Conferenza di Mons. Fellay in occasione della “marcia per la vita” a Washington

21 gennaio 2016


Pubblicato dal Distretto degli Stati Uniti e ripreso, tradotto in francese, da DICI


Introduzione di DICI

In occasione della “marcia per la vita” a Washington (Stati Uniti), a cui ha partecipato il 22 gennaio 2016, Mons. Bernard Fellay, la sera prima, ha tenuto una conferenza stampa sul tema della famiglia. Alla presenza di circa 200 persone, e seguito in tempo reale su internet nel mondo intero, il Superiore Generale della Fraternità San Pio X ha risposto alle domande di James Vogel, responsabile della casa editrice del Distretto degli Stati Uniti, Angelus Press.
DICI propone ai suoi lettori la traduzione francese delle dichiarazioni più significative di Mons. Fellay. In esse si tratta dell’aborto, della situazione nella Chiesa, delle relazioni della Fraternità San Pio X con Roma e papa Francesco.

Conferenza

La “Marcia per la vita”

«Non si tratta di una questione nazionale. È una battaglia mondiale. Noi dobbiamo difendere gli innocenti, e questa battaglia per la difesa degli innocenti è solo una parte di una battaglia molto più grande…

«Ciò che è veramente impressionante è vedere che questo accade dappertutto, in tutti i paesi. Certuni parlano di “progresso” e pretendono di fare delle cose belle mentre invece sono esattamente in procinto di distruggere l’umanità. E costoro intraprendono questa distruzione della natura umana partendo proprio dall’inizio dell’essere umano, mentre si trova nel ventre delle future madri…»

«Certo, noi dobbiamo difendere questi innocenti. Ecco perché io sono qui, per incoraggiare tutti coloro che si sono impegnati in questa grande battaglia.» (1)

Confusione nella Chiesa

«Vi è una parola che riassume bene la situazione della Chiesa: ed è confusione. E l’ultimo Sinodo sulla famiglia è stato l’espressione di questa confusione. Quello che è accaduto intorno al documento finale del Sinodo è del tutto caratteristico… Il Sinodo ha prodotto un testo ambiguo, e in definitiva non si sa che fare, che pensare. Io credo che non c’è mai stato un tale grado di confusione nella Chiesa. Diversi vescovi progressisti hanno espresso delle cose inverosimili su delle nozioni fondamentali della morale e non sono stati ripresi dall’autorità, che li ha lasciati fare. A fianco di questo vi sono dei cardinali, dei vescovi, che si sono espressi contro, apertamente, pubblicamente. E anche questa è una cosa nuova. E noi possiamo nutrire la speranza che si tratti dell’inizio di una vera reazione – e sarebbe ora!»

Vescovi contro vescovi

«Questa situazione mi ricorda il messaggio de La Salette. La Santissima Vergine Maria ha annunciato dei tempi difficili per la Chiesa: vescovi contro vescovi, cardinali contro cardinali. E se si guarda alla storia della Chiesa, non si trova fino ad oggi una situazione simile.

«È veramente tragico. Come si possono trovare i fedeli? E anche se oggi il Santo Padre pubblicasse un documento chiaro e preciso, sarebbe troppo tardi. Il male è fatto. Quando qualcosa è rotto, per ripararlo servono degli sforzi maggiori. È la situazione in cui ci troviamo oggi.»

La giurisdizione accordata ai sacerdoti della Fraternità San Pio X per confessare

«Non si tratta di una delega di poteri, ma di un potere ordinario per ascoltare le confessioni. In tempi normali questo potere è concesso al sacerdote dal vescovo. Ma nel caso presente noi l’abbiamo ricevuto direttamente dal Papa. Questo è molto raro, ma egli può farlo.»

«E questo implica anche, necessariamente, che tutte le sanzioni che gravavano sui sacerdoti della Fraternità San Pio X sono rimosse. Le sanzioni e il permesso di confessare non potrebbero andare di pari passo, sarebbe assurdo.»

Le relazioni con Roma

«Questo può sembrare difficile da comprendere, poiché il Papa esprime tanti rimproveri alle persone che insistono sulla dottrina, che non vogliono che le cose cambino… Ma non v’è assolutamente alcun dubbio che il Papa è personalmente implicato nel nostro dossier.
Egli ci conosce molto bene e la maniera in cui si comporta ci obbliga a pensare che egli provi della simpatia nei nostri confronti… Questo può sembrare contraddittorio! Personalmente, penso veramente che noi potremmo andare incontro a nuove condanne da parte di Roma, ma è il contrario che si prospetta.»

Papa Francesco e la Fraternità San Pio X

«Egli ci conosce dall’Argentina. Noi siamo stati in relazione con lui perché avevamo dei problemi amministrativi. In Argentina, un concordato permette ai sacerdoti stranieri di ottenere un permesso di soggiorno a condizione che il vescovo del luogo l’accetti. Il che, in sé, è cosa del tutto normale. Evidentemente noi avevamo un problema con un vescovo locale che non voleva la nostra presenza. Avremmo potuto chiedere un riconoscimento direttamente allo Stato argentino, ma era fuori questione: noi siamo cattolici e non vogliamo essere trattati come una setta. Allora, il Superiore del Distretto dell’America del Sud ha incontrato il cardinale Bergoglio per esporgli il problema. La sua risposta è stata molto chiara: ‘voi siete cattolici, è evidente, non siete scismatici: vi aiuterò’. E l’ha fatto! Ha preso contatto con Roma, ha scritto una lettera in nostro favore al governo, che contemporaneamente riceveva una missiva della Nunziatura che diceva esattamente il contrario! E ci trovavamo in questa situazione quand’egli è stato eletto Papa.»

«Gli abbiamo offerto la biografia di Mons. Lefebvre, e l’ha letta due volte! Cosa che uno non fa se non è interessato all’argomento.»

«Egli dice spesso pubblicamente che non bisogna chiudersi in se stessi, che non bisogna rimanere in casa, ma prendersi cura ‘della periferia’, ecc. Ed egli vede cosa noi facciamo esattamente. Noi andiamo alla ricerca delle anime là dove esse si trovano, cerchiamo di aiutarle, ed io sono quasi sicuro che il Papa vede tutto questo e ne è soddisfatto. Forse non è contento di tutto quello che facciamo, ma di questo sì.
In Argentina egli ha detto ai nostri sacerdoti: ‘se volete che i vostri figli perdano la fede, mandateli nelle scuole della diocesi! Il che significa che egli ha perfettamente coscienza di quello che vi accade. Egli sa che vi sono dei grossi problemi nella Chiesa, anche se non ne parla molto.»

«Talvolta, osservandolo, ci sentiamo persi. Personalmente non ho tutte le risposte, io noto tutti gli elementi della sua personalità. Egli è inclassificabile, è impossibile collocarlo in una categoria, è talmente imprevedibile. Ma in fin dei conti, in quanto Papa, egli ha personalmente regolato la nostra situazione in Argentina.»

«La Fraternità San Pio X ha una relazione stretta con lui, un accesso diretto a lui, cosa che può sembrare folle nella situazione attuale.»

La regolarizzazione canonica della Fraternità San Pio X?

«È impossibile dire ciò che accadrà domani. Saremo riconosciuti? Sinceramente, non ne ho alcuna idea. Perché? A causa della situazione nella Chiesa! Nella stessa Roma, alcuni vogliono la nostra morte. Vogliono che noi si sia condannati! A chi interessa? Al Papa o agli altri? Mi dispiace dirvi che non lo so.
Ma non dobbiamo rimanere paralizzati per questa situazione. Noi sappiamo cosa dobbiamo fare e quindi continuiamo. Ammettiamo che se certi elementi venissero definiti, come la regolarizzazione canonica, sarebbe meglio. Vi sono delle discussioni, vi sono state nuove proposte, ma sappiamo che abbiamo dei nemici in seno al Vaticano. Non è una novità.»

«Chiediamo al Signore di illuminarci sulla Sua volontà, perché questo è quello che conta: la volontà di Dio, la Divina Provvidenza. Fino ad oggi Dio ci ha protetti e non v’è ragione perché questo cambi in avvenire.»


Nota

1) Il mattino del 22 gennaio, nel corso della Messa, Mons. Fellay ha affermato: «Ogni aborto è un peccato orribile. Per capire meglio in cosa consista questo peccato bisogna probabilmente comprendere che in un tale atto vi è un attacco contro l’intenzione di Dio circa questo bambino. Non riguarda solo la vita umana, si aggredisce Dio.» E chiedendosi come si possa riparare a tali crimini, ha risposto: «La sola maniera è di volgersi verso Dio. Sul piano umano non possiamo riparare con i nostri mezzi. Certo, possiamo esprimerci, ed è quello che facciamo con la “Marcia per la vita”, protestiamo, soffriamo, diamo qualcosa. Sì, noi tentiamo di riparare per quanto possibile, ma la vera riparazione interviene qui, alla Messa. Perché la Messa è il rinnovamento incruento del Sacrificio di Nostro Signore. Dio ha veramente riparato tutto al posto nostro, sul Calvario. Ed è proprio quello che noi abbiamo qui: il Calvario. Non è solo un sacerdote o un vescovo che si trova qui, è Nostro Signore. Nostro Signore Gesù Cristo stesso. Quello stesso Gesù che era in Palestina è presente alla Messa. Il sacerdote è solo uno strumento, è veramente Gesù che è qui e che fa esattamente ciò che fece sulla Croce. Egli offre la sua vita in riparazione. L’insegnamento della Chiesa dice che: ogni giorno noi celebriamo il sacrificio della Messa a causa dei peccati che commettiamo. È l’insegnamento del Concilio di Trento. Noi celebriamo la Messa a causa dei peccati che vengono commessi ogni giorno sulla terra. Padre Pio lo espresse in maniera meravigliosa: dicendo che il mondo può sopravvivere più facilmente senza il sole, ma non senza la Messa. Quello che fa sì che la terra ancora perduri è la celebrazione quotidiana della Messa.»






gennaio 2016

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