invece Gesù nel Vangelo loda il pubblicano che “...non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo...” ...è così semplice da capire; è il vero dolore, la contrizione, quella per i propri peccati e non quella per i peccati degli altri.
Ecco perché sentiamo vera la Messa tradizionale, perché custodisce e insegna proprio questo modo, l’unico vero, per stare di fronte a Dio.

Confiteor Deo omnipotenti...
...mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa...
...nobis quoque peccatoribus...
...Domine non sum dignus...

Come è vera la Tradizione, come è divina e... come è veramente umana!







luglio 2014

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