Eleison comments CLVII
 
MODERN ART - II

Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  17 luglio 2010

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson relativo alla caratteristica dell'arte moderna, che è la bruttezza, contrapposta all'arte classica, caratterizzata dall'armonia. La prima per la lontananza da Dio, la seconda per la vicinanza a Dio.


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Con la sua disarmonia, l’arte moderna punta a qualche primaria armonia, come l’armonia punta a  Dio. Malgrado se stessa, l’arte moderna punta a Dio.

Arte moderna - II

Con la sua stessa bruttezza, l’arte moderna punta all’esistenza e alla bontà di Dio. Dopo tre mesi (cfr. CE 144), torniamo su questo paradosso, nella speranza che le anime che riconoscono col comune buonsenso la differenza fra la bellezza e la bruttezza nell'arte, si lascino aiutare a vedere che se Dio non esistesse, non esisterebbe neanche questa differenza.

La parola “arte” significa abilità, o il prodotto dell’umana abilità. In essa possono rientrare la pittura, il disegno, la scultura, l’abbigliamento, la musica, l’architettura e così via. L’espressione “arte moderna” generalmente si riferisce in modo particolare alla pittura e alla scultura sorte a partire dai primi del 1900 ad opera di un movimento di artisti che rifiutò, e rifiuta, deliberatamente tutti i criteri e i canoni di bellezza così com’erano concepiti prima del XX secolo. La differenza fra l’arte pre-moderna e quella moderna è tangibile e chiara come, qui a Londra, la differenza tra il classico Tate Museum a Millbank e il Tate Modern, un museo completamente nuovo realizzato dieci anni fa su un tratto della opposta riva del Tamigi a valle del primo. È come se l’arte moderna non riesca più a stare sotto lo stesso tetto dell’arte pre-moderna.  Si fanno la guerra l’un l’altra, esattamente come accade per le chiese antiche e la nuova Messa.

Ora, l'arte moderna in questo senso è caratterizzata dalla sua bruttezza. Il comune buonsenso in questo caso si trova d'accordo con il capo comunista Kruscev, di cui si dice che ad una mostra d’arte moderna in Russia abbia esclamato: “Un asino può fare meglio con la coda”. E che cos’è la bruttezza?  Disarmonia. Nel suo mirabile libro, “Picasso, Creator and Destroyer”, Arianna Huffington ha dimostrato che ogni volta che Picasso si è innamorato di una delle sue sei donne (quelle più importanti), i suoi dipinti erano più calmi e riflettevano qualcosa della loro bellezza naturale, ma non appena finiva l’innamoramento, la sua rabbia lacerava quella bellezza e produceva “capolavori” di arte moderna. Lo schema si ripete in Picasso come un orologio!

In effetti, la bellezza nell’arte nasce da un’armonia nell’anima, sia pure un’armonia solo terrena, mentre la bruttezza deriva da una disarmonia nell’anima, come per l’odio. Ma l’armonia non ha bisogno della disarmonia, mentre invece la disarmonia, come suggerisce la parola stessa, presuppone una certa armonia, con la quale, per la sua stessa essenza, fare la guerra. Così l’armonia primeggia sulla disarmonia, mentre ogni disarmonia testimonia qualche armonia. Ma più profondamente armonioso di qualsiasi dipinto di donne belle può essere un dipinto della Madonna, perché l’armonia nell’anima dell’artista che dipinge la Madre di Dio può essere più alta e più profonda dell’armonia ispirata da un mero modello umano, quantunque bello. Perché? Perché la bellezza della Madonna deriva dalla sua vicinanza a Dio, la cui divina armonia -- perfetta semplicità e unità -- supera infinitamente l’umana armonia delle più belle fra le semplici creature.

Perciò la povera arte moderna punta all’armonia che le manca, mentre ogni armonia mira a Dio. Allora nessuno ricorra alla bruttezza dell’architettura moderna per accogliere la Messa tridentina. Se uno lo facesse, si potrebbe pensare che stia cercando, o aspettando, di ritornare alla disarmonia del Novus Ordo Missae!

Kyrie eleison.

Londra, Inghilterra



luglio 2010

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