Eleison comments CCXXXV

STATE RELIGION ? - III

Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  14 gennaio 2012

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson relativo ancora al dovere dello Stato di proteggere la fede e la morale cattoliche.

Questi commenti sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
http://www.dinoscopus.org/italiano/italianiprincipale.html




Risposte ad altre tre obiezioni alla dottrina che tutti gli Stati dovrebbero essere cattolici, tratte non tanto dalla fede, quanto dalla ragione naturale.


Religione di Stato? - III


Affermare che gli Stati non devono professare o proteggere la religione cattolica è un classico errore liberale e uno dei maggiori errori del Vaticano II. Il liberalismo afferma, per così dire: “Non attacchiamo il cattolicesimo di petto, ma col divide et impera. Separiamo l’uomo individuale dalla società , fingendo che non sia un animale sociale, ed ecco che la religione diventa un affare puramente individuale. Questo ci permetterà di prendere le redini della società, e una volta che l’avremo resa liberale, con quest’arma potente potremo ritornare all’individuo per liberalizzare anche lui, perché ovviamente l’uomo è un animale sociale! Se poi un individuo non vorrà essere liberale, avrà grande difficoltà a resistere alla società che avremo liberalizzato.” Non è così? Basta guardarsi intorno! Rispondiamo adesso ad altre tre obiezioni contro la dottrina che, per la salvezza delle anime, sostiene che ogni Stato dovrebbe essere cattolico.

Eccellenza, Nostro Signore stesso ha detto: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” (Mt. XXII, 21). Qui Nostro Signore separa chiaramente la Chiesa dallo Stato. Quindi, nessuno Stato dovrebbe farsi coinvolgere nel cattolicesimo o in qualunque altra religione.

Risposta: No, qui Nostro Signore non separa la Chiesa dallo Stato! Egli parla della distinzione, dettata dal buon senso, tra ciò che l’individuo deve allo Stato (tasse, ecc.) e ciò che deve a Dio (culto). Nostro Signore non dice affatto che lo Stato temporale non deve alcunché all’eterno Iddio. Infatti, lo Stato, essendo l’autorità temporale collettiva di un insieme di esseri umani, negli atti della sua autorità deve a Dio quello stesso che tutti noi dobbiamo a Lui come esseri sociali, vale a dire l’osservanza sociale della Sua legge naturale, che per quella Chiesa che la semplice ragione naturale può già vedere essere vera, significa tutto il riconoscimento e la promozione sociale richieste dal bisogno di salvezza delle anime.

Ma discernere quale sia la vera religione è cosa che deve fare l’individuo. Quindi, come può lo Stato come tale essere obbligato ad essere cattolico per principio?

Risposta. Lo Stato non è altro che l’associazione morale (cioè non-materiale), in un corpo politico, di un numero maggiore o minore di esseri umani fisici (cioè materiali). Ma ognuno di questi esseri umani, con il mero uso corretto della sua ragione naturale, anche non avendo la virtù soprannaturale della fede, è in grado di capire che Dio esiste, che Gesù Cristo è Dio e che la Chiesa cattolica è l’unica Chiesa fondata da Gesù Cristo. Se quindi un dato Stato non discerne quale sia la vera religione, non è perché i suoi cittadini non possono capire, ma perché per tutta una serie di motivi non lo fanno, o non vogliono farlo, usando correttamente la ragione che Dio ha dato loro. Infatti, essi sono in grado di capire e, non facendolo, hanno tutti davanti a Dio una maggiore o minore responsabilità, da Lui perfettamente valutata a seconda delle circostanze.

Ma, Eccellenza, insistendo nel dire che ogni Stato ha l’obbligo di essere cattolico, Lei non farà altro che alienare molta gente dalla buona dottrina.

Ogni Stato dovrebbe essere cattolico per la gloria di Dio e la salvezza eterna delle anime. Quindi, per gli uomini troppo ignoranti o corrotti, ai quali questa verità  non dice niente, ma li allontana, è possibile, senza minimizzare il principio, proclamarla loro con prudenza, cosa che non la rende meno vera. I veri principi non sono meno veri se qualche volta è necessario che nella pratica li si proclami con una certa prudenza. Certamente, però, ai lettori di questi “Commenti” può essere detta la verità  tutta intera!

Kyrie eleison.

Londra, Inghilterra



gennaio 2012

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