Guai ai cattolici che hanno voglia di pensare da cattolici
Il caso della professoressa Angela Pellicciari
Ai primi di febbraio sembrava fosse scoppiato uno scandalo:
un’insegnante di un liceo romano veniva accusata di filonazismo.
Intendiamoci, con i tempi che corrono e con l’ignoranza
che impera solenne, ad accusare qualcuno delle cose più incredibili
non ci vuole niente: basta solo una battuta.
Non esageriamo.
Se, per esempio, qualcuno oggi si permettesse
di dire che le Crociate furono una cosa sacrosanta, per di più scrivendo
Crociate con la C maiuscola, come facciamo noi qui, verrebbe come minimo
apostrofato come: guerrafondaio e fondamentalista!
E proprio a motivo del fatto che è estremamente
difficile trovare qualcuno che conosca davvero le Crociate: quasi tutti,
delle Crociate, sappiamo solo quello che abbiamo sentito dire o che abbiamo
letto sui giornali o, ancora peggio, che abbiamo letto sui libri di scuola.
Se accade poi che si trovi qualcuno che, a furia di scartabellare
le vecchie carte, si mette a scrivere e a dire che le Crociate non furono
una guerra di conquista, ma un generoso, seppur disordinato, tentativo
di servire al meglio la Religione Cattolica: … apriti cielo!
Tra ortodossi del falso insegnamento moderno, pappagalli
indaffarati a riempire le colonne nobili dei giornali, cronacanti che si
fanno passare per storici, preti modernisti adusi a schizzare veleno sulla
Chiesa: quel qualcuno viene subito sottoposto a quella che modernamente
si chiama “gogna mediatica”. Che è poi qualcosa di “molto peggio
assai” della antica e sana istituzione dell’esposizione alla berlina del
reo di piccolo calibro.
Su per giù, è questo che è accaduto
alla signora Angela Pellicciari, di professione insegnante, in servizio
presso il liceo classico-linguistico Lucrezio Caro di Roma, con l’incarico
di tenere la cattedra di storia e filosofia.
Questa insegnante crede di potere svolgere il proprio
lavoro con una certa dedizione, e si industria per offrire ai suoi studenti
le tecniche e i mezzi migliori, secondo lei, per apprendere la storia e
la filosofia.
Ovviamente viene da chiedersi: ma chi glielo fa fare?!
Visto come vanno le cose nella scuola moderna, senza
offesa per nessuno, beninteso, bastava adeguarsi totalmente all’andazzo:
i soliti libri di testo, i soliti luoghi comuni, le solite pseudo-certezze.
E invece no. Questa signora, invero un po’ testarda
e un po’ presuntuosa, cosa ti combina? Incredibile, si mette lei stessa
a fare le ricerche: insegna storia? ed allora fa le ricerche storiche!
Come dire: questa va proprio in cerca di rogne!
Ma lei non demorde: convinta che la storia vada insegnata
ai ragazzi servendosi dei dati “storici” e non dei testi manipolati da
autori interessati, ecco che ti diventa una “storica”. E scrive: scrive
su riviste e giornali, scrive dei libri, e fa sapere a tutti che molta
della nostra storiografia relativa agli ultimi due secoli è falsificata,
distorce la verità, trasmette bugie.
Non si avvede, la testona, che così finisce col
diventare una inqualificabile “revisionista”, nonostante le sue asserzioni
scaturiscano direttamente dai documenti storici. |
Titoli di libri scritti dalla
Prof.ssa Angela Pellicciari
- Risorgimento da riscrivere. Liberali e massoni contro
la Chiesa, Ed. Ares, 1998
- L'altro
Risorgimento. Una guerra di religione dimenticata, Ed. Piemme, 2000
- I panni sporchi dei Mille, Fondazione Liberal, 2003
- Risorgimento anticattolico, Ed. Piemme,
2004
|
E che ti va a rivangare la “revisionista”?
Niente poco di meno che il Risorgimento: attenzione,
non un risorgimento qualsiasi, no, ma proprio quel Risorgimento, quello
con la R maiuscola… proprio quello secondo il quale non fu una minoranza
di rivoltosi giacobini che vollero a tutti i costi l’Italia sabauda
franco-inglese, anche contro la volontà del popolo e dei “popoli”,
ma sarebbero stati proprio questi popoli a volersi sotto-mettere a Vittorio
Emanuele Savoia, Carlo Luigi Bonaparte e Alexandrina Victoria Hannover.
Rea di lesa maestà, quindi.
E non tanto perché offende la memoria del terrorista
Mazzini Giuseppe o del predone Garibaldi anch’egli Giuseppe, quanto perché,
giustamente, molti supremi difensori della “memoria condivisa” si sono
guardati in faccia e si sono chiesti: ma di questo passo, dove andremo
a finire?
E… no! Si parte dal risorgimento e finisce che si
arriva a … No! Così non va bene!
Alla prima che mi fai ti licenzio e te ne vai!
E quale migliore occasione per provare a condannare pubblicamente
questa “cerca grane ”, se non quella dello studio del nazismo?
La Prof.ssa Pellicciari ritiene che gli studenti debbano
conoscere direttamente le fonti. Del marxismo: Marx. Del fascimo: Mussolini.
Del nazismo: Hitler.
Passi per Marx (che in fondo era un bonaccione), ma
Mussolini… e Hitler! Non è possibile!
Fermate la pazza!
E succede che una parte di quella brava gente che abita
ai Parioli e che manda i figli a scuola al Lucrezio Caro, si sente toccata
nel vivo… e insorge.
Va dal preside e pretende che questa “revisionista”,
ora divenuta “filonazista”, venga ripresa e rimossa; e spiega anche il
perché, nella lettera di protesta: “La professoressa Pellicciari
è la stessa che all'inizio dell'anno ha fatto il censimento per
alzata di mano tra chi crede in Dio e chi no, che con lo stesso metodo
ha censito gli esonerati dall'ora di religione e che ha cambiato i libri
di testo per insegnare, con un suo libro, "L'altro Risorgimento", in
chiave di revisionismo storico.”
Ecco il gravissimo e imperdonabile reato: il
revisionismo storico.
E già!
Perché per quanto riguarda le altre due accuse:
la prima è ridicola, perché si contraddice da sé,
e la seconda è inconsistente, perché anche i banchi sanno
chi non fa l’ora di religione.
E che “revisionismo ”! Un revisionismo teso a far
capire la verità, a spiegare come sono andate veramente le cose,
a puntualizzare che il cosiddetto “risorgimento ” italiano non fu altro,
in sostanza, che una lotta aspra e spesso feroce contro la Chiesa Cattolica,
come inevitabile corollario della spietata guerra a Dio e alla Religione
che dal 1700 venne condotta con cospicuo spargimento di sangue, altrui,
dai paladini della libertà, dell’eguaglianza e della fraternità.
Ed ecco allora il secondo gravissimo e imperdonabile
reato: l’apologia del Cattolicesimo.
Quando invece tutti sanno che è verità
indiscussa (e indiscutibile) che sono stati i papi, i vescovi, i preti,
le perpetue, i baciapile, le beghine e tutti i poveri ignoranti schiavi
del ricatto psicologico pretesco che hanno sempre impedito la realizzazione
del centenario sogno immaginifico dell’unità del sacro suolo patrio
(o matrio, che dir si voglia)!
Non solo, ma è del tutto evidente, e nessuna
persona sana di mente potrebbe dubitarne, che con questi revisionismi si
parte dal “risorgimento ” (magari insinuando che non vi fosse nulla da
far risorgere e non vi fu nulla che risorse), per giungere ad affermare
che il Cattolicesimo è la vera Religione, quella trasmessaci direttamente
da Dio con l’Incarnazione, la Passione, la Morte in Croce e la Resurrezione
del Suo Figlio Unigenito, inviato dal Padre come Agnello sacrificale che
prende su di Sé i peccati del mondo.
Ma come! Abbiamo lavorato secoli per smontare questa
fantasia da sottosviluppati, abbiamo sacrificato intere vite per costruire
una scuola sempre più atea, abbiamo costretto gli stessi preti a
fare mea culpa di tutto e a chiedere scusa a tutti… ed ecco che arriva,
fresca fresca, questa novella convertita, costei che… ha osato apostatare
il Sol dell’Avvenire, arriva codesta a subornare i nostri figli, insegnando
loro la verità storica e smontando le nostre mene e i nostri intrighi.
Non sia mai!
Attenzione, diciamo noi, il caso della professoressa
Angela Pellicciari è indicativo di un clima che sempre più
si va consolidando nei confronti dei Cattolici che intendono rimanere tali,
rifiutando l’omologazione e la sottomissione alla sovversione moderna.
Stiamo attenti! Poiché non è azzardato
prevedere una sorta di azione discriminatoria o persecutoria contro tutti
coloro che non hanno intenzione di rinunciare alla propria identità
di Cattolici Apostolici Romani.
(febbraio 2006)
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