Eleison comments LX

COLONIAL  CHARM

Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  23 agosto 2008

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson relativo alla perdita del cattolicesimo nelle ex colonie europee.

Questi commenti sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
http://dinoscopus.blogspot.com/


Quando Goa in India era una colonia portoghese,
venne chiamata la “Roma d’Oriente”.
Ora l’induismo sta riprendendo il sopravvento.



Fascino coloniale

Una breve visita a Goa, ex colonia portoghese a metà strada lungo la costa occidentale del sub-continente indiano e ora Stato membro a pieno titolo della Repubblica dell’India, ha fatto rivivere in me una grande nostalgia, un grande contrasto e sempre la stessa grande conclusione: il Signore Iddio non è un piccolo cagnolino che può essere messo al guinzaglio!

I 3700 chilometri quadrati di Goa furono conquistati dai Portoghesi in due fasi, nel 1510 e nel 1546, come un collegamento essenziale di una catena di stazioni di approvvigionamento per le loro navi che viaggiavano tra l’Europa e l’Estremo Oriente per il commercio delle spezie, che quindi apportava immense ricchezze. La conquista appare ancora nell’anello di fortezze ben progettate e ben costruite che circondano la Città Vecchia di Goa, in gran parte visibile oggi. La ricchezza appare ancora in alcune chiese sontuose della Città Vecchia, risalente ai primi anni della colonizzazione, quando il commercio delle spezie e la fede cattolica dei Portoghesi erano al loro apice. Goa era la base operativa in Estremo Oriente per San Francesco Saverio, il cui corpo riposa in una delle grandi chiese. Goa è dove voleva essere sepolto. Egli veglia ancora su di essa.

Dal XVIII secolo Goa perse la sua importanza per il commercio, ma il Portoghese è rimasto, perché i Portoghesi avevano messo radici profonde e avevano creato quello che alcuni hanno chiamato la “Roma d’Oriente”. Essi avevano convertito con successo la popolazione locale. A un certo punto distrussero tutti i templi indù. Il risultato fu un enclave cattolico al calore dei tropici, felice e pacifico, con un ordine amministrativo tipico delle colonie prima della de-colonizzazione, e con un fascino speciale di cui restano tracce fino ad oggi. Da qui la nostalgia.

Ma il tempo passa. Dalla metà del XX secolo, l’adorazione della “libertà” e la marcia in avanti dell’“indipendenza” sono state la cifra della morte delle colonie e degli imperi europei. Almeno negli imperi portoghese, spagnolo e francese, la conquista delle anime per il Cielo era stata una motivazione di guida, com’è evidente a Goa, ma oggi essa è decaduta nella “Roma d’Occidente”, secondo la messa in pratica del rivoluzionario concilio Vaticano II. Dove Dio Padre è stato spogliato della Sua Paternità, qualsiasi tipo di paternità o di paternalismo è stato posto conseguentemente fuorilegge, compreso tutto il paternalismo delle colonie e degli imperi. “Colonialismo” e “imperialismo” dovevano essere sostituiti da un turismo trasandato e dal socialismo disordinato. La religione, o l’irreligione, delle regole.

Così nel 1961 l’esercito, l’aviazione e la marina della nuova Repubblica indiana hanno fatto proprio l’enclave di Goa. L’induizzazione sta procedendo a ritmo sostenuto, Goa è stato spostata nel mondo moderno, e i templi indù sono in costruzione dappertutto, con l'incoraggiamento dei preti cattolici. Ma è colpa dei figli o dei padri?  Non è stata costruita recentemente una moschea proprio accanto a San Pietro a Roma?

Kyrie eleison.



maggio  2014

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