Eleison comments CCI
 
TWO REPENTANCES

Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  21 maggio 2011

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson relativo al significato del pentimento di Pietro e del mancato pentimento di Giuda.

Questi commenti sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
http://dinoscopus.blogspot.com/




La differenza tra il rimorso di Giuda Iscariota e il pentimento di Pietro è che la volontà di Giuda era di resistere alla grazia, quella di Pietro di amare Gesù.


Due pentimenti


Un lettore di “Commenti Eleison”  alcuni mesi fa mi ha chiesto qual è la differenza tra il pentimento di Giuda Escariota, che gettò i suoi 30 pezzi d'argento ai piedi delle autorità del Tempio (Mt. XXVII, 3), e quello di Pietro, che pianse amaramente al canto del gallo (Mt. XXVI, 75). Una buona risposta si trova nelle pagine del Poema dell'Uomo-Dio di Maria Valtorta (1897-1961). Nostro Signore (se è davvero Lui - “nelle cose dubbie, libertà”) commenta la visione che le ha appena concessa sulle ultime ore di Giuda Escariota.
Il testo italiano è leggermente adattato:-  
 
“Si, la visione è orrenda, ma non inutile. Troppi credono che Giuda abbia commesso una cosa da poco. Alcuni giungono anzi a dire che egli è un benemerito, perché senza di lui la Redenzione non sarebbe venuta e che perciò egli è giustificato al cospetto di Dio. In verità, ti dico che se l'Inferno non fosse già esistito, perfetto nei suoi tormenti, sarebbe stato creato per Giuda ancor più eternamente orrendo, perché di tutti i peccatori e i dannati egli è il più dannato e peccatore, né per lui in eterno vi sarà addolcimento della condanna. 
 
“Il rimorso l'avrebbe anche potuto salvare, se egli avesse fatto del rimorso un pentimento. Ma egli non volle pentirsi, e al primo delitto di tradimento, ancora compatibile per la grande misericordia che è la mia amorosa debolezza, ha unito bestemmie, resistenze alle voci della Grazia, che ancora gli volevano parlare attraverso i ricordi, attraverso ogni traccia di me da lui incontrata nel suo ultimo disperato inseguimento per Gerusalemme, compreso l'incontro con mia Madre e le sue dolci parole. Ha resistito a tutto. Ha voluto resistere. Come aveva voluto tradire. Come volle maledire. Come si volle suicidare.
È la volontà quella che conta nelle cose. Sia nel bene che nel male. 
 
"Quando uno cade senza volontà di cadere, Io perdono. Vedi Pietro. Ha negato. Perché? Non lo sapeva esattamente neppure lui. Vile Pietro ? No. Il mio Pietro non era vile. Nell'Orto di Getsemani contro la coorte e le guardie del Tempio aveva osato ferire Malco per difendermi e rischiare d'essere ucciso per questo. Era poi fuggito. Senza avere la volontà di farlo. Aveva poi negato. Senza avere la volontà di farlo. Ha saputo poi ben restare e procedere sulla sanguinosa via della Croce, sulla mia Via, fino a giungere alla morte di croce. Ha saputo poi molto bene testimoniare di Me, sino ad essere ucciso per la sua fede intrepida. Io lo difendo il mio Pietro. Il suo è stato l'ultimo smarrimento della sua umanità. Ma la volontà spirituale non era presente in quel momento. Ottusa dal peso dell'umanità, dormiva. Quando si destò non volle restare nel peccato e volle esser perfetta. Io l'ho perdonato subito.
Giuda non volle...”
 
Alla fine del Poema dell'uomo-Dio, Nostro Signore (se è Lui - e io credo che lo sia) indica a Maria Valtorta i sette motivi per i quali ha concesso al mondo moderno questa lunga serie di visioni della sua vita.
Il primo motivo è reintrodurre nella mente della gente le dottrine fondamentali della Chiesa nella loro realtà, sconvolta dal modernismo. Non è giusto ?
Il settimo motivo è "far conoscere il mistero di Giuda": come può perdersi un'anima già tanto altamente gratificata da Dio.     

Kyrie eleison


Londra, Inghilterra



maggio 2011

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