Lettera agli amici e benefattori, n° 75

di S. Ecc. Mons. Bernard Fellay 
Superiore Generale della Fraternità San Pio X

11 ottobre 2009


(Sottolineature e impaginazione sono nostre)


Cari Amici e Benefattori,


L’entusiasmo che incontriamo nel mondo intero per la nostra crociata del rosario ci riempie di consolazione e ci incita ancora una volta a toccare questo tema con voi.
Se noi sollecitiamo il cielo con la nostra moltitudine di Ave è sicuramente perché l’ora è grave.
Noi abbiamo la certezza della vittoria della Madonna, poiché è ella stessa che l’ha annunciata, ma gli avvenimenti che si sono susseguiti da circa un secolo – da quando è stato annunciato questo trionfo a Fatima – ci obbligano a supporre che ogni sorta di nuove disgrazie potrebbero colpire ancora l’umanità prima di questa vittoria.

Eppure, le regole date a Fatima dalla Madre di Dio erano molo semplici: se il mondo non si converte sarà castigato; «Vi sarà una seconda guerra più terribile della prima». Il mondo non s’è convertito, e la risposta di Dio non s’è fatta attendere troppo. Dopo la seconda guerra mondiale il mondo ha continuato a non convertirsi.  Se si pensa che la Russia si sia convertita, bisogna che qualcuno ci spieghi in che cosa si è convertita e a chi… al liberalismo economico?

Quasi cent’anni dopo, noi constatiamo che il mondo non è certo divenuto migliore, proprio al contrario. La guerra dei senza fede continua imperterrita, ma ha preso un nuovo corso del tutto inatteso: la demolizione prosegue in particolare con un’infiltrazione, una sovversione della Chiesa.
La santa Chiesa, nostra Madre, è in procinto di trasformarsi in un ammasso di rovine spirituali, mentre la facciata esterna si mantiene più o meno bene, ingannando così la moltitudine circa il suo stato reale.
Ed è necessario constatare che questa sovversione ha trovato una insperata e accresciuta efficacia in occasione del concilio Vaticano II.
Non v’è alcun bisogno di fare della profonda teologia: oggi è ormai un dato storico.

Quale parte di responsabilità occorre attribuire al concilio stesso?
Difficile rispondere, ma è evidente che questo concilio non è stato senza effetto e le sue conseguenze sono veramente disastrose.
Per mezzo di esso si è operata la messa all’unisono col mondo. «anche noi, noi più di tutti, siamo i cultori dell’uomo», diceva Paolo VI alla chiusura del concilio.
E l’orientamento antropocentrico del Vaticano II è stato sottolineato a sazietà da Giovanni Paolo II. Ora, questo orientamento è ben strano per la Chiesa di Dio, soprannaturale nella sua essenza; essa che ha ricevuto da Nostro Signore Gesù Cristo, non solo la sua costituzione, i suoi mezzi, ma anche e soprattutto il suo fine, che non è nient’altro che la continuazione della di Lui missione redentrice e salvatrice: «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16, 15-16).

E allora, ecco la tragedia: la missione divina è stata sostituita da una missione tutta umana. È un grande mistero che lascia stupefatti. La salvezza è passata in secondo piano, per non dire di più.

Pochi uomini – proprio molto pochi – comprendono che la terribile crisi della Chiesa a partire dal concilio Vaticano II è una punizione più spaventosa di tutte le altre, perché questa volta la catastrofe è spirituale; ciò che è straziato, che è colpito a morte silenziosamente e in una indifferenza che è peggiore della morte, sono le anime.
La perdita della grazia in un’anima è il danno più terribile che le possa capitare, ma questo non fa chiasso, questo non si sente.
E la voce delle sentinelle s’è zittita.
L’appello alla conversione, alla penitenza, a fuggire dal peccato, dalle tentazioni e dal mondo ha ceduto il passo, se non alla compiacenza, quanto meno alla simpatia nei confronti del mondo. Una vera volontà di fare la pace col mondo moderno.

La missione della salvezza ha così ceduto il passo ad una nuova missione umanitaria; si tratta di aiutare gli uomini di ogni condizione, di ogni religione, a vivere bene insieme sulla terra.

Non v’è alcun dubbio che ciò che gira attorno al messaggio della Santa Vergine a Fatima, a ciò che si chiama il segreto di Fatima, non è concluso. È certo che ciò che noi viviamo è necessariamente inscritto in questo insieme di avvenimenti che un giorno avranno fine col trionfo di Maria. Come accadrà? Come lo vedremo? In ogni caso, questo avverrà almeno con la conversione della Russia, secondo le parole stesse della Santissima Vergine Maria.

Nel 1917, a Roma, gli empi celebrarono i 200 anni della massoneria e i 400 anni del protestantesimo, con delle sfilate particolarmente violente contro la Santa  Sede. I manifestanti gridavano e proclamavano il regno di Satana sul Vaticano e il Sommo Pontefice.
Ancora seminarista, Massimiliano Kolbe assisteva a questi dolorosi avvenimenti e diceva: «Quest’odio mortale contro la Chiesa di Gesù Cristo e il suo Vicario non era una semplice bambinata di individui deviati, ma un’azione sistematica derivante dal principio massonico: “Distruggete ogni qualsiasi religione, soprattutto la religione cattolica” [Pisma Ojca Maksymiliana Marii Kolbego franciszkanina, Niepokalanow, maszynopsis, 1970]. (…) È possibile che i nostri nemici devono dispiegare tanta attività fino ad avere la superiorità, mentre noi restiamo oziosi, applicati tutt’al più a pregare, senza metterci all’opera? Non abbiamo forse delle armi più potenti: la protezione del Cielo e della Vergine Immacolata? L’Immacolata, vittoriosa e trionfatrice su tutte le eresie, non cederà il posto al nemico che risolleva la testa, se troverà dei servitori fedeli, docili al suo comando: ella acquisirà nuove vittorie più grandi di tutto quello che si possa immaginare. Occorre che ci si metta, come docili strumenti, nelle sue mani, impiegando tutti i mezzi leciti, introducendoci dappertutto con la parola, con la diffusione della stampa mariana e della medaglia miracolosa, valorizzando la nostra azione con la preghiera e il buon esempio. [Testimonianza del Padre Pignalberi riportata nel processo di beatificazione]».

Egli fondò la Milizia dell’Immacolata solo pochi giorni dopo l’apparizione della Madonna a Fatima, il 13 ottobre, quando si operò il grande miracolo del sole. Fu infatti il 16 ottobre che con sei compagni seminaristi si consacra al Cuore Immacolato di Maria, per condurre a Dio il mondo intero per mezzo dell’Immacolata.

Non si può non rimanere colpiti dalla rapporto tra il messaggio di Fatima e la risposta del francescano polacco, leggendo il suo atto di consacrazione:
O Immacolata, Regina del cielo e della terra, rifugio dei peccatori e Madre nostra amorosissima, cui Dio volle affidare l’intera economia della misericordia, io N. N., indegno peccatore, mi prostro ai tuoi piedi supplicandoti umilmente di volermi accettare tutto e completamente come cosa e proprietà tua, e di fare con me e con tutte le facoltà della mia anima e del mio corpo, con la mia vita, morte ed eternità, ciò che ti piace.
Disponi pure, se vuoi, di tutto me stesso senza alcuna riserva per compiere ciò che è stato detto di te: “Ella ti schiaccerà il capo”, come pure “tu sola hai distrutto tutte le eresie sul mondo intero”, affinché nelle tue mani immacolate e misericordiosissime io divenga uno strumento utile per innestare e incrementare il più fortemente possibile la tua gloria in tante anime smarrite e indifferenti e per estendere, in tal modo, quanto più è possibile il benedetto Regno del sacratissimo Cuore di Gesù. Dove tu entri, infatti, ottieni la grazia della conversione e della santificazione, poiché ogni grazia scorre attraverso le tue mani dal Cuore dolcissimo di Gesù fino a noi. [Scritti di Massimiliano Kolbe, Nuova edizione volume unico ENMI Roma, 1997].

Carissimi fedeli, è proprio in questo spirito che abbiamo lanciato questa crociata del Rosario. Ma la preghiera è solo una parte: non dimentichiamo gli altri due elementi, altrettanto importanti, la penitenza e la devozione al Cuore Immacolato di Maria.
Nella mortificazione, noi vogliamo riparare le ingiurie fatte a Maria, in unione col suo Cuore addolorato vogliamo associarci il più vicino possibile al sacrificio della Croce di Nostro Signore, perché è là che si opera la nostra salvezza.


E con questo siamo al cuore del messaggio di Fatima: «Dio vuole introdurre la devozione al mio Cuore Immacolato». Forse non si insiste troppo su quest’ultimo aspetto che ci sembra ancora più importante della consacrazione della Russia e che è la seconda condizione indicata da Maria al Papa per il suo trionfo: consacrare la Russia E promuovere la devozione al suo cuore immacolato.

In questo mese di ottobre affronteremo una nuova fase delle nostre relazioni col Vaticano, quella dei colloqui dottrinali.
La posta è molto importante e noi la raccomandiamo alle vostre preghiere. Senza alcun dubbio, la cosa fa parte della nostra crociata ed è evidente che questa intenzione è inclusa nel trionfo che noi tutti desideriamo del Cuore Immacolato di Maria.
Anche questo supera le nostre forze, e sarebbe una follia pura e semplice lanciarsi in una tale impresa se essa non fosse sostenuta dalla potenza dei mezzi soprannaturali della preghiera e della penitenza.

Non vogliamo concludere questa lettera senza ringraziarvi anche per i vostri sforzi generosi che permettono alla nostra opera di svilupparsi dappertutto nel mondo. E tuttavia qualcosa ci fa rallentare: la messe è abbondante, ma mancano gli operai per la messe. Già Nostro Signore lo diceva e indicava il rimedio: pregate per le vocazioni! Noi vorremmo venire in aiuto a tutti i fedeli che hanno la santa Messa solo una volta al mese o solo la Domenica e che non possono beneficiare di tutto il sostegno sacerdotale normale… Tuttavia il buon Dio ci gratifica quest’anno di 27 nuovi sacerdoti, e per l’anno prossimo ci aspettiamo una cifra un po’ più elevata. Ma questo non basta, tanto la messe è grande nel mondo intero.

Siate profondamente ringraziati per tutti i vostri sforzi. Che Dio ve li renda in grazie e benedizioni abbondanti che noi invochiamo di tutto cuore su di voi, le vostre famiglie, i vostri figli. Che la Madonna del Rosario, il Cuore Immacolato di Maria vi protegga.

Nella festa della Maternità della Madonna, 11 ottobre 2009

+Bernard Fellay




ottobre  2009

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