OPERAZIONE SINODO:

TOGLIERE DI MEZZO IL PAPA

seconda parte


di Don Francesco Cupello    






Ho letto l’articolo di Aldo Maria Valli del 30 ottobre: grazie all’esimio giornalista Dott. Valli per aver reso noto il pensiero limpido, chiaro e senza mezzi termini del Vescovo olandese Mons. Robertus  Mutsaerts, che esercitando il suo ministero in un Paese come l’Olanda, rende ancor più significativa la sua coraggiosa presa di posizione. Certamente avrà dovuto affrontare l’opposizione di quasi tutti i suoi fratelli Vescovi olandesi. Ma in questo fibrillante momento della vita della Chiesa, specie per le temibili decisioni che potrebbe prendere l’anomalo  Sinodo dei Vescovi nell’ottobre 2024, è quanto di meglio ci si possa auspicare da tanti vigili Pastori.

Ho il sospetto  che al Sinodo si voglia togliere al Papa la potestà conferita da Cristo a Pietro e ai suoi successori, affinché non possa mai  più succedere che un Papa, in forza del  suo ministero petrino, ritenga suo dovere intervenire per dirimere questioni di fondamentale importanza per la Chiesa, come avvenne per es. con Paolo VI, allorché sull’allora scottante e controversa problematica della contraccezione, pubblicò la ben nota e contestata Lettera enciclica Humanae Vitae, nonostante il parere quasi unanimemente contrario della Commissione da Lui stesso costituita per l'esame della questione. Ciò comportò anche una contestazione, mai del tutto sopita, come un fuoco sempre acceso sotto la cenere, dello stesso potere papale in campo dottrinale e morale. Ora per alcuni, all’interno stesso della Chiesa, e fino ai piani più alti, è arrivato il momento di ravvivare quel fuoco latente e realizzare un sogno da sempre accarezzato: ridimensionare il potere del Papa; e chi più e meglio del Papa stesso può porre in essere l'operazione di togliere potere al Papa? [Non voglio parlare della cosiddetta mafia di S. Gallo, perché non ne so molto, ma che qualcuno possa aver individuato in Bergoglio l’uomo giusto per quell’operazione, può essere uno di quei pensieri che, come diceva quella volpe di Giulio Andreotti, si fa male ad avere, ma che spesso colgono nel segno].


Ora, leggendo l'Instrumentum Laboris, ho la chiara sensazione che Papa Francesco voglia di fatto stabilire la superiorità dell'autorità del Sinodo su quella del Papa. Chissà, forse era una sua vecchia idea fin da quando era vescovo di Buenos Aires e a cui ora può dare corpo. E così i giochi sono fatti: quello che decide il Sinodo, nemmeno il Papa può modificarlo. E quindi, per es., se Papa Francesco vuole il sacerdozio femminile e l’abolizione del celibato per i sacerdoti, lo fa decidere al Sinodo, nascondendosi in tal modo dietro il comodo alibi che è stato il Sinodo a volerlo e che lui non può e non deve opporsi alle sue decisioni, pena la negazione della natura essenzialmente sinodale della Chiesa, come tutto lascia supporre che si stabilirà e sancirà definitivamente dal Sinodo stesso nell’ottobre del 2024. Non è il miglior modo per togliere definitivamente di mezzo l’ostacolo che può rappresentare un Papa con l’autorità di poter opporsi  al Sinodo stesso, quando Egli lo ritenga necessario? L’intento sembra chiaro: non dovrà succedere più che un Papa possa, come successe per esempio a proposito del sacerdozio femminile, sentenziare con fermezza come fece Giovanni Paolo II: «Al fine di togliere ogni dubbio su una questione di grande importanza, che attiene alla divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli, DICHIARO CHE LA CHIESA NON HA IN ALCUN MODO LA FACOLTA’ DI CONFERIRE ALLE DONNE L’ORDINAZIONE SACERDOTALE» (Cfr Enchiridion Vaticanum (14), Doc. S. Sede 1994-95, Ed. DB, 1997).

Altrettanto si dica, per fare un altro esempio, della benedizione delle coppie omosessuali; il Papa lo fa decidere al Sinodo, dicendo di volere solo la benedizione, non il matrimonio di tali coppie; bella scoperta!, dico io; anche nel matrimonio sacramentale il sacerdote non celebra, ma benedice soltanto gli sposi, non essendo lui il ministro del matrimonio, ma gli sposi stessi. La benedizione del sacerdote alla coppia di sposi si fonda su quella di Dio alla prima coppia: «Dio creò l'uomo a sua immagine, maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi"» (Gen 1,27-28).
Queste parole bibliche sanciscono categoricamente che la benedizione divina a una coppia è legata alla complementarietà sessuale e all’ottemperanza al comando del Creatore di impegnarsi nella procreazione. Pertanto la benedizione a una coppia dello stesso sesso, che non può procreare, è un atto di empietà, perché è come invocare Dio creatore di approvare ciò che va contro la sua stessa volontà e progetto creativo.

Non è allora un intento attribuibile solo a chi vuole stravolgere la vera natura della Chiesa, quello di togliere al Papa il potere conferitogli da Cristo stesso di legare e sciogliere e quello di aprire e chiudere con la consegna a lui delle chiavi del Regno dei Cieli? E di questo intento mi sembra siano  una chiara antifona  la stessa disposizione dell’aula sinodale, dove il Papa è seduto, allo stesso livello e titolo, come tutti gli altri, vescovi o laici che siano, attorno a uno dei tanti tavoli, e l’estensione del voto gerarchico anche ai laici.

Ben venga allora un vescovo come Mons.  Robertus  Mutsaerts, che usa il linguaggio evangelico del sì sì, no no e dice pane al pane e vino al vino.

La mia è forse solo fantasiosa dietrologia? Forse. Però, come dicevo prima, seguendo  Giulio Andreotti, a pensar male si fa male, ma spesso ci si azzecca.














ottobre 2023

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