Eleison comments CCCXIX

RESISTANCE VISION

Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  24 agosto 2013

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo alle perplessità di alcuni fedeli sull'organizzazione della Resistenza Cattolica.

Questi commenti sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
http://www.dinoscopus.org/italiano/italianiprincipale.html




Un domenicano francese morto nel 1975 aveva previsto che la crisi della Chiesa necessitava di una rete a maglie larghe di sacche di cattolici resistenti.

Visione della Resistenza

Un certo numero di anime cattoliche, che oggi mantengono la fede cattolica, sono spaventate dalla direzione ancora oggi mantenuta dalla dirigenza della Fraternità San Pio X, e dal momento che apprezzano il tanto che hanno ricevuto dalla Fraternità negli ultimi decenni, desiderano disperatamente che un’altra Fraternità la rimpiazzi. Esse sono spaventate dalla diversa visione di una rete di sacche indipendenti di resistenza che sarebbero il loro futuro. Possono essere rassicurate dal sapere che si tratta della stessa visione di un eccezionale profeta e pioniere del movimento tradizionale: il sacerdote francese domenicano P. Roger-Thomas Calmel (1914-1975). Ecco alcune pagine, liberamente tradotte e adattate dal francese, della sua Breve Apologia della Chiesa di sempre (pp. 48-51, 58): -

“Per quanto pazzamente possa comportarsi la gerarchia cattolica, i sacerdoti non possono prendere il posto dei vescovi, né i laici il posto dei sacerdoti. Si può quindi pensare di creare una grossa lega o associazione mondiale di sacerdoti e di laici cristiani, che instauri un dialogo con la gerarchia e la forzi a ripristinare l’ordine cattolico? È un’idea grandiosa e commovente, ma irreale. Questo perché un tale gruppo, volendo essere un gruppo di Chiesa, ma non essendo né una diocesi, né un’arcidiocesi, né una parrocchia, né un ordine religioso, non rientrerà in alcuna delle categorie sulle quali e per le quali si esercita l’autorità nella Chiesa. Esso sarà un raggruppamento artificiale, un artificio sconosciuto a tutti i gruppi reali della Chiesa, stabiliti e riconosciuti come tali.

“A quel punto, come per ogni raggruppamento umano, sorgerà il problema della direzione e dell’autorità, e più grande è il gruppo, più acuto sarà il problema. Immancabilmente si arriverà a questo: essendo un’associazione, il gruppo deve risolvere il problema dell’autorità; essendo artificiale (un gruppo né naturale, né soprannaturale), esso non può risolvere il problema dell’autorità. Ben presto sorgeranno sottogruppi rivali, la guerra diverrà inevitabile, e non ci sarà alcun mezzo canonico per porre fine o per gestire una simile guerra.

“Siamo quindi condannati a non essere in grado di fare alcunché in mezzo al caos, spesso un caos sacrilego? Io non lo penso. Per prima cosa, l’indefettibilità della Chiesa garantisce che fino alla fine del mondo ci sarà un’autentica gerarchia personale sufficiente a mantenere i sacramenti, specialmente l’Eucarestia e gli Ordini Sacri, e a predicare la sola, unica e immutabile dottrina di Salvezza. Secondo poi, quali che siano le manchevolezze della gerarchia reale, tutti noi, sacerdoti e laici, abbiamo la nostra piccola parte di autorità.

“Perciò, il sacerdote in grado di predicare, vada ai limiti del suo potere per predicare, assolvere i peccati e celebrare la vera Messa. La suora insegnante vada ai limiti della sua grazia e del suo potere per formare le giovani nella fede, nei buoni costumi, nella purezza e nella letteratura. Ogni sacerdote e laico, ogni piccolo gruppo di laici e sacerdoti che hanno autorità e potere in un piccolo fortino della Chiesa e della cristianità, vada ai limiti delle sue possibilità e dei suoi poteri. Capi e componenti di tali piccoli fortini si conoscano e siano in contatto gli uni con gli altri. Ognuno di questi fortini, protetto, difeso, orientato e diretto nella preghiera e nel canto da una reale autorità, diventi il più possibile una fortezza di santità. Questo è quello che garantirà la continuazione della vera Chiesa e preparerà efficacemente il suo rinnovamento nel buon tempo di Dio.

“Quindi, non dobbiamo avere timore, ma pregare in tutta fiducia ed agire senza paura, secondo la Tradizione e nei limiti della nostra competenza e del potere che abbiamo, preparandoci così per il tempo felice in cui Roma tornerà ad essere Roma e i vescovi ad essere vescovi.”

Kyrie eleison.


agosto 2013

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