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Eleison comments CCXXVII di S. Ecc. Mons. Richard Williamson Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X 19 novembre 2011
Un
commentatore su Internet propone riforme finanziarie e politiche per la
crisi odierna, ma tutte queste soluzioni per avere successo devono
dipendere dalla religione.
Soluzioni finanziarie Numerosi commentatori di questioni economiche oggi scrivono o dicono che il sistema finanziario del mondo è sull’orlo del collasso. Nessuno di loro è certo sul tempo, ma molti di loro prevedono che si tratterà di un collasso pesante. Prima dell’inizio della crisi finanziaria del 2008, poche persone la presagivano, perché conducevano confortevolmente un tenore di vita che sembrava ben consolidato e destinato a durare per sempre. Tuttavia, se questi commentatori hanno ragione, esso sta per scardinarsi. Tutti noi dovremmo riflettere su cosa è andato storto e su come si possa raddrizzarlo. Qui di seguito vi è una serie di proposte pratiche, adattate sulla scorta di un recente articolo pubblicato sul sito Burning Platform. Non è necessario concordare con ognuna di esse per considerare delle alternative al nostro attuale sistema ormai sfasciato. Si tratta di proposte politiche e finanziarie. Incominciamo con le seconde:- * Nazionalizzare quelle banche che per essere “troppo grandi per fallire” possono tenere in ostaggio lo Stato. Si lasci che le perdite ricadano sui responsabili o su chi è coinvolto, non sui contribuenti. * Ripristinare (negli USA) il Glass-Steagall Act per impedire che in futuro le banche possano nuovamente divenire così grandi. * Ripristinare dei limiti nelle regole contabili di mercato, così che le banche non possano più pretendere che i loro beni valgano molto di più del loro valore di mercato. * Regolamentare il mercato dei derivati così che parimenti nessuna entità finanziaria possa diventare talmente grande da minacciare il crollo dell’intero sistema, nel momento in cui fallisce (come accaduto negli USA con l’AIG). * Semplificare l’attuale sistema altamente farraginoso delle imposte sul reddito o sostituirlo interamente con un’imposta sui consumi, ed eliminare le agevolazioni fiscali alle imprese. Si noti come tali proposte siano esplicitamente finanziarie, ma al tempo stesso implicitamente politiche, perché per essere attuate è necessario un significativo cambiamento del modo di pensare della gente e specialmente dei dirigenti. La finanza dipende dalla politica. Ecco quindi le proposte politiche più ovvie, passibili di discussione, ma che indicano almeno la giusta direzione:- * Combattere la corruzione dei fin troppo benestanti politici, imponendo dei limiti di mandato. Combattere la corruzione delle elezioni mossa da interessi particolari, abolendo tutte le lobby e i lobbisti. * Limitare il potere della banca centrale, togliendole il controllo della moneta nazionale. * Riorganizzare le prestazioni sociali degli Stati, alle cui finanze esse attingono così tanto che domani non saranno più in grado di aiutare nessuno. * Rieducare la gente a limitarsi e ad accettare un tenore di vita più basso, così che invece di spendere a scapito della società contribuiscano ad edificarla col risparmio. * Fare il possibile per rimpiazzare le caotiche periferie con dei quartieri più autosufficienti. * Rinunciare all’impero mondiale così da tagliare le enormi spese militari degli Stati Uniti, per esempio riportando a casa le migliaia di truppe presenti nelle basi sparse nel mondo. Anche qui, per attuare tali proposte sono necessari grandi cambiamenti nel modo di pensare della gente e specialmente dei dirigenti. Le decisioni politiche si basano su ciò che ha valore per la gente. Perché siamo vivi? Per godere sulla terra o per essere veramente felici nell’eternità? È questa una domanda aut-aut? C’è un’eternità? In effetti, la politica dipende dalla religione o dalla mancanza di essa. Un crollo finanziario sarà in grado oggi di riportare qualcuno al buonsenso? Kyrie eleison. Londra, Inghilterra (torna
su)
novembre 2011 |