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portavoce ufficiale dei Francescani dell'Immacolata 6 agosto 2013 Dopo la notizia pubblicata dai caticanisti di Vatican Insider e la nota di risposta dei Francescani dell'Immacolata, Vatican Insider ha intervistato il loro portavoce ufficiale, Padre Apollonio Presentazione di Vatican Insider
Il commissariamento dei Francescani dell'Immacolata e la disposizione
che subordina l'uso del messale antico all'autorizzazione del superiore
continua a far discutere. Siti e blog tradizionalisti contestano
duramente il provvedimento. La Santa Sede, attraverso le parole del
portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha precisato che la
decisione non sconfessa affatto il Motu proprio di Benedetto XVI ma
è legata esclusivamente alle tensioni esistenti all'interno
dell'Istituto. «Vatican Insider» ha chiesto al Procuratore
generale dei Francescani dell'Immacolata, padre Alessandro Apollonio,
di rispondere ad alcune domande sulle ragioni del
commissariamento.Intervista
Perché è stata decisa dalle autorità vaticane una visita apostolica al vostro Istituto? Perché è stata
chiesta da un gruppo minoritario di frati, i quali non condividevano
più lo stile di governo del Padre fondatore e Ministro generale,
né la sua volontà di promuovere il VetusOrdo all’interno dell’Istituto,
accanto al Novus Ordo,
secondo quanto stabilisce il Motu proprio Summorum Pontificum e l’Istruzione Universae Ecclesiae.
Quanto è stata rilevante la questione dell'uso del messale antico nelle ragioni che hanno provocato la visita apostolica? «Ha avuto una notevole
rilevanza perché il suddetto gruppo di confratelli accusava il
Padre fondatore di aver imposto il Vetus
Ordo a tutto l’Istituto. L’accusa non è assolutamente
vera, ma è stata creduta, e a nulla sono valsi i nostri
tentativi di dimostrare la sua falsità. Ora, tale falsità
si è diffusa a macchia d’olio, tanto che è ripetuta da
vari giornali e agenzie d’informazione, con grave danno per la buona
fama del Padre fondatore e dell’Istituto.
Siti e blog tradizionalisti hanno reagito alla notizia del commissariamento, e della decisione di far precedere una richiesta di autorizzazione all'uso del messale antico, come una «sconfessione» del Motu proprio di Benedetto XVI. Condivide questa interpretazione? Come commenta la decisione a questo riguardo? Padre Lombardi ha chiarito bene
che i provvedimenti nei nostri confronti non sconfessano il Motu
Proprio. Tuttavia, siamo in attesa dell’interpretazione autentica di
queste disposizioni liturgiche della Santa Sede nei nostri riguardi.
Non è chiaro, infatti, per esempio, chi siano “le
autorità competenti” a rilasciare le suddette autorizzazioni: il
Commissario, la Congregazione dei religiosi, la Pontificia Commissione Ecclesia Dei, l’ordinario del
luogo, l’uno o l’altro, o tutti in solido?
Speriamo che si tratti di una disposizione disciplinare temporanea, e che al più presto ci sarà data l’autorizzazione a celebrare anche secondo il Vetus Ordo, come sempre abbiamo fatto, senza le attuali restrizioni che ci privano, salvo migliore giudizio, del diritto universale concesso dal Motu proprio Summorum Pontificum e dall’Istruzione Universae Ecclesiae. Membri del vostro Istituto hanno avuto un qualche ruolo nel diffondere l'interpretazione di cui sopra? No.
Nelle precisazioni ai nostri articoli avete sempre ribadito che l'uso del messale antico non era esclusivo e che tutto è stato deciso secondo i termini stabiliti dal Motu proprio. È vero o no che la commissione Ecclesia Dei prima della visita apostolica aveva invitato i Francescani dell'Immacolata alla prudenza circa le modalità dell'estensione dell'uso del messale antico? Sì, abbiamo cercato di
agire con la massima prudenza e discrezione, nel rispetto del nostro
diritto particolare, il quale attribuisce al Capitolo Generale in
sessione “la suprema autorità nell’Istituto” (Costituzioni,
§ 81). È stato proprio l’ultimo Capitolo generale,
celebrato nel 2008, a stabilire che il Consiglio generale (ossia padre
Stefano M. Manelli con i suoi cinque consiglieri) redigesse un
protocollo applicativo per quanto riguarda l’introduzione del vetus ordo nelle nostre
comunità. Cosa che è stata fatta con la lettera del 21
novembre del 2011. La Pontificia Commissione Ecclesia Dei ha giudicato
prudenzialmente questa lettera conforme alla mens del Santo Padre Benedetto XVI,
ma questo giudizio ufficiale non è stato tenuto in nessun conto
nell’evolversi della nostra vicenda. La cosa ci sembra inspiegabile, e
ci addolora molto. Affidiamo la nostra causa alla Celeste Avvocata,
Regina dell’ordine Serafico.
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