La Santa Messa alle 5 del mattino


Editoriale di Radicati nella fede, foglio di collegamento della chiesa di Vocogno e della cappella dell’Ospedale di Domodossola (dove si celebra la S. Messa tradizionale)
anno IV - gennaio 2011, n° 1

- impaginazione e neretti sono nostri -



Tempo fa un distinto signore di una certa età venne a una nostra Messa, quella
della Domenica sera.
Come si fa sovente con le persone che vediamo per la prima volta, chiedemmo anche a lui le impressioni sul rito tradizionale.
Ci disse subito che dopo tanti anni non tutto si ricordava, ma che non si era trovato “spaesato”.
Il discorso andò poi, è facile capirlo, sulla vita di un tempo, su come i paesi
vivevano l’anno liturgico, su come erano cristiani.
E si mise, sempre il nostro nuovo fedele, a raccontare come da lui, fino agli anni trenta, la prima Messa alla Domenica fosse alle ore 5.00 del mattino!
“Perché - gli chiedemmo - così presto? “
“Per dare il cambio - ci rispose - a quelli che erano in alto, all’alpe.”
Quelli che erano andati a Messa alle cinque del mattino, salivano poi, anche due ore di sentiero, e incontravano gli altri che, sostituiti nel lavoro, scendevano per
la Messa delle 10.00, la Messa cantata. Non potevano abbandonare le bestie, allora si era organizzati così. E così nessuno perdeva Messa.

Ascoltare questi racconti riempe di commozione.
Questa era la Cristianità, che in alcuni paesi di montagna, non tutti, aveva resistito fino all’inizio novecento, mentre il mondo stava già da tempo laicizzandosi.
Ma questo è l'unico cristianesimo degno di questo nome, che riconosce che Dio è tutto, che Nostro Signore Gesù Cristo è tutto.
Per questo non perdevano Messa per nessuna ragione!
Anzi, quando la malattia o motivi molto gravi bloccavano a casa, le persone offrivano il dolore di non poter recarsi alla Messa della Domenica.
Che spaventosa differenza, abissale, con il cristianesimo monco di questi anni.
Per favorire i fedeli, per non perderli, si è fatto di tutto.
Si è anche andati a inventare la Messa del sabato sera, così uno alla Domenica mattina dorme: bell’esempio di santificazione del giorno del Signore!

Si è trasformato il rito della Messa, sfigurandolo, per facilitarlo e abbreviarlo, “altrimenti la gente non resiste in chiesa!”.
Sappiamo di studenti di una associazione cattolica, che vengono portati dai responsabili alla Messa di un prete che celebra in 14 minuti: ma come faranno ad imparare a pregare!
Risultato: la gente si è annoiata, ha sentito la banalità del nuovo cristianesimo,
ha pensato che in fondo non era così grave non recarsi alla Messa domenicale.
E oggi in molti casi c’è il deserto.
Dove sono i fedeli? Altrove.
Magari al centro commerciale, per annoiarsi e intristirsi, spendendo, tutti insieme.

Dobbiamo pregare molto, perché si riscopra la centralità della Messa, perché si capisca l’enorme gravità di non santificare il giorno del Signore – è peccato
mortale non andare a Messa la Domenica!
Anche se si trova qualche scellerato sacerdote che minimizza anche su questo
punto e che giustifica con facilità.
Dobbiamo pregare perché le anime riscoprano la grandezza, la sublimità
della Messa cattolica: per questo siamo tornati alla Tradizione.
Padre Pio, facendo eco a tanti santi, diceva:
Il mondo può stare senza il sole, ma non senza la Santa Messa”.

Per questo quelli della Messa delle 5.00 salendo si incontravano sul sentiero con
quelli che scendevano per la Messa delle 10.00.
Per questo molti fedeli oggi devono fare chilometri per giungere alla Messa tradizionale, e fanno bene: perché la Messa è Cristo stesso.




luglio 2014

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