Eleison Comments DIX

RESURRECTION  ARGUED

Commenti settimanali di

di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  15 aprile 2017

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo all'uso della sola retta ragione per argomentare e credere nella Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.

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Gesù è risorto dai morti? Non c’è bisogno della fede
Per argomentare che Lo fece, come dice la Scrittura.


Argomentare la Risurrezione

Alla vigilia della Pasqua, ricordiamoci di come sia ragionevole credere nell’evento così straordinario di un essere umano morto che esce fuori dalla tomba attraverso una pietra talmente pesante che impedisce persino di sognare di fare una cosa del genere. Vediamo per primo il teologico “come” della Risurrezione, e poi lo storico “se” dell’accaduto.

Per i cattolici che per il dono della fede soprannaturale credono che con l’Incarnazione, la seconda Persona divina della Santissima Trinità, in pieno possesso della completa Natura divina, abbia unito a Sé una completa natura umana, costituendo due nature in una sola Persona divina, non è difficile comprendere come la Risurrezione abbia avuto luogo. Sulla croce, la divina Persona è veramente morta: non nella sua immortale Natura divina, ma nella sua natura umana, in grado di morire come qualsiasi altro mortale con la separazione della sua anima umana dal suo corpo umano. Tuttavia, mentre questi due elementi, in Gesù Cristo potevano separarsi, né quella né questo potevano separarsi dalla Persona divina; ed è questo il motivo per cui i cattolici recitano nel loro Credo che Egli (corpo e anima) “patì e morì”, e che Egli (il corpo) “fu sepolto” e che Egli (l’anima) “discese agli inferi” (non l'Inferno dei dannati, ma il Limbo delle anime buone morte e in attesa che la morte redentrice di Cristo aprisse loro le porte del Paradiso chiuse da Adamo ed Eva). Sia il corpo umano sia l’anima umana di Cristo restavano entrambe unite alla Persona divina, e mentre non sarà stato facile per questa Persona morire della morte atroce sulla Croce, fu facile per Ella riunire la Sua anima umana nuovamente al Suo corpo umano nel sepolcro, così che la Sua natura umana completa tornasse a vivere. E nessuna pietra sulla terra avrebbe potuto essere abbastanza pesante da impedirGli di involarsi subito da Sua madre per consolarla.

Ma un uomo deve avere il dono soprannaturale della fede per accettare la realtà della Risurrezione? Non necessariamente. Se una mente incredula, ma retta, prende in considerazione gli argomenti meramente naturali tratti dalla psicologia naturale e dalla storia umana, può facilmente concludere che solo un evento almeno altrettanto sensazionale come la Risurrezione, può spiegare i fatti come li conosciamo (e nessuno dica che la Risurrezione sarebbe troppo dolce o gentile o consolante per essere materia di argomento!  Gli uomini hanno bisogno di argomenti! Dio non ha messo la testa umana in cima al corpo per niente!).

In primo luogo, la psicologia umana argomenta degli Apostoli. Per tre anni hanno imparato a credere, fidando e amando il divino Maestro. Ma ecco che tutti scappano nell’orto di Getsemani, ed Egli viene giustiziato in pubblico come un comune malfattore. E dopo la Passione essi sono totalmente sfiduciati (cfr Gv. XX, 19). Cosa del tutto normale, viste le circostanze. Eppure, entro 50 giorni eccoli di nuovo a Gerusalemme, ad affrontare i capi degli Ebrei e a convertire questi ultimi perché credano in Gesù Cristo; e lo fanno a migliaia alla volta (cfr Atti II, 41; IV, 4). E nel giro di altri 300 anni questi Apostoli e i loro successori convertono lo stesso Impero Romano. Questi sono i fatti della storia. Che cosa può essere successo, se non qualcosa di talmente sensazionale come la Risurrezione, per spiegare una tale trasformazione psicologica che da cani bastonati (si fa per dire) li ha resi conquistatori del mondo?

In secondo luogo, la storia umana, vista dagli Ebrei. Essi odiavano Cristo, e lo uccisero, come hanno cercato da allora di distruggere la Sua Chiesa. Eppure, entro 50 giorni ecco i suoi discepoli, che comandano loro di farsi battezzare nel nome di Gesù Cristo, e lo fanno impugnando la Risurrezione come loro argomento principale. Il modo migliore per bloccare i loro disegni, non sarebbe stato quello di presentare a tutti il corpo morto di Cristo? E possiamo dubitare che, allora come oggi, essi avessero a loro disposizione il denaro, la polizia e il potere per esibire davanti a tutti il cadavere, se solo fosse stato possibile trovarlo dove avrebbe dovuto essere? Ma il Cristianesimo, invece di essere bloccato, decollò. E l’unica spiegazione possibile è che non ci fosse più alcun cadavere da trovare. Tale che la Risurrezione è vera. E non c’è nemmeno bisogno di avere la fede soprannaturale per accettare questa realtà. Così Pietro aveva ragione – per avere la vita eterna, Atti II, 38 – “Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo”.

Kyrie eleison.
                                                                                  



aprile 2017

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