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Chi pecora si fa, il lupo se la
mangia
di Giovanni Servodio
La brutta storia del secondo viaggio di papa Bergoglio a Caserta, ha avuto non pochi strascichi e rischia di diventare una sorta di paradigma “ecumenico” per il futuro. Dopo il nostro appunto di pochi giorni fa (Perle bergogliane nella terra delle bufale), ci vediamo costretti, ad intervenire sulle reazioni manifestatesi in campo eretico o, per dirla col politicamente corretto, ambito “evangelico”. A dire il vero, la cosa non sarebbe poi così interessante, ma dal momento che permette di chiarire con che razza di gente se la fa papa Bergoglio, pensiamo che sia utile segnalare alcuni passi tratti da dichiarazioni “ufficiali”, così da fugare ogni equivoco sulla vera natura di questo variopinto mondo dei sedicenti seguaci del Vangelo che contrastano e combattono la Chiesa cattolica… quella stessa che dovrebbe essere stata assegnata in custodia a papa Bergoglio. Il 2 agosto, Sandro Magister ha pubblicato sulla sua rubrica “Settimo Cielo” un’intervista al teologo evangelico Pietro Bolognesi, professore di teologia sistematica all’Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione di Padova, nonché membro della commissione teologica dell’Alleanza Evangelica Mondiale; non il primo venuto, dunque. A commento dell’auspicio di papa Bergoglio per una “diversità riconciliata”, il “pastore” afferma: «La “diversità riconciliata”
è un paradigma ecumenico secondo il quale le chiese si accettano
come sono. Ma come è possibile accettare la chiesa
cattolica come una denominazione qualunque? È una chiesa che ha
uno Stato al suo cuore, che ha un’istituzione imperiale come il papato
al suo centro, che ha una serie di dogmi antibiblici che sono
immodificabili, che ha un impianto sacramentale, che promuove devozioni
che deviano l’attenzione da Cristo… Insomma, come si fa ad accettare di
essere “riconciliati” con questa realtà? L’unità è
nella verità di Cristo, non nella reciproca accettazione delle
differenze, qualunque esse siano.»
Ora, che delle cose così ovvie si debbano sentire da un signore che se ne sta ben al di fuori della Chiesa cattolica perché di essa non condivide neanche una virgola, è cosa davvero singolare e per certi versi ridicola. Dopo la prestazione di Caserta, dove si è preteso che papa Bergoglio abbia detto delle cose intelligenti e soprattutto cattoliche, bisogna riconoscere che la chiarezza sta dalla parte degli eretici, il che è tutto dire circa le idee chiare dell’attuale capo della Chiesa cattolica. Purtroppo, però, tale stato di cose non riguarda tanto lo stesso papa Bergoglio, quanto la salute spirituale dei fedeli cattolici, ormai in balia delle sue sparate quotidiane: è questo che ci preoccupa, non la constatazione che sul soglio di Pietro sieda un signore che si compiace di fare la corte ai nemici della Chiesa. Nello stesso articolo di Sandro Magister si fa riferimento alla dichiarazione del 19 luglio, fatta da varii organismi eretici o evangelici, se più piace, dove si può leggere: «A seguito della tavola rotonda promossa da
Alleanza Evangelica Italiana, Federazione delle Chiese Pentecostali,
Assemblee di Dio in Italia, Chiesa Apostolica in Italia e Congregazioni
Cristiane Pentecostali, e svoltasi il 19 Luglio 2014 ad Aversa presso
la Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose, sul tema “Il
cattolicesimo contemporaneo: una prospettiva evangelica”, le
organizzazioni sopra citate, a seguito di aperture ecumeniche da parte
di ambienti evangelici e pentecostali internazionali e nazionali nei
confronti della Chiesa cattolica romana e del suo attuale Pontefice,
senza esprimere un giudizio sulla fede dei singoli fedeli, ritengono
incompatibile con l’insegnamento della Scrittura una chiesa che si
sente mediatrice di salvezza e che presenta altre figure come
mediatrici di grazia, dal momento che la grazia di Dio viene a noi
soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù senza le opere
(Efesini 2:8) e senza l’intervento di altri mediatori (1 Timoteo 2:5).»
Anche qui abbondano i pesci in faccia a papa Bergoglio, che, a onor del vero, se li merita, ma che dimostra di non essere in grado di comprenderli. Come abbiamo già scritto: tutto questo è il frutto della perdita della fede in Dio e in Nostro Signore Gesù Cristo e della sostituzione di questa con la fede nell’uomo, l’unica ormai rimasta in gran parte del Vaticano. E questo è confermato dalle dichiarazioni qui riportate, da dove è evidente che la pretesa di papa Bergoglio di fare comunella, o “ecumenismo” che dir si voglia, con chi è dichiaratamente contro Cristo e contro Dio, può essere solo fondata sulla sua condivisione dell’eresia e della manipolazione dei Vangeli. Il lettore avrà notato che non siamo entrati nel merito delle dichiarazioni degli eretici, o “evangelici” che dir si voglia, e questo perché il loro contenuto è più che chiaro: si tratta di persone e di gruppi che si sono fatti una loro “chiesa” a proprio piacimento, e che quindi non meritano alcuna attenzione, se non quella da riservare ai traviati da aiutare a convertirsi e a ritornare sulla retta via. Abbiamo riportato queste dichiarazioni perché il lettore si renda conto con chi noi cattolici siamo costretti ad avere a che fare, non tanto fuori dalla Chiesa, quanto dentro la Chiesa e… a capo di essa. Dovremmo allora preoccuparci della sorte di papa Bergoglio? Chi è causa del suo male, pianga se stesso. O dovremmo preoccuparci del modo in cui viene considerato dai suoi amici eretici? Chi pecora si fa, il lupo se la mangia. O dovremmo preoccuparci della faccia feroce che mostrano gli eretici in questa occasione? Quando si striscia tra i serpenti, questi si rizzano e mostrano i denti. Quello che ci preme è segnalare che non si può più tergiversare. L’accelerazione della riduzione al minimo della pratica della Fede e della Fede stessa, condotta dai moderni uomini di Chiesa a partire dal Vaticano II, impone che si prenda seriamente in considerazione l’idea che tutto questo accade perché il Signore ci vuole mettere alla prova. Basta parlare di scandali occasionali e di errori o abusi di questo o di quello: è in essere un andazzo che può servire solo a meglio discriminare i falsi credenti dai veri credenti in Cristo. Questo significa che non dobbiamo adombrarci tanto perché papa Bergoglio scende a tali livelli, né cercare di risolvere il problema con la fuga: “questo non è papa”; dobbiamo invece considerare che, giorno dopo giorno, i tempi si fanno sempre più duri e problematici, ed è inevitabile che la deriva anticattolica della gerarchia si accentui sempre più. In un certo senso è come se il Signore ci volesse mettere di fronte alla tentazione di considerare perduta la Chiesa, tentazione che dobbiamo respingere continuando a resistere anche contro le malefatte dei preti, dei vescovi e dei papi, mantenendoci forti nella Fede e dimostrando che continuiamo ad ubbidire a Dio e ci rifiutiamo di seguire e di ubbidire agli uomini, fosse anche il Papa. (torna su)
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