Brani dell'omelia pronunciata da

S. Ecc. Mons. Bernard Fellay

Superiore generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X
a Flavigny (Francia) il 2 febbraio 2010
in occasione della vestizione di 13 nuovi seminaristi



 
In attesa di riportare il testo completo dell'omelia,
pubblichiamo il contenuto del dispaccio dell'Agenzia ASCA del 5 febbraio 2010, relativo allo stato dei colloqui tra
la Santa Sede e la Fraternità Sacerdotale San Pio X
(reimpaginato ed evidenziato da noi)




LEFEBVRIANI: FELLAY, ACCORDO CON VATICANO UMANAMENTE IMPOSSIBILE
 
(ASCA) - Roma, 5 feb - I colloqui dottrinali con il Vaticano '“non servono a niente” e “umanamente, non arriveremo mai ad un accordo”: è quanto ha confessato, nel sermone pronunciato durante la cerimonia di consegna della tonaca a 13 giovani seminaristi lo scorso 2 febbraio, a Flavigny, in Francia, il superiore dei lefebvriani, mons. Bernard Fellay.

“Ci facciamo sempre la domanda - ha detto il capo della Fraternita' Sacerdotale San Pio X -, cosa fare con Roma, quale sarà il risultato delle discussioni con Roma, si arriverà ad un accordo? Sinceramente, parlando umanamente, non lo vediamo arrivare questo accordo. Cosa vuol dire accordo? Su cosa siamo d'accordo?”.

“Se discutiamo, e non negoziamo, discutiamo - ha aggiunto - è nella speranza che questa verità, che questa parola che proclamiamo ai massimi livelli della Chiesa, tocchi i cuori... poiché abbiamo i mezzi di aprire la bocca, abbiamo il dovere di aprirla”.

Questo non vuol dire che dimezzeremo la verità per cercare di trovare un cammino mediano, assolutamente no, anzi”.

“Allora - ha ribadito mons. Fellay -, umanamente, non arriveremo mai ad un accordo? Sì, umanamente non arriveremo ad un accordo, per come vediamo adesso le cose, umanamente non serve a niente”.

Il prelato lefebvriano ha però voluto aggiungere una nota di speranza:
“Quando parliamo della Chiesa non parliamo di 'umanamente', parliamo di una realtà soprannaturale. Sappiamo che le cose sono nelle mani di Dio, che ha i mezzi per rimettere la Chiesa in carreggiata”.

Sulla messa tridentina in rapporto a quella riformata voluta dal Concilio Vaticano II, mons. Fellay ha anche osservato:
Ci si chiede a volte quali sono i punti comuni, talmente è differente. Come è possibile che tutto non sia cambiato. Quando sentiamo oggi, anche da Roma, che niente è cambiato, che è la stessa cosa, si rimane un pà interdetti”.

Quando si dice che non c'è differenza tra le due messe, vorrei che aprissero gli occhi, non è difficile”.






febbraio 2010

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