La
Federazione Internazionale Una
Voce
inserisce tra i suoi scopi statutari
la difesa
della dottrina cattolica tradizionale
14 novembre 2009
(questo
documento in formato pdf)
Nei giorni 14 e 15 novembre
2009 si è svolta a Roma la XIX Assemblea Generale della Foederatio Internationalis Una Voce
(FIUV).
L’Assemblea si svolge ogni due anni per gli adempimenti statutari e per
l’approvazione di proposte e risoluzioni relative alla vita della
Federazione.
La Federazione raggruppa 37 associazioni nazionali distribuite in 30
diversi paesi nel mondo. Per l’Italia fanno parte della Federazione, Una Voce Italia,
la nostra Associazione: Inter Multiplices Una
Vox e il Coordinamento di Una
Voce delle Venezie.
Quest’anno la Federazione, nel corso di un apposito incontro svoltosi
il 28 ottobre 2009, ha presentato al Santo Padre un resoconto circa
l’applicazione del Motu Proprio Summorum
Pontificum cura, reperibile sul sito internet della Federazione.
Oltre agli adempimenti statutari, sono state approvate alcune
risoluzioni:
- Una riguardante l’uso della Comunione sulla lingua, presentata dalla Ecclesia Dei Society of New Zealand.
- Una che raccomanda l’uso di una preghiera per il Santo Padre dopo la
celebrazione della S. Messa e in occasione della Benedizione
Eucaristica, presentata dal Presidente della Federazione, Leo Darroch (The Latin Mass Society of England and Wales).
- Una che propone di aggiungere agli scopi
elencati nello Statuto il recupero della formazione dottrinale dei
fedeli, chierici e laici, alla luce della Tradizione.
La risoluzione è
stata presentata dalla nostra Associazione ed è stata approvata
dall'Assemblea, che ha rimandando all’apposita commissione per la
revisione dello Statuto la formulazione del nuovo testo da inserire.
L'approvazione di questa risoluzione testimonia della
precisa percezione dei fedeli tradizionali circa la primaria importanza
della tematica dottrinale, soprattutto oggi, senza la quale ogni sforzo
in campo liturgico diventa poco fruttuoso e a volte anche foriero di
confusione.
Riportiamo qui di seguito
il testo della risoluzione,
preceduto dal breve intervento del nostro
Presidente.
Intervento del nostro Presidente Calogero Cammarata
pronunciato nel pomeriggio
di sabato 14 novembre 2009
per introdurre la risoluzione
Rendiamo grazie a Dio per il Motu Proprio e
ringraziamo il Papa Benedetto XVI, che Dio ce lo conservi a lungo.
La prima tappa di una grande battaglia è vinta.
Adesso, con l'aiuto di Dio, bisognerà vincere definitivamente
questa battaglia per la liturgia.
Il compito è duro e sarà molto contrastato.
Ma una nuova battaglia per la fede va iniziata, una battaglia ancora
più difficile e pericolosa. La battaglia per la conservazione
della dottrina cattolica.
Molti fedeli si sono avvicinati alla Tradizione, ed è nostro
dovere ricordare a questi fedeli che la liturgia non è un
patrimonio culturale e religioso, ma è la dottrina messa in
azione. È questo che fa della liturgia un Ritus, un Ordo.
La liturgia è la dottrina agita perché serva da veicolo
per la Grazia divina, per la salus
animarum.
Oggi incombe un grande pericolo sulla liturgia cattolica.
La sua diffusione potrebbe prescindere dalla cura e
dall'approfondimento della dottrina. E la sola liturgia, senza la
dottrina, diventa presto mera cerimonia.
È un rischio reale dopo quarant'anni di Concilio e di
post-concilio.
I nemici della Tradizione, vescovi in testa, faranno di tutto per
svuotare la liturgia cattolica dei suoi contenuti, trasformandola in un
contenitore buono per tutti gli usi.
Vero è che la liturgia tradizionale è di per sé un
formidabile strumento di santificazione, ma oggi viviamo in un mondo
dove i chierici modernisti sono in grado di predicare e praticare le
più incredibili contraddizioni, magari ammantandosi della parola
tradizione.
Abbiamo un esempio tangibile di questo abbrutimento nella liturgia
anglicana.
In essa si conservano molti elementi cerimoniali dell'antica liturgia
cattolica, ma si è persa ogni traccia della dottrina cattolica.
La liturgia anglicana è ancora bella, ma essa non è
più cattolica c non è più il veicolo della Grazia
voluto da Nostro Signore e dagli Apostoli. Essa è solo un guscio
vuoto, una mera cerimonia. Noi oggi abbiamo il dovere di mantenere viva
ed operante la dottrina cattolica.
Dopo aver lottato per consegnare in eredità ai nostri figli la
millenaria liturgia dei Padri, dobbiamo operare per trasmettere loro la
dottrina della Chiesa cattolica, piena ed intera.
Ci attende un compito immane, ma con l'aiuto di Dio possiamo farcela, e
in ogni caso è questo il nostro dovere, al di là dei
risultati.
A noi il nostro dovere, a Dio tutto il resto.
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RISOLUZIONE
Risoluzione
in formato pdf

Assemblea Generale 2009 FIUV
Risoluzione
A più di 40 anni dalla nascita de The International Federation Una Voce,
possiamo affermare che le istanze avanzate nel suo Statuto, all’art. 2,
hanno trovato accoglimento presso la Sede Apostolica, per mezzo del
Motu Proprio Summorum Pontificum.
Una tappa importante in difesa della Tradizione è stata
completata.
Rendiamo grazie a Dio, rivolgiamo profondi sentimenti di gratitudine al
Santo Padre Benedetto XVI, che Dio lo conservi, e volgiamo grati il
nostro pensiero a tutti gli amici che in questi anni si sono battuti
per il raggiungimento di questo obiettivo.
Per tutti il nostro pensiero va ai nostri due Presidenti che purtroppo
non hanno avuto la fortuna di poter attraversare un così
agognato
traguardo: il Dott. Eric Maria Vermehren de Saventhem e Michael Davies.
Il Motu Proprio Summorum Pontificum
ha aperto un varco nel muro di ostilità che per 40 anni ha
respinto le
legittime istanze dei fedeli tradizionali, e ha anche permesso di
verificare che tale ostilità non riguardava e non riguarda la
liturgia
tradizionale della Chiesa, bensì tutta la Tradizione cattolica.
Quella che abbiamo chiamato “la guerra dei vescovi” si è
confermata
fondata su una concezione della Chiesa che vuole prescindere dalla
Tradizione per giungere ad una nuova aggregazione ecclesiale, una
immaginaria nuova chiesa più umana e molto meno divina.
Non si spiega altrimenti l’atteggiamento di chi rifiuta e combatte il
patrimonio divino della Chiesa, contrasta la funzione gerarchica del
Sommo Pontefice, esalta l’autonomia magisteriale del vescovo locale.
Una visione della Chiesa fotocopia del mondo che ha relegato in secondo
piano la suprema lex della salus animarum.
L’affermarsi e l’ampliarsi di questa condizione sarebbe stata
impossibile senza quella preventiva forma
mentis
che ha condotto al ribaltamento della gerarchia dei principi del
Magistero: non più la dottrina che informa la pastorale, ma la
pratica
quotidiana, l'esperienza religiosa, il vissuto esistenziale (come si
ama dire oggi) che rivisitano e adattano e trasformano la dottrina. Forma mentis
mutuata interamente dalla concezione moderna del mondo e della
società,
che, bontà sua, concede a Dio un posto tra tanti, quasi
un’accessorio,
un’accessorio di pregio, ma un’accessorio.
Già anni fa il cardinale Ratzinger, oggi Sommo Pontefice
regnante,
aveva auspicato una nuova spiritualità per i chierici al fine di
superare questa terribile crisi in cui versa la Chiesa cattolica.
Questo auspicio oggi si presenta come una necessità urgente, che
dev’essere affrontata col ritorno alla dottrina integrale dei Padri,
con le armi della sana e perenne dottrina tradizionale.
Un nuovo dovere incombe sui fedeli della Santa Chiesa.
Vinta la prima battaglia per il riconoscimento della non
abrogabilità
della liturgia di sempre, oggi occorre intraprendere un combattimento
nuovo che, oltre ad ampliare sempre più lo spazio della pratica
liturgica tradizionale, deve mirare al ritorno all’intera dottrina
tradizionale, di per sé fondamento della sana liturgia e della
sana
pastorale, strumenti indispensabili per la salvaguardia della fede.
In questa ottica, auspichiamo due cose: l’impegno dottrinale dei fedeli
tradizionali e l’opportuno sostegno degli Istituti Ecclesiali
tradizionali, cosiddetti dell’Ecclesia
Dei, che tanto hanno lavorato e meritato.
I primi a seconda delle proprie capacità e possibilità, i
secondi in
forza della loro preparazione e del loro particolare carisma.
I primi con l’opera di testimonianza nei più diversi ambiti
ecclesiali,
i secondi con l’opera di approfondimento delle analisi dottrinali
necessarie nell’ora presente e atte a sostenere e confortare l’azione
dei primi.
Certo, un compito immane, ma che è divenuto urgente e
inderogabile,
tanto più che, grazie a Dio e a partire dal famoso discorso di
Benedetto XVI alla Curia romana, del 22 dicembre 2005, stiamo
assistendo ad un certo risveglio dell’attenzione di tanti per le
problematiche che fino a ieri sembravano appannaggio esclusivo del
mondo tradizionale.
È compito nostro sostenere e incoraggiare queste iniziative,
come quella italiana di Mons. Brunero Gherardini, col suo libro: Concilio Vaticano II. Un discorso da fare.
Il processo di revisione dell’impianto teologico del post-Concilio
è
appena iniziato, grazie a Dio e al coraggio del Sommo Pontefice, e noi
siamo chiamati a mettere a disposizione le nostre forze, le nostre
intelligenze e i nostri cuori.
Per il bene della Santa Chiesa e ad
maiorem Dei gloriam.
Proposta di aggiornamento dello Statuto
Inserire tra i fini della FIUV
- Operare per il recupero della formazione dottrinale dei fedeli,
chierici e laici, in conformità con gli insegnamenti
tradizionali della
Chiesa di sempre.
- Promuovere, agevolare e sostenere le iniziative e gli studi atti a
realizzare la suddetta formazione dottrinale .
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gennaio 2010
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