LETTERA CIRCOLARE DEL COMMISSARIO APOSTOLICO
DEI FRATI FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA
A TUTTI I RELIGIOSI DELL’ISTITUTO

del 18 febbraio 2015


Pubblicata il 19 febbraio 2013 sul sito dei Francescani dell'Immacolata


La lettura di questa lettera di chiarimenti suscita diverse perplessità, per esempio sul perché non si è voluto arrivare ad un giudizio pur avendo ragione; ma prima di esprimere la nostra opinione aspettiamo di conoscere alcuni dati ulteriori.
Una Vox

Oggetto: Chiarimento in merito all’azione civile intrapresa contro il commissario Apostolico ed alcuni commenti pubblicati al riguardo.
 
Carissimi Confratelli,
PACE E BENE!

Mi rivolgo a voi con animo paterno, conscio delle inquietudini che può avere suscitato nel vostro animo di Religiosi la diffusione di notizie riferite alla mia persona con l’evidente scopo di  far venir meno lo spirito di fraterna comunione instaurato positivamente nell’Istituto, e che contraddistingue il nostro comune e solidale sforzo, volto a ripristinare tra i Francescani dell’Immacolata il carisma originario che ha contraddistinto il servizio reso alla Chiesa.
Vi prego dunque di seguire attentamente la  breve ricostruzione delle vicende che mi hanno coinvolto ed intorno alle quali si cerca maliziosamente di montare uno scandalo.
Il  Maestro disse: “Oportet ut eveniant scandala”, e questo principio vale certamente per noi tutti, a condizione che sappiamo discernere la verità dalla menzogna, e sappiamo trarre dai fatti in cui siamo coinvolti il giusto insegnamento.

 In occasione della Solennità dell’Immacolata del 2013, celebrando la nostra Celeste Patrona e ProtettrDivinoice, scrissi una  lettera circolare indirizzata a tutti voi, riepilogando le vicende trascorse a partire dalla mia nomina a Commissario Apostolico.
In tale documento non potevo prescindere dal trattare una delle più difficili prove da noi solidalmente affrontate e superate, con spirito francescano ed illuminati dalla celeste protezione di Maria Santissima: mi riferisco alla sottrazione all’Istituto della disposizione delle temporalità ad esso conferite, necessarie per l’espletamento della nostra missione.

Riferendomi alle modifiche apportate agli Statuti delle due Associazioni, munite di personalità giuridica di Diritto Civile, titolari della proprietà dei beni dell’Istituto, affermavo che questi beni erano stati posti nella disponibilità, tra gli altri, di alcuni familiari di Padre Manelli.
Questa affermazione non aveva nessun carattere di mendacità, ed era facilmente verificabile.
Tuttavia, i fratelli e le sorelle carnali del Fondatore, insieme con un suo cognato, ritenendosi offesi da quanto asserito nella mia lettera circolare, promuovevano nei miei confronti una azione civile, volta ad ottenere il risarcimento del danno da costoro presuntamente sofferto.

In base alle vigenti norme processuali civili, ogni azione può dare luogo ad un giudizio soltanto dopo che sia stato esperito un tentativo di mediazione tra le parti.
In tale sede, “pro bono pacis” e nello spirito di fraternità del Serafico, sono addivenuto il 12 febbraio scorso ad un accordo transattivo con la controparte che, senza nulla riconoscere se non un evidente chiarimento, aveva il solo scopo di evitare il prosieguo del giudizio civile dinanzi al Tribunale di Roma, con ulteriori spese a carico dell’istituto.
In base a questo accordo, mi impegnavo tra l’altro a pubblicare sul sito ufficiale dell’Istituto  una precisazione, concordata con la controparte.

Mi accingevo a dare esecuzione a quanto concordato, quando, il 15 febbraio scorso, appariva su di una pubblicazione elettronica un articolo, la cui “unica fonte” – a detta del suo redattore – era tale “don Camillo”, qualificato come “vicino alla famiglia Manelli”.
In tale scritto si affermava testualmente quanto segue:
“Padre Volpi, dopo avere ammesso il suo reato di calunnie e menzogne, il 12 febbraio è stato condannato …”
Risultava evidente l’intenzione dell’estensore, dichiaratosi espressamente legato alla famiglia di Padre Stefano Maria Manelli, di menomare presso voi tutti, cari Confratelli, il mio prestigio e l’autorità a me conferita.

Non sono stato infatti condannato per alcun reato, né sottoposto ad alcun procedimento penale, né mai ho ammesso in alcuna sede, giudiziale o extra giudiziale, di aver commesso un reato, né di avere espresso calunnie o menzogne”.
Ho dunque dato mandato ai miei legali di predisporre querela per il reato di diffamazione a mezzo stampa nei confronti dei responsabili,  ed ho comunicato ai familiari di Padre Manelli la mia volontà di non adempiere alla transazione sottoscritta il 12 febbraio 2015, considerandola non più valida per grave inadempimento della controparte.

Cari Confratelli,
So di contare sulla vostra “sapientia cordis” ritenendovi partecipi del mio sentimento, che mi induce a considerare la campagna di diffamazioni nuovamente intrapresa nei miei confronti, approfittando dello spirito francescano con cui avevo deciso di porre fine alla controversia con i familiari di Padre Manelli, come un tentativo di minare la concordia da cui fino ad ora siamo stati tutti animati nel promuovere il bene dell’Istituto e della Chiesa.

Vi invito dunque a stringere ulteriormente questo legame di solidarietà che ci unisce con il Santo Padre e con tutta la Chiesa militante, così come ci unisce tra noi, sotto il manto protettore della Vergine, Madre e Patrona dell’Istituto dei Frati Francescani dell’Immacolata, cui eleviamo la nostra comune preghiera, propiziatrice di  celesti grazie, in un momento tanto difficile della nostra vicenda.

Abbraccio voi tutti, ricordandovi il motto evangelico: “NON PREVALEBUNT!” e vi benedico.
 
Roma, 18 febbraio 2015
                                                                                                                                             Padre Fidenzio Volpi OFMCapp.
                                                                                                                                                      Commissario Apostolico






febbraio 2015

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