Prima lettera inviata da Padre Gérentet de Saluneaux al Padre Denis le Pivain,
assistente del Superiore generale della Fraternità San Pietro, e superiore della casa Saint-Dominique Savio, a Versailles.

La lettera è stata inviata in occasione della vicenda che ha interessato la Fraternità San Pietro nel luglio 1999.
 

Padre Gérentet de Saluneaux
Paroisse Ste Trinité
11, Avenue Jean Mermoz
69008 Lyon
 

30 agosto 1999

Monsieur l’Abbé,
Al mio ritorno a Lione, alla fine di luglio al termine dei miei campi, ho appreso una novità che mi ha stupito: l’intervento presso Roma, dei primi di luglio, di alcuni membri francesi della vostra Fraternità allo scopo di consegnare alla Commissione Ecclesia Dei una lettera - firmata anche da voi - in cui si espongono le vostre lamentele e le vostre critiche nei confronti della direzione e della “pastorale” attuate dai Superiori della vostra Fraternità.
Sicuramente potete pensare che le mie informazioni siano lacunose, se non parziali, e ritenere che io mi immischio in cose che non mi riguardano. Tuttavia, io vi scrivo per due motivi:
- in ragione dei legami di amicizia sacerdotale e di profonda comunione di pensiero e d’azione che io intrattengo con un gran 
   numero di preti e seminaristi della vostra Fraternità;
- e in ragione di una certa conoscenza ed esperienza delle “querelles” e delle difficoltà ecclesiali contemporanee, esperienza e 
   conoscenza acquisite nei miei 35 anni di ministero.

Dunque, vi chiedo: avete veramente valutato il terribile “coup de Jarnac” che infliggete alla vostra Fraternità, e le cui conseguenze possono essere gravissime per l’avvenire? E siccome penso che questa iniziativa non sia il frutto di una improvvisazione, né dell’umore capriccioso di alcuni, ma appare perfettamente calcolata e preparata, non esito a scrivere che si tratta di una vera fellonia!
Infatti, se i firmatari di questo documento non sono d’accordo con la politica condotta dai Superiori della FSP, che aspettano ad “abbandonare la barca”, sia mettendosi direttamente al servizio delle diocesi in cui si trovano, sia creando una nuova Fraternità? 
Ma non si agisce cosí alle spalle dei propri Superiori e contro i propri Fratelli, soprattutto quando si sa che le vostre analisi e le vostre proposizioni sono state esplicitamente disapprovate e rifiutate dalla stragrande maggioranza dei membri della FSP.
Come pensate di evitare che la vostra iniziativa (anche proveniente da una minoranza influente) sia interpretata come un vero sabotaggio (forse un “pusch”?) che per un verso destabilizza la vostra Fraternità e per l’altro contribuisce ad indebolire sempre piú le altre comunità dell’Ecclesia Dei?
Indubbiamente avete creduto di essere autorizzati a prendere una tale iniziativa in seguito a quella presa da dom Gérard, che ha firmato, si dice, un certo “protocollo”. Ma è evidente che quanto ha ritenuto opportuno fare dom Gérard per l’avvenire della sua comunità (valutando - io penso - i rischi evidenti e la fragilità degli ipotetici risultati), non è necessariamente opportuno per tutte le altre comunità dell’Ecclesia Dei!

Peraltro, avete riflettuto su alcune conseguenze deplorevoli - a corto o a medio termine - della vostra iniziativa?
1) Nei confronti della Fraternità S. Pio X: questa non mancherà di sfruttare l’avvenimento per sottolineare che la sua posizione 
    si trova rafforzata: “ecco ancora degli altri preti un po’ piú ‘collegati’ all’episcopato francese o alla Chiesa conciliare”! 
    (secondo il loro modo di parlare). La loro sfiducia finisce con l’essere rafforzata nel momento stesso in cui si stava 
    producendo un timido tentativo di dialogo.
2) Nei confronti dell’episcopato francese: non significa certo dar prova di cattiva volontà pensando che la maggior parte dei 
    nostri vescovi non si augura affatto uno sviluppo della Fraternità San Pietro, né delle altre comunità dell’Ecclesia Dei, 
    peraltro secondo lo spirito e in coerenza con i loro stessi “atti di fondazione”. Io sono convinto che essi siano piú propensi 
    ad esercitare il loro governo nel contesto di una “pastorale” molto piú semplificata, e cioè:
    - da una parte gli “scismatici” di San Pio X
    - dall’altra tutti gli altri preti e fedeli sotto il loro “bastone”, in modo da ridurre a poco a poco il “3° polo” rappresentato 
      proprio dalle comunità dell’Ecclesia Dei; vale a dire lo sviluppo di una Tradizione vivente ed omogenea “in medio 
      Ecclesiæ” pacificamente ed umilmente vincente.
3) E lo scompiglio dei fedeli? Gli uni saranno irresistibilmente tentati di ingrossare i ranghi dei priorati San Pio X, gli altri, piú 
    o meno disgustati, rischiano di abbandonare ogni pratica religiosa: dov’è l’utile per la pastorale?

Io spero che queste preoccupazioni non vi siano estranee e, se avete già riflettuto su di esse, perché agire sabotando e tradendo? Anche qui, prevedo l’arrivo di vigorose reazioni da parte dei fedeli che ne hanno veramente troppo dei pastori che li ingannano!
Sicuramente, io mi limito a sfiorare i problemi posti dalla vostra deplorevole iniziativa. La questione di fondo mi sembra che sia stata trattata magistralmente dal Padre de Blignières nel suo articolo in “Sedes Sapientiæ”: sarebbe di grande utilità che studiaste seriamente quest’articolo per chiarire e rettificare (se siete ancora in tempo) il vostro giudizio e le vostre decisioni. Se persisterete nel vostro progetto di voler modificare sostanzialmente le vostre Costituzioni originarie, lasciare la Fraternità sarebbe, evidentemente, una decisione liberatrice, ad un tempo piú chiara e piú onorevole!

Ci tenevo, signor abate, a farvi conoscere la mia posizione nei confronti della vostra iniziativa, affinché non sussista alcun equivoco sia nei confronti dei membri della vostra Fraternità sia nei confronti dei fedeli che frequentano i vostri priorati e che mi conoscono bene. È per questo motivo, del resto, che io conto di diffondere ampiamente queste righe presso gli uni e presso gli altri.
 “La verità vi farà liberi”. Se ho contribuito anche un po’ a chiarire le cose, non ho perduto il mio tempo!

È con questa speranza che vi assicuro, signor abate, la mia fedele preghiera e la mia sacerdotale vigilanza.

Firmato: Abbé Gérentet de Saluneaux
 

[Articolo pubblicato da Avvenir du Rit Traditionnelle]


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