Eleison comments CCCXLVI

TRUTH FIRST

Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  1 marzo 2014

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo alla primazia della Verità sull'Autorità.

Questi commenti sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
http://www.dinoscopus.org/italiano/italianiprincipale.html




Galati I, 8-9 è un testo classico per dimostrare la priorità della verità sull’autorità, cioè della Tradizione cattolica sulla Roma di oggi.

Prima la Verità

Ci devono essere molte obiezioni all’argomento dei recenti numeri di questi “Commenti”: che essendo la divina verità prioritaria rispetto agli insegnanti umani, l’infallibilità dei Papi non è necessario che ci tocchi più di tanto, perché dietro, al di là e al di sopra di loro, sta la vera Fede. Ma ecco un’obiezione classica: la Verità in sé può essere al di sopra di loro, ma a noi esseri umani essa giunge solo attraverso di loro – “la fede viene dall’ascolto” (Rom. X, 17).Perciò Nostro Signore ha affidato a Pietro (cioè ai Papi), il compito di confermare i suoi fratelli nella fede (Lc. XXII, 31-32). Così, per noi cattolici gli insegnanti precedono la Verità che non possiamo ricevere senza di loro. Inoltre lo Spirito Santo li guida (Gv. XVI, 13), quindi come posso dire io in qualche modo se o quando Egli non lo stia facendo?

Anche la risposta si trova nella Scrittura. San Paolo scrive a un gregge che ha istruito nella Fede:“Se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema!” E il punto è così importante che San Paolo ripete immediatamente: “L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!” (Gal. I ,8-9).

Ma, un Galato avrebbe potuto obiettare: perché dovremmo credere al Vangelo della tua prima visita in Galazia e non ad un altro eventualmente diverso, della tua seconda? San Paolo dà subito una prima ragione:“Il vangelo da me annunziato non è modellato sull’uomo; infatti io non l'ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo.”(Gal. I, 1-12). E San Paolo conferma questo narrando quanto poco contatto egli avesse avuto con coloro che avrebbero potuto istruirlo, gli altri Apostoli, prima che cominciasse a predicare (I, 15-19), un fatto ovviamente verificabile da loro, e egli giura ai Galati che non sta mentendo (I, 20). Una seconda ragione che dà un po’ dopo, sono i miracoli e l’esperienza dello Spirito Santo (III, 2-5) che gli stessi Galati avevano sperimentato come diretto risultato della predicazione fatta da Paolo nella prima visita.

Così Paolo dimostra che Dio ha istruito lui e ha confermato i Galati, sul Vangelo di quella prima visita, e la contraddizione tra esso e qualsiasi altro Vangelo, i Galati sarebbero non solo in grado, ma anche obbligati a coglierla da loro stessi, se volevano salvare le loro anime. E non importa se (I, 8), il predicatore del diverso Vangelo fosse un angelo o Paolo stesso - o un Papa! – i Galati avrebbero sempre il dovere assoluto di attenersi al primo Vangelo di Paolo. La verità che era stata loro rappresentata (III, 1), i Galati l’aveva riconosciuta e accettata (III, 3), così come si riconosce che 2 più 2 fa 4, quindi essa doveva avere la priorità su qualsiasi altro insegnante che la contraddicesse, a prescindere dall’autorità che potesse sembrare avere per insegnare (I, 9).

Così Mons. Lefebvre usava dire che per i 19 secoli trascorsi da San Paolo al Vaticano II, la Chiesa aveva predicato esattamente lo stesso Vangelo, che viene da Dio e da Lui è sempre e nuovamente confermato. Quel Vangelo, in quanto rivelato da Dio è la Rivelazione; in quanto tramandato dagli uomini di Chiesa è la Tradizione; in quanto insegnato con autorità dalla Chiesa è il suo Magistero Ordinario e Straordinario. Tra quel Vangelo e il Vaticano II la contraddizione è evidente, quindi dobbiamo accettare e credere alla Tradizione, se vogliamo salvare le nostre anime, quali che siano le apparenti autorità della Chiesa Conciliare che possano dire il contrario. Così Dio ci aiuti.
Come può allora, proprio la Fraternità San Pio X di Mons. Lefebvre, essere ufficialmente alla ricerca di una sottomissione alle autorità del Vaticano II?

Kyrie eleison.



marzo 2014

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