Lettera agli amici e benefattori, n° 81

di S. Ecc. Mons. Bernard Fellay 
Superiore Generale della Fraternità San Pio X

6 dicembre 2013 - pubblicata su DICI il 9 dicembre 2013


(Sottolineature e impaginazione sono nostre)



Cari Amici e Benefattori,

in questa fine d’anno e opportuno dare uno sguardo sui principali avvenimenti della Chiesa e della Fraternità, al fine di trarne le lezioni che ci permettano di contribuire all’avanzamento del Regno di Nostro Signore Gesù Cristo.
In questa analisi della situazione presente, noi non dimentichiamo che «tutto è nelle mani» della Divina Provvidenza che, senza diminuire la libertà degli uomini, dispone infallibilmente tutte le cose perché cooperino al bene di coloro che amano Dio (cfr. Rom. 8, 28). Questo non ci dispensa per niente dai nostri doveri, al contrario! «In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto»! (Gv 15, 8).

Mi sembra che occorre ricordare ancora una volta le dimissioni di Papa Benedetto XVI e l’elezione del suo successore, il Papa Francesco. Il Sommo Pontefice venuto dall’Argentina si è presentato, fin dai primi giorni, in maniera molto diversa da tutto quello che avevamo conosciuto fino ad oggi. La recente Esortazione apostolica Evangelii Gaudium illustra la difficoltà di capire una persona fuori della norma che non esita a formulare delle critiche veementi e ripetute nei confronti del mondo contemporaneo e la Chiesa moderna. Egli enuncia molti dei veri problemi, ma ci si può interrogare sull’efficacia delle misure annunciate, e dubitare della loro realizzazione. Non è facile prendersi cura di un malato moribondo, e certi trattamenti ancora più rivoluzionari di quelli già impiegati a questo fine, potrebbero finirlo! Non vi nascondiamo i nostri timori riguardo all’avvenire della Chiesa, da un punto di vista umano. Noi crediamo fermamente nell’assistenza dello Spirito Santo promessa alla Sposa di Cristo, ma sappiamo che questa non impedisce che degli uomini di Chiesa possano, molto realmente, perdere le anime e condurle all’Inferno.
A prima vista, non sapremmo dire se i mesi trascorsi del nuovo pontificato abbiano migliorato questa situazione.
Se noi conserviamo la speranza che verrà il giorno di una ripresa, per delle mani autenticamente ispirate da Dio, nondimeno la realtà delle sofferenze spirituali della Chiesa militante rimangono. Tanti dei suoi membri ignorano perfino il valore della loro vita! All’inizio del XX secolo, San Pio X diceva che la prima causa della perdita delle anime era l’ignoranza religiosa, la disconoscenza delle verità di Fede.
Questo può solo aggravarsi, sia per la diminuzione del numero dei sacerdoti, che si fa pesantemente sentire in Europa e altrove, sia per l’istruzione impartita nei seminari. Il cambiamento del Papa non ha modificato per niente questa situazione disastrosa e la riaffermazione degli disastrosi orientamenti del concilio Vaticano II ci fa temere che, le stesse cause producendo gli stessi effetti, la situazione globale della Chiesa cattolica resti drammatica e non sia prossima a migliorare. Non è la canonizzazione di due papi strettamente legati alla tenuta e all’applicazione del Vaticano II, che l’aggiusteranno. Per di più, le annunciate novità di decentralizzazione del potere pontificio – della sua diluizione in un’accresciuta collegialità -, applaudite dai peggiori modernisti, come Hans Küng, non fanno che accrescere le nostre preoccupazioni per l’avvenire.

In mezzo a queste preoccupazioni, il bene della Chiesa tutta intera deve restare caro a ogni cuore cattolico. Gli sviluppi della nostra Fraternità che vediamo realizzarsi sotto i nostri occhi, sono motivo di gioia, di azione di grazia, e la prova dei fatti che la fedeltà alla fede e alla disciplina tradizionali procura sempre frutti benedetti dalla grazia.

I 43 nuovi seminaristi, entrati in ottobre nei nostri seminari dell’emisfero nord e i quasi 210 seminaristi in formazione nelle nostre case, sono una vera consolazione. Negli Stati Uniti, la costruzione di un nuovo seminario in Virginia, più grande e più bello, avanza mese dopo mese. Se tutto va bene, nel 2015 questa casa aprirà i battenti per continuare l’opera di formazione sacerdotale così necessaria e che oggi si realizza a Winona, nel Minnesota.
In questo tempo, i nostri cari sacerdoti percorrono il mondo, verso nuovi fedeli che ci scoprono e che ci chiamano in aiuto. I sacerdoti inviati nell’America Centrale e in Africa non bastano per le missioni che abbiamo aperto in Costarica, in Honduras, in Nicaragua, a San Salvador; in Africa, il Ghana, la Tanzania, lo Zambia e l’Uganda ricevono la visita regolare dei nostri missionari, ma questo è così poco per spegnere la sete spirituale di tante e tante anime… Signore, concedeteci dei sacerdoti!

In un mondo sempre più ostile all’osservanza dei comandamenti di Dio, noi dobbiamo avere la preoccupazione vera di formare delle anime ben temprate, che abbiano a cuore la loro santificazione e la loro salvezza. Questo ci porta naturalmente a prestare una grandissima attenzione alle nostre scuole e al loro sviluppo. È in queste opere di formazione che noi investiamo la maggior parte delle nostre risorse e delle nostre energie, sia umane sia materiali. Nel mondo intero, in più di un centinaio di insediamenti, sacerdoti e religiosi si consacrano a questo compito magnifico dell’educazione e dell’insegnamento cattolici.

Ben coscienti, cari fedeli, che la salvezza di un’anima si prepara fin dalla culla, noi lottiamo con tutte le nostre forze per conservare i tesori del focolare domestico cristiano, focolare di santità in mezzo ad un mondo decadente che può solo condurre le anime all’inferno. Noi valutiamo bene e condividiamo le preoccupazioni dei padri e delle madri di famiglia che hanno compreso che la salvezza delle anime dei loro figli non ha prezzo. Sì, bisogna essere pronti a ogni sacrificio dei beni temporali – fino a dare la propria vita - per assicurare l’eternità beata ad un’anima.
Noi sappiamo che c’è qualcosa di sovrumano in ciò che si chiede al cristiano di oggi. Il sostegno tradizionale che si poteva trovare una volta nell’organizzazione cristiana della società temporale, è ormai inesistente. Dappertutto vediamo un diluvio di errori nel dominio della Fede – fino all’eresia – un rilassamento della morale – in particolare con l’abbandono delle leggi del matrimonio e della famiglia – e una tiepidezza senza precedenti nella vita cristiana.
La nuova liturgia lascia molte anime esangui… Jerusalem desolata est! Anche qui le opere della Fraternità appaiono come oasi nel deserto, come isolotti in mezzo ad un mare ostile.

In questo contesto drammatico, ci sembra molto necessario lanciare una nuova Crociata del Rosario, nello stesso spirito delle precedenti, tenendo presenti le richieste e le promesse del Cuore Immacolato di Maria, come furono espresse a Fatima, ma questa volta insistendo di più sul suo carattere universale. È necessario che mettiamo tutto il cuore, tutta la nostra anima, in questa nuova crociata: non accontentarci della recita quotidiana del Rosario, ma attuando accuratamente il secondo punto chiesto dalla Madonna, che è la penitenza. Preghiera e penitenza. Penitenza, comprese certune come l’accettazione di certe rinunce, ma soprattutto come il compimento molto fedele del nostro dovere di stato.
Perciò questa quarta crociata si appoggerà su quella voluta da Monsignor Marcel Lefebvre nel 1979. Una crociata incentrata sulla santa Messa che è la fonte di tutte le grazie, di tutte le virtù. Nel sermone del suo giubileo sacerdotale, a Parigi, egli ci chiamò con forza ad una tripla crociata: crociata dei giovani, crociata delle famiglie, crociata dei capifamiglia per la civiltà cristiana.
Il nostro venerato fondatore disse allora: «Penso di poter dire che noi dobbiamo fare una crociata, basata sul Santo Sacrificio della Messa, sul Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, basata su questa roccia invincibile e su questa fonte inesauribile di grazie che è il Santo Sacrificio della Messa. (…) Dobbiamo fare una crociata che si basi proprio su questa nozione di sacrificio, al fine di ricreare la Cristianità, rifare una Cristianità come la Chiesa la desidera, l’ha sempre fatta con gli stessi principi, lo stesso Sacrificio della Messa, gli stessi sacramenti, lo stesso catechismo, la stessa Sacra Scrittura. Noi dobbiamo ricreare questa Cristianità, siete voi, miei carissimi fratelli, il sale della terra, siete voi la luce del mondo, voi a cui si rivolge Nostro Signore Gesù Cristo dicendo: «Non perdete il frutto del mio Sangue, non abbandonate il mio Calvario, non abbandonate il mio sacrificio”. E ve lo dice anche la Vergine Maria, che è accanto alla croce. Lei che ha il cuore trapassato, pieno di sofferenze e di dolori, e anche colmo della gioia di unirsi al Sacrificio del suo Divino Figlio, anche Lei vi dice: “Siate cristiani, siate cattolici!”».
Mons Lefebvre definiva il ruolo che ciascuno – giovani, famiglie, capi famiglia – deve ricoprire in questa crociata:
«Se noi vogliamo andare in cielo, dobbiamo seguire Nostro Signore Gesù Cristo, portare la nostra croce, e seguire Nostro Signore Gesù Cristo, imitarlo nella Sua Croce, nella sua sofferenza, nel suo sacrificio. Allora, io chiedo ai giovani, ai giovani che sono qui, in questa sala, di chiedere ai sacerdoti di spiegare loro queste cose così belle, così grandi, di modo che scelgano la loro vocazione, e in tutte le vocazioni che possono scegliere, siano sacerdoti, religiosi, religiose, sposati, abbraccino la Croce di Nostro Signore. Se essi cercano di formare una famiglia con il sacramento del matrimonio e dunque nella Croce di Gesù Cristo e nel Sangue di Gesù Cristo, sposati sotto la grazia di Nostro Signore Gesù Cristo, che essi comprendano la grandezza di questa via e che vi si preparino degnamente con la purezza, con la castità, con la preghiera, con la riflessione. Che non si lascino trascinare da tutte quelle passioni che agitano il mondo. Crociata di giovani che devono ricercare il vero ideale!
«Crociata anche delle famiglie cristiane! Famiglie cristiane che siete qui, consacrate le vostre famiglie al Cuore di Gesù, al Cuore Eucaristico di Gesù, al Cuore Immacolato di Maria. Pregate in famiglia! Oh! Io so che molti di voi lo fanno, ma che ce ne siano sempre di più che lo facciano con fervore. Che veramente Nostro Signore regni nei vostri focolari! (…)
«Infine, crociata dei capi famiglia. Voi che siete capi famiglia, avete una grave responsabilità nel vostro paese. (…) Voi avete sempre cantato, “Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat!”. Si tratta di parole? Solo di parole? Di parole, di canti? No! Bisogna che questo sia una realtà. Capi famiglia, siete voi i responsabili di questo, per i vostri figli, per le generazioni future. Allora, voi dovrete organizzarvi, riunirvi, accordarvi per arrivare a far sì che la Francia [la vostra nazione] ridiventi cristiana, ridiventi cattolica. Questo non è impossibile, o altrimenti bisogna dire che la grazia del Santo Sacrificio della Messa non è più la grazia, che Dio non è più Dio, che Nostro Signore Gesù Cristo non è più Nostro Signore Gesù Cristo. Bisogna confidare nella grazia di Nostro Signore, perché Nostro Signore è onnipotente. Io ho visto questa grazia all’opera in Africa, non c’è ragione perché essa non agisca anche qui, nei nostri paesi. »

Poi, rivolgendosi in modo particolare ai suoi sacerdoti, Mons. Lefebvre ha chiesto loro: «E voi, cari sacerdoti che mi ascoltate, formate un’unione sacerdotale profonda per diffondere questa crociata, per animare questa crociata affinché Gesù Cristo regni. E per questo, voi dovete essere santi, voi dovete ricercare questa santità, mostrare questa santità, questa grazia che agisce nelle vostre anime e nei vostri cuori, questa grazia che voi ricevete col sacramento dell’Eucaristia e con la Santa Messa che voi offrite. Voi soli potete offrirla. »

Incoraggiati da queste vibranti parole del nostro fondatore, tutti i membri della Fraternità formeranno con voi, cari fedeli, una grande crociata per Nostro Signore e il suo Regno, per la Madonna e il trionfo del suo Cuore Immacolato.
Quando il nemico è dichiarato, secondo l’espressione dell’Apocalisse, dobbiamo rispondere ai suoi assalti in maniera proporzionata. Dio lo vuole!
Noi vi incoraggiamo dunque ad uno spirito di crociata permanente, benché, a causa delle necessità umane, noi faremo iniziare ufficialmente questa nuova crociata del Rosario il 1° gennaio 2014, per concluderla nella festa di Pentecoste (8 giugno 2014), con l’obiettivo di formare un bouquet di cinque milioni di Rosari in riparazione degli oltraggi inflitti all’onore della Madonna, al suo Cuore di Vergine e di Madre di Dio.

Affidiamo alla sua materna bontà le vostre pene e le vostre gioie, le vostre preoccupazioni e le vostre speranze, affinché Ella vi custodisca sempre fedeli alla Chiesa, fino in cielo.

Festa di San Nicola, 6 dicembre 2013
+Bernard FELLAY




dicembre  2013

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