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Mons. Gerhard Ludwig Müller, vescovo di Ratisbona rilasciata al settimanale tedesco Die Zeit - versione on-line il 3 febbraio 2009 Le sottolineature sono nostre Zeit on-line: La revoca della scomunica del vescovo negazionista Richard Williamson continua a provocare proteste. Papa Benedetto non lo sapeva anche prima? Mons. Gerhard Ludwig
Müller: In apparenza il Papa ha la responsabilità.
Ma fondamentale per la remissione è il processo interno, il
lavoro dei comitati. Non credo che il Papa fosse a conoscenza del
comportamento del vescovo Williamson. Papa Benedetto XVI ha aperto le
braccia con un gesto generoso.
Zeit on-line: Come è giunto a questo gesto? Mons. Gerhard Ludwig
Müller: Il Papa ha ricevuto dalla Fraternità San Pio
X una richiesta di revoca della scomunica. Per lui è stato un
atto di generosità tendere la mano al gruppo di emarginati. Per
il Papa non è stato un segno di riconoscimento per
l’antisemitismo di Williamson o di altri membri della FSSPX. Le loro
opinioni differiscono dai principi della Chiesa cattolica.
Zeit on-line: Tuttavia, la Chiesa cattolica romana e il Papa si trovano oggi in una brutta posizione, perché un negatore dell’Olocausto sembra essere riabilitato. Mons. Gerhard Ludwig
Müller: Cristo non ha redento gli uomini e fondato la
comunità di fede dei cristiani per discriminare le altre
religioni. Le dichiarazioni di Williamson sono insostenibili e non
rappresentano ciò che un vero cattolico deve sentire. Tali
dichiarazioni devono essere respinte con forza. Per di più non
si può parlare di riabilitazione.
Zeit on-line: Perché no? Mons. Gerhard Ludwig
Müller: I vescovi e i sacerdoti non sono riabilitati. Il
Papa non ha fatto altro che rispondere al loro desiderio di vedere
revocata la scomunica. Adesso bisognerà valutare se essi
soddisfano ai requisiti che la Chiesa cattolica richiede per i suoi
sacerdoti.
Zeit on-line: È sufficiente la censura nei confronti di Williamson, di cui ha parlato il Superiore Generale della Fraternità San Pio X? Mons. Gerhard Ludwig
Müller: No, questo non basta. In seguito alla scomunica, il
vescovo Williamson è sotto l’autorità del Papa e non di
quella dei suoi Superiori. Il Santo Padre deciderà la sorte del
vescovo. Io raccomando alla Fraternità di abbandonare queste
persone.
Zeit on-line: Lei ha detto che il vescovo Williamson non era persona gradita nella sua diocesi. Cosa significa? Mons. Gerhard Ludwig
Müller: Si è trattato di un gesto piuttosto
simbolico, per dimostrare che la Chiesa cattolica non ha nulla a che
fare con le teorie di Williamson e anche con l’antisemitismo. Egli ha
negato l’olocausto nel seminario di Zaitzkofen, che è della
FSSPX e si trova vicino a Ratisbona. E la diocesi ha preso le distanze
da lui.
Zeit on-line: Come va col seminario di Zaitzkofen e come va la Fraternità in Germania? Mons. Gerhard Ludwig
Müller: La
Fraternità San Pio X deve ritornare interamente sul terreno
della Chiesa cattolica e riconoscere l’autorità del Papa, le
decisioni del Concilio Vaticano II e l’attuale legge della Chiesa. Se
lo fa, accetta anche che il seminario di Zaitzkofen ricada sotto la
supervisione della diocesi di Ratisbona. Il seminario dovrebbe essere
chiuso e gli studenti – se sono idonei - dovrebbero andare in un
seminario del loro paese d’origine.
Zeit on-line: Finora i vescovi della FSSPX si sono preoccupati poco delle proteste dei vescovi regolari. Pensa che da adesso sarà diverso? Mons. Gerhard Ludwig
Müller: Diversamente sarebbe un bell’inganno. Io ho scritto
una lettera in Vaticano e ho chiesto di verificare lo stato giuridico
del seminario di Zaitzkofen. Anche la costituzione della
Fraternità dovrebbe essere riesaminata dai canonisti.
Zeit on-line: Cosa comporta per la Fraternità San Pio X se davvero riconosce l’incondizionata autorità del Papa? Mons. Gerhard Ludwig
Müller: I sacerdoti che sono stati ordinati illegalmente
non avrebbero più alcun dovere di obbedienza ai loro vescovi, ma
solo al Papa. Un vescovo francese della Fraternità San Pio X che
viene invitato a Roma per seguire l’apprendimento speciale del suo
gruppo… ma è assurdo! Un vescovo non deve abusare del suo
ufficio per esprimere la propria opinione politica personale a scapito
della Chiesa.
Zeit on-line: I rappresentanti della Fraternità San Pio X, dopo la revoca della scomunica, non solo non si sono dimostrati riconoscenti, ma oltre alle dichiarazioni antisemite ci sono state anche le richieste al Vaticano di rivedere le riforme del Concilio Vaticano II. Mons. Gerhard Ludwig
Müller: Sembra che all’interno della Fraternità San
Pio X ci siano ancora forti riserve sul Concilio Vaticano II. Se il
gruppo non mantiene la promessa fatta al Papa di sottomettersi, allora
si tratta di una finzione.
Zeit on-line: La Fraternità San Pio X, può essere facilmente integrata nella Chiesa cattolica? Mons. Gerhard Ludwig
Müller: I punti
di vista teologici della Fraternità San Pio X si differenziano
in parte da quelli della Chiesa cattolica. E politicamente si
distinguono per idee che noi respingiamo. In Francia ci sono dei
collegamenti della Fraternità con la destra. Da costoro la FSSPX
deve chiaramente allontanarsi.
Zeit on-line: Cosa succede adesso ai vescovi della Fraternità dopo la revoca della scomunica? Mons. Gerhard Ludwig
Müller: La
consacrazione illegale non può portare ad un ricevimento
ufficiale. L’episcopato è un ministero di unità. I
quattro vescovi consacrati dall’Arcivescovo Lefebvre non hanno la
qualificazione per questo ufficio.
Zeit on-line: Cosa si aspetta adesso dai vescovi della Fraternità San Pio X? Mons. Gerhard Ludwig
Müller: I
quattro vescovi della Fraternità San Pio X dovrebbero dimettersi
e non dovrebbero parlare in pubblico di questioni politiche ed
ecclesiastiche. È necessario che conducano una vita esemplare
come semplici sacerdoti o cappellani, per riparare ai danni che ha
causato lo scisma.
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luglio 2012 |