Omelia

di S. Ecc. Mons. Marcel Lefebvre
Fondatore della Fraternità San Pio X

Ecône, 30 marzo 1986
Santa Pasqua

Lo scandalo di Assisi
 




Testo pubblicati dal sito francese della Fraternità Sacerdotale San Pio X
La Porte Latine



Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Così sia.

Miei cari amici, miei cari fratelli,

Permettetemi, prima di richiamare alcune considerazioni su questa bella festa di Pasqua, sui sentimenti che ci devono animare in  questo bel giorno, di completare – soprattutto per voi, miei cari seminaristi che fra poco andrete ad iniziare le vacanze – voi che andrete ad incontrare i vostri genitori, i vostri amici – non vorrei che ciò che vi ho detto giovedì scorso in occasione della Messa crismale, sia da voi male interpretato.

Sappiamo tutti, miei cari fratelli, miei cari amici, sappiamo tutti che attualmente siamo di fronte ad una situazione nella Chiesa che è sempre più inquietante. E non è da oggi che si pone il problema. Il problema si pone fin dal concilio in particolare e fin dall’applicazione delle riforme del concilio.
Adesso assistiamo ad una specie di scalata dell’ecumenismo praticato dal Papa e dai vescovi.
Non è un mistero; è cosa vista e saputa da tutti; è presentata alla televisione, da tutti i mezzi di comunicazione sociale. Tutti sono perfettamente al corrente di questo ecumenismo che è praticato oggi dalle autorità della Chiesa.

Allora, questo ecumenismo ci pone – pone a voi, ne sono certo – cari fedeli, cari amici, un grave problema di coscienza. Quanto a noi, noi vogliamo e abbiamo deciso – e non penso che noi si abbia l’intenzione di cambiare: noi vogliamo rimanere cattolici. E per noi il cattolicesimo significa: conservare la fede, i sacramenti, il Santo Sacrificio della Messa, il catechismo che la Chiesa ha insegnato, ha lasciato in eredità, come una eredità preziosa, per diciannove secoli a generazioni e generazioni di cattolici.
Noi stessi abbiamo ricevuto nella nostra infanzia, nella nostra giovinezza, nella nostra adolescenza, nella nostra età matura, questa preziosa eredità e noi siamo attaccati ad essa come alla pupilla dei nostri occhi, pensando che questa fede che ci è stata data in eredità e tutti i mezzi per conservare la fede che ci sono stati affidati, per mantenere in noi la grazia, sono un mezzo necessario, assolutamente indispensabile per salvare le nostre anime, per andare in Cielo.
Non è per altro che vogliamo rimanere cattolici: è per salvare le nostre anime.

Allora, quando ho avuto occasione di dirvi giovedì scorso, miei cari amici, che noi abbiamo l’impressione di allontanarci sempre più da quelli che praticano questo ecumenismo insensato, contrario alla fede cattolica… avrei dovuto dire piuttosto che rimanendo cattolici e decidendo di rimanere cattolici fino alla fine dei nostri giorni, siamo noi che vogliamo allontanare costoro da noi, perché noi rimaniamo cattolici e sono loro che si allontanano sempre un po’ di più dalla professione di quella fede cattolica che è il primo precetto, quello di un battezzato, per professare la fede.

Non è per niente che i nostri padrini e le nostre madrine hanno pronunciato il Credo il giorno del nostro battesimo – e noi stessi in seguito – alla cresima che abbiamo ricevuto, noi stessi abbiamo ripetuto questo Credo che ci lega definitivamente alla fede cattolica.
Ora, è cosa accertata, conosciuta ormai da tutti, soprattutto dopo il viaggio del Papa in Marocco, Togo e le Indie, e che la Santa Sede in questi ultimi giorni ha reso noto ufficialmente con dei comunicati, che il Papa aveva l’intenzione di recarsi dai Giudei, per pregare con loro, che il Papa aveva l’intenzione di andare a Taizé per pregare con i protestanti, e che aveva l’intenzione – l’ha detto lui stesso pubblicamente a San Paolo fuori le Mura – di fare una cerimonia che riunisca tutte le religioni del mondo per pregare con loro, ad Assisi, per la pace – in occasione dell’Anno della pace che è stato proclamato dall’ONU e che per l’ONU dovrebbe svolgersi il 24 ottobre.

Ecco i fatti. Voi li avete letti sui giornali; li avete ascoltati alla televisione, per quelli che hanno la televisione. Che pensiamo? Qual è la reazione della nostra fede cattolica?
E’ questo quello conta, non il nostro sentimento personale o una specie d’impressione o una qualunque constatazione. Si tratta di sapere che ne pensa la Chiesa cattolica; quello che ci è stato insegnato; quello che la nostra fede ci dice di fronte a questi fatti. E per questo io mi permetto di leggervi alcune parole, molto brevi, che ho tratto dal Dizionario di Diritto Canonico, del canonico Naz, che è ufficialmente il commento del Diritto canonico che è legge della Chiesa fin dai suoi primi tempi. Il Diritto canonico edito e pubblicato per ordine del Papa Pio X e pubblicato da Benedetto XV, il Diritto canonico è l’espressione della legge della Chiesa che è stata tale per diciannove secoli. Cosa dice a proposito di ciò che si chiama communicatio in sacris, e cioè della partecipazione ad un culto a-cattolico, della partecipazione ad un culto non cattolico?
Io credo che questo è ciò che ci interessa; è questo quello che vediamo: la partecipazione del Papa e dei vescovi a dei culti non cattolici.

Che ne dice la Chiesa? La communicatio in sacris, come la chiama la Chiesa in latino: è vietata con i non cattolici dal canone 1258, paragrafo 1, che dice:
E’ assolutamente vietato ai fedeli di assistere o di partecipare attivamente ai culti degli a-cattolici in qualsiasi modo”.

In qualsiasi modo. Ed ecco come la spiega – ed io non ho fatto altro che copiare ciò che si trova nel commento ufficiale della dottrina della Chiesa:
La partecipazione è attiva e formale quando un cattolico partecipa ad un culto eterodosso, cioè ad un culto non cattolico, con l’intenzione di onorare Dio con questo mezzo, alla maniera dei non cattolici”.

Lo ripeto:
La partecipazione è attiva e formale quando un cattolico partecipa ad un culto eterodosso, cioè ad un culto non cattolico, con l’intenzione di onorare Dio con questo mezzo, alla maniera dei non cattolici”.

Questo è esattamente quello di fronte al quale ci troviamo. Io penso realmente che i vescovi e che il Papa abbiano l’intenzione di onorare Dio col culto non cattolico al quale partecipano. E credo di non sbagliarmi.
Una tale partecipazione è vietata, sotto qualsiasi forma – quo vis modo – perché essa implica la professione di una falsa religione e di conseguenza il rinnegamento della fede cattolica:
Non è permesso né pregare, né cantare, né suonare l’organo in un tempio eretico o scismatico associandosi ai fedeli che celebrano il loro culto, anche se i termini del canto e delle preghiere sono ortodosse.

Non sono io che ho scritto questo. Questo è scritto a chiare lettere nel Dizionario di Diritto Canonico del canonico Naz, che è un testo ufficiale, che è sempre stato considerato nella Chiesa come un commento del tutto ufficiale e valido.

Coloro che partecipano così attivamente e formalmente al culto dei non cattolici, sono ritenuti aderire alle credenze di questi ultimi. Per questo il canone 2316 li dichiara sospetti di eresia e se essi perseverano sono considerati come realmente eretici”.

Di nuovo, non sono io che lo dico.
Perché questa legislazione della Chiesa? Per aiutarci a praticare il Primo Comandamento che ci dice di professare la nostra fede cattolica.
Se noi professiamo la nostra fede cattolica, ci è impossibile, inconcepibile professare un'altra fede, un altro culto. Perché pregando in un altro culto noi professiamo di onorare il dio che è invocato in quel culto, nel culto di una falsa religione. Una falsa religione equivale a onorare un falso dio, un dio che è una costruzione della mente o che è un idolo qualsiasi, ma che non è il vero Dio.

Come volete che i Giudei preghino il vero Dio? Essi sono formalmente, essenzialmente contro Nostro Signore Gesù Cristo, esattamente dal giorno della Resurrezione di Nostro Signore. Ed anche da prima, poiché Lo hanno crocifisso. Ma in maniera quasi ufficiale da dopo la Resurrezione di Nostro Signore. Ed essi si sono messi immediatamente a perseguitare i discepoli di Nostro Signore, e questo per secoli.
Come si può pregare il vero Dio con i Giudei? Chi è Nostro Signore Gesù Cristo? Il Verbo di Dio. Egli è Dio. Noi abbiamo un solo Dio: Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, e un solo Signore: Nostro Signore Gesù Cristo. E questo sono i Vangeli che ce lo ricordano a sazietà.
Se dunque ci si oppone a Nostro Signore Gesù Cristo, come dice esplicitamente San Giovanni nelle sue lettere: “Chi non ha il Figlio, non ha il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre.

E questo è normale, non vi è che un solo Dio in tre Persone. Se una delle Persone non è onorata, è rifiutata, non si possono onorare le altre Persone, è impossibile. Sarebbe distruggere la Santa Trinità. Di conseguenza, non onorando Nostro Signore Gesù Cristo, i Giudei disonorano la Santa Trinità.
Come possono pregare il vero Dio? Non v’è altro Dio in Cielo, che noi sappiamo, che ci è stato insegnato dalla nostra fede cattolica.

Ecco la situazione di fronte alla quale ci troviamo. Non invento niente. Non sono io che vedo questo, vorrei morire perché non esistesse questa situazione. Vorrei dare la mia vita. Ma noi ci troviamo di fronte a questa situazione.
Come giudicarla secondo la nostra fede, seguendo la dottrina della Chiesa?
Veramente ci troviamo davanti ad un grave dilemma, eccessivamente grave, che io credo non è mai esistito nella Chiesa: che colui che è assiso sul soglio di Pietro partecipa a dei culti di falsi dei. Io penso che questo non sia mai accaduto nella storia della Chiesa.

Che conclusione dovremmo trarre, forse in alcuni mesi, davanti a questi atti ripetuti di comunione con dei falsi culti?
Non lo so. Me lo chiedo. Ma è possibile che si sia obbligati a credere che questo papa non è papa. Poiché sembra a prima vista – io non voglio dirlo ancora in maniera solenne e formale – ma sembra a prima vista che sia impossibile che un papa sia eretico pubblicamente e formalmente.
Nostro Signore gli ha promesso di essere con lui, di conservare la sua fede, di conservarlo nella fede. Com’è possibile che colui al quale Nostro Signore ha promesso di conservarlo nella fede definitivamente e senza che egli possa errare nella fede, possa al tempo stesso essere eretico pubblicamente e quasi apostatare?
Ecco un problema che ci riguarda tutti, che non riguarda solo me.

Se siamo stati perseguitati, se adesso ci si  tratta come gente che è quasi fuori della Chiesa, perché? Perché noi siamo rimasti cattolici. Perché siamo voluti rimanere cattolici. E allora constatiamo che rimanendo cattolici, noi, queste persone si allontanano sempre più dalla dottrina cattolica e di conseguenza si allontanano da noi.
Cosa volete che facciamo?
Esattamente come i Giudei si sono allontanati da Nostro Signore, essi si sono allontanati da Lui sempre di più, fino a divenire dei nemici giurati di Nostro Signore Gesù Cristo; mentre invece avrebbero dovuto unirsi tutti a Nostro Signore; mentre invece avrebbero dovuto seguire tutti la Santissima Vergine Maria e gli Apostoli – ad eccezione di Giuda naturalmente -  e tutti i discepoli di Nostro Signore, Giudei, che si sono convertiti a Nostro Signore e che hanno seguito Nostro Signore.

La nostra religione cristiana è cominciata con dei Giudei, dei Giudei convertiti. Perché ce n’è stato un certo numero che ha rifiutato di convertirsi malgrado tutta l’evidenza dei miracoli di Nostro Signore, l’evidenza della Resurrezione?
Dal momento che i soldati che erano presenti sono scappati, impauriti, dopo l’apparizione dell’angelo e il terremoto che c’è stato; impauriti, sono andati dai príncipi dei sacerdoti per raccontare cos’era successo, e cioè che Nostro Signore non c’era più, che era resuscitato, che non c’era più niente nella tomba e che avevano sentito un terremoto spaventoso.
Essi riferivano le loro constatazioni, la loro testimonianza.
E cos’hanno detto i príncipi dei sacerdoti? Invece di dire: Ah, veramente, noi facciamo ammenda; ci siamo sbagliati; noi adoriamo Nostro Signore Gesù Cristo se è resuscitato. E come non adorarLo? Come non seguirLo? – No – Cos’hanno detto ai soldati?: “Ecco una grossa somma di denaro e andate a dire a tutta Gerusalemme che mentre voi dormivate, gli Apostoli sono venuti a prendere il Corpo di Nostro Signore.”

Allora, come dice molto bene Sant’Agostino – io penso sorridendo -  ha detto: “Ma come avrebbero potuto dire che gli Apostoli avevano portato via il Corpo di Nostro Signore Gesù Cristo, come avrebbero potuto dirlo se dormivano?
Non avrebbero potuto vedere. Eppure dovevano dire che mentre dormivano, gli Apostoli erano venuti a portar via il Corpo di Nostro Signore, mentre non avevano potuto vederli. Menzogna, menzogna, menzogna. E’ il demonio che li ha ispirati; ed essi sono rimasti sotto l’influenza del demonio.

Che fare, miei cari fratelli, miei cari amici? Pregare.
Davanti a questa situazione della Chiesa noi dovremmo pregare mattino e sera, giorno e notte, pregare la Santissima Vergine di venire in aiuto della sua Chiesa. Poiché si tratta di uno scandalo considerevole – nel vero senso della parola scandalo, che significa spingere al peccato.
Ebbene, per questo scandalo dell’ecumenismo, per questo scandalo della partecipazione ai culti delle false religioni, i cristiani perdono la fede. I cattolici perdono la fede, non hanno più fede nella Chiesa cattolica. Essi non credono più che vi è una sola religione vera, che vi è un solo Dio: la Santa Trinità e Nostro Signore Gesù Cristo.

La fede scompare.
Quando l’esempio e lo scandalo vengono da così in alto, che colui che è sul soglio di Pietro e che quasi tutti i vescovi… allora poveri cristiani, lasciati a se stessi; che non hanno sufficiente formazione cristiana per mantenere la loro fede cattolica malgrado tutto, o che non hanno a fianco dei sacerdoti che li aiutano a conservare questa fede, essi sono completamente confusi. O perdono la fede, non praticano più, non pregano più, o s’impegnano in delle sette qualsiasi.
Allora noi dobbiamo pregare molto, riflettere, chiedere al Buon Dio di conservarci nella fede cattolica, qualunque cosa accada.

Questi avvenimenti non dipendono da noi, lo dico ancora una volta. E’ come un film al cinema che scorre davanti ai nostri occhi. A partire dal concilio, noi vediamo la situazione aggravarsi, di anno in anno, sempre più grave, sempre più grave.
E il sinodo ha anche segnato un passo avanti – io direi ancora più grave degli altri – perché essi hanno detto: Noi continuiamo, noi continuiamo, malgrado tutte le difficoltà; il concilio è stato l’opera dello Spirito Santo, è stato una Pentecoste straordinaria, bisogna continuare. Continuiamo nello spirito del concilio. Niente restrizioni, niente reprimende, niente ritorno alla Tradizione.

E noi vediamo adesso che per il fatto che il sinodo ha detto: bisogna continuare nello spirito del concilio, ebbene vediamo che adesso le tappe precipitano, vanno ancora più velocemente. E necessariamente, poiché non c’è stata alcuna obiezione a questi vent’anni di spirito del concilio messo in pratica. Adesso, ormai, tutti quelli che sono d’accordo con queste trasformazioni nella Chiesa, dicono che non v’è ragione per non continuare ancora più rapidamente.
Questo porta alla distruzione totale della Chiesa.

Ma io non vorrei non ricordare alcune considerazioni sulla bella festa di Pasqua che abbiamo e che, giustamente, incoraggia la nostra fede.
Poiché voi vedete che la Chiesa cattolica è la sola che, in definitiva, ci parla dell’aldilà in maniera certa.
Oh, come dobbiamo ringraziare il Buon Dio per avere la fede cattolica.
Povere anime che non hanno la fede e vagano – direi – nell’accecamento; che pensano solo alle cose di quaggiù e che quando pensano o hanno l’occasione di pensare alle cose dell’avvenire, a ciò che sarà dopo la morte, preferiscono chiudere gli occhi, chiudere le orecchie, non ricordare quelle cose, per non doverci pensare.
Povera gente che nel loro accecamento e nel loro attaccamento alle cose di questo mondo, chiudono gli occhi sulle cose più belle che ci aspettano lassù.

Oggi, dicono i nostri offici, Nostro Signore ha aperto la porta del Cielo.
E guardiamo allora verso il Cielo. Egli ci apre le porte del Cielo, perché?
Ma per condurci tutti là, ovviamente! Perché tutti gli uomini Lo seguano. Lui, che ha aperto questa porta e che è Lui stesso La Porta. Ego sum ostium: io sono la Porta del Cielo. E allora guardiamo Gesù Cristo, guardiamo la Sua Resurrezione, guardiamo tutte le anime sante che lo attorniano; guardiamo a tutti questi giusti del Vecchio Testamento, che subito vanno a salire con Lui in Cielo e a formare già il corpo degli eletti nel Cielo.
E cosa ci insegna la Chiesa su questo aldilà che ci aspetta tutti?
Questa vita è corta, è breve.

La Chiesa ci dice che per le anime ci sono quattro possibilità, quattro luoghi nei quali possono essere poste, di cui tre definitivi e uno provvisorio. I luoghi definitivi sono: il Cielo, il Limbo e l’Inferno. Il luogo provvisorio è il Purgatorio.
Ecco cosa ci insegna la Chiesa. Non ci sono altri luoghi. O c’è l’eterna felicità, immediatamente acquisita, o c’è l’eterna felicità acquisita per mezzo di un soggiorno più o meno prolungato in Purgatorio, per purificare le nostre anime dai peccati veniali, dalle pene dovute ai peccati che abbiamo commesso. O c’è il Limbo per le anime di coloro che non hanno peccato personalmente e che sono morti col peccato originale, come tutti i bambini che muoiono … peccato! – quando si pensa a tutti questi aborti, a tutti questi bambini che sono privati della grazia santificante, privati dell’eterna felicità del Cielo – essi non sono infelici, e tuttavia sono in questa privazione inverosimile di una felicità ineffabile, di cui noi non abbiamo alcuna idea quaggiù. Questo è il limbo.
E poi, infine l’Inferno.

E San Tommaso fa un paragone, molto moderno direi, perché dice: “Le nostre anime, quando lasceranno i nostri corpi, quaggiù, andranno ciascuna al loro posto, come gli astri che sono stati proiettati nel cielo dal Buon Dio”.

Ciascuno di questi prese il suo posto secondo la sua pesantezza, secondo la legge di gravità, secondo la sua importanza, prese il suo posto. Come noi diremmo oggi per i satelliti. Noi lanciamo dei satelliti che, a seconda del loro peso, a seconda della loro grandezza, a seconda della loro velocità, prendono il loro posto sull’orbita e girano intorno alla terra.
Ebbene, anche le anime – in un certo modo – prendono ognuna il proprio posto.
In rapporto a che? In rapporto alla loro relazione con Nostro Signore Gesù Cristo.
Siamo veramente dei fedeli di Nostro Signore Gesù Cristo? Lo amiamo con tutto il nostro cuore? Moriamo in questo amore dicendo: io offro la mia vita intera, io offro tutto, io offro le mie sofferenze, io offro la mia morte per Nostro Signore Gesù Cristo, per essere unito a Nostro Signore Gesù Cristo, per riparare i peccati, per amore di Nostro Signore.
Allora, se veramente noi facciamo un atto di carità perfetta prima di morire, le nostre anime del tutto naturalmente partiranno per il Cielo e si porranno nel Cielo a seconda del nostro grado di carità, più o meno accanto a Nostro Signore, automaticamente, il Buon Dio non avrà neanche da giudicarci. Siamo noi stessi che ci giudichiamo per la carità che noi abbiamo per il Buon Dio, per Nostro Signore; ed avremo la felicità eterna.
Se, al contrario, noi abbiamo delle pene da espiare, sarà il Purgatorio; e nel Purgatorio non possiamo fare niente per noi stessi.

Non dimentichiamo questo, miei cari fratelli. Non dimentichiamo che in Purgatorio, le anime del Purgatorio non possono fare niente per loro stesse; esse non possono meritare; esse sono fissate in ciò che sono, semplicemente hanno un tempo di pena da espiare. Ma questo tempo può essere abbreviato da noi, dai fedeli che sono ancora sulla terra. Noi possiamo pregare, giustamente, bisogna pregare per le anime del Purgatorio. E c’è una grande ragione per pregare per le anime del Purgatorio; perché noi possiamo meritare per esse, con le nostre preghiere, con i nostri sacrifici; offrendo i nostri sacrifici per le anime del Purgatorio, per le anime dei nostri genitori, dei nostri amici, di tutte quelle che soffrono in Purgatorio. Noi possiamo alleviare le loro pene. Esse non possono farlo più per se stesse, esse aspettano la fine di questa purificazione, di questo Purgatorio, e si augurano che quelli che sono sulla terra, i loro amici, i loro parenti, preghino per esse allo scopo di liberarle il prima possibile da queste pene e poter raggiungere gli eletti nel Cielo.

Per contro, è inutile pregare per gli eletti del Cielo; inutile pregare per quelle che sono nel Limbo; inutile pregare per quelle che sono all’Inferno, perché in questi tre luoghi lo stato è definitivo.

Ma siccome noi non lo sappiamo, non sappiamo tra i nostri parenti, i nostri amici, quelli che muoiono, se sono in Cielo; se sono in Purgatorio; disgraziatamente, se sono all’Inferno. Noi non lo sappiamo. E allora noi dobbiamo pregare per loro e il Buon Dio si serve di queste preghiere per quelli che possono ricevere i meriti di queste preghiere, se le persone per le quali noi preghiamo non sono più suscettibili di cambiare di stato o di modificare il loro stato.

Per contro, quelli che sono in Cielo possono pregare per noi. Ed è per questo che noi dobbiamo invocare spesso i Santi del Cielo, invocare, certo, particolarmente Nostro Signore, la Santissima Vergine Maria, i Santi più potenti, quelli per i quali abbiamo una devozione particolare, il nostro Santo Patrono, la nostra Santa Patrona, per chiedere loro di venirci in aiuto. Essi possono intercedere presso Nostro Signore Gesù Cristo per noi, per le nostre anime, affinché noi progrediamo nella perfezione, affinché ci prepariamo per questo momento così importante, il momento più importante della nostra vita, che è la nostra morte. Perché noi si sia pronti per andare a raggiungerli lassù nell’eternità.

Ecco ciò che ci insegna la Santa Chiesa. Almeno le cose sono chiare, semplici, naturali, buone per noi, tali da incoraggiarci a camminare sulla strada della perfezione.
Ed è per questo che è profittevole – e mi felicito con tutti quelli qui che hanno già frequentato gli esercizi spirituali di Sant’Ignazio, che hanno fatto dei ritiri, per meditare sui nostri fini ultimi; per meditare su questi magnifici orizzonti che il Buon Dio ci presenta in occasione della Resurrezione.

Tutto ciò che conosciamo quaggiù, è niente a paragone di ciò che conosceremo se il Buon Dio ci accoglie nel Suo Paradiso. E’ San Paolo che lo dice: “Non v’è alcuna proporzione tra ciò che noi siamo qui e ciò che vi è in Cielo”.

Allora, meditiamo queste cose e sforziamoci di poter essere accolti – io direi – dagli angeli, come sono state accolte le sante Donne.
Vedete la differenza che c’è stata tra i guardiani della tomba di Nostro Signore e le sante Donne che sono arrivate per vedere Nostro Signore: i santi Angeli stessi hanno detto loro: “Voi, avvicinatevi, perché noi sappiamo che voi cercate Gesù Cristo che è stato crocifisso. Noi lo sappiamo. Allora, venite, venite a vedere laddove è stato deposto”.
Le donne era spaventate, il terremoto, l’angelo che scende dal Cielo, risplendente di luce e di splendore, sono atterrite; anche loro avrebbero potuto fuggire come i guardiani che sono scappati, di corsa. No, a loro gli angeli hanno detto: “no, noi sappiamo che voi cercate Nostro Signore Gesù Cristo”.
Anche noi possiamo sentire: “Noi sappiamo che voi cercate Nostro Signore Gesù Cristo”.

Che i nostri santi Angeli Custodi ci dicano questo, quando arriveremo al nostro ultimo momento. Quando il Buon Dio ci chiamerà, che noi si possa essere ricevuti così dagli angeli e non fuggire e andare con coloro che sono col Principe della menzogna, come hanno fatto quei poveri soldati andando a trovare i príncipi dei sacerdoti.

Chiediamo alla Santissima Vergine Maria di guidarci nel corso della nostra vita, perché un giorno possiamo andare a partecipare alla sua felicità in Cielo.

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Così sia.






febbraio  2017

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