Eleison comments CCLXXXVI

YELLOW LIGHT


Commenti settimanali di

di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  5 gennaio 2013

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson, relativo alla nascita del gruppo di Resistenza al cambiamento di direzione della Fraternità  San Pio X.

Questi commenti sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
http://www.dinoscopus.org/italiano/italianiprincipale.html




Un amico sacerdote della FSSPX osserva con ansia la sua attuale svolta verso la neo-Roma. Egli non approva pienamente e neppure disapprova completamente.

Semaforo giallo


Non tutti voi lettori di “Commenti Eleison” potreste avere avuto la possibilità di leggere la notevole lettera di due mesi fa, scritta da Don Ronald Ringrose a Don Arnauld Rostand, Superiore del Distretto degli USA della Fraternità San Pio X. Don Ringrose è stato per oltre 30 anni pastore indipendente della parrocchia tradizionale di St. Athanasius, appena fuori di Washington, D. C., e in tutto questo tempo è stato un fedele amico, senza esserne membro, della FSSPX. Tuttavia, nel giugno dell’anno scorso ha ospitato nella sua parrocchia il primo incontro negli USA del gruppo di sacerdoti che oggi costituiscono una Resistenza al cambiamento di direzione della Fraternità, a lungo latente, e divenuto chiaro a tutti nella primavera dello scorso anno. Come fedele esecutore di Mons. Fellay negli USA, Don Rostand gli scrisse per proporgli un incontro nel quale avrebbe potuto convincere Don Ringrose che il cambiamento non fosse tale. Ecco cos’ha risposto Don Ringrose: -

«La ringrazio per la sua lettera del 12 ottobre, nella quale mi ha proposto un incontro per discutere della situazione in seno alla Fraternità San Pio X. Benché si tratti di un’offerta molto gentile da parte sua, che ho apprezzato molto, io non penso che un tale incontro sia utile, dato che i problemi derivano dagli alti dirigenti della Fraternità, e Lei non è in condizioni di poterli cambiare.

«È vero che io sono stato un fervente sostenitore della Fraternità da numerosi anni. Questo sostegno si basava sul fatto che la mia missione di sacerdote e la missione della Fraternità erano una sola e stessa missione: aiutare le anime a rimanere legate alla fede cattolica, in questo periodo in cui essa sembra che sia stata abbandonata dalla Roma post-conciliare.

«Oggi devo essere più prudente e riservato in questo sostegno. Io sono allarmato dal fatto che il Superiore generale dica che il 95% del Vaticano II è accettabile. Io sono stupito per il fatto che la direzione della Fraternità risponda ai tre vescovi della Fraternità dicendo che essi fanno degli errori del Vaticano II delle «super-eresie». Io sono deluso per il fatto che la risposta della Fraternità ad Assisi III sia stata così debole e anemica. Io sono rattristato per le ingiuste sanzioni disciplinari contro i sacerdoti della Fraternità che seguono l’esempio di Mons. Lefebvre, e sono indignato per il trattamento riservato a Mons. Williamson – e non solo per la sua recente espulsione, ma per il trattamento squallido che ha subito nel corso degli ultimi anni.

«Prima di quest’anno, quando un parrocchiano mi chiedeva cosa pensassi della Fraternità, io indicavo sempre il semaforo verde. Dopo le recenti azioni della Fraternità, non indico ancora il semaforo rosso, ma il semaforo giallo della prudenza. Il rosso si accenderà se e quando la Fraternità farà in modo di essere assorbita nella Chiesa conciliare, alla quale Mons. Lefebvre ha così vigorosamente resistito.

«È con grande tristezza che Le scrivo queste righe. Nelle fila della Fraternità, vi sono molti buoni sacerdoti, fedeli e zelanti. Molti di essi li conosco personalmente e li ammiro. Molte anime dipendono da loro. È per amore della Fraternità che io temo per il suo avvenire. Temo che essa si trovi su un percorso suicida. La direzione può pensare che un accordo non è più d’attualità, ma temo che questo non sia il pensiero di Roma.

«Prego perché la Fraternità ritorni alla missione assegnatale da Mons. Lefebvre, senza compromessi né dissimulazioni. Quando lo farà, avrà il mio sostegno senza riserve».

E la lettera di Don Ringrose si conclude con i saluti fraterni. Essa è veramente un modello di lucidità e cortesia, fermezza e carità. Lunga vita a Don Ringrose che mantiene un incomparabile bastione del Cattolicesimo proprio accanto alla capitale degli Stati Uniti!

Kyrie eleison.

Londra, Inghilterra



gennaio 2013

Ritorna a Documenti