Eleison Comments DLXIX

LIBERALS PREPARE

Commenti settimanali di

di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  9 giugno 2018

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo alla preparazione del Capitolo generale della Fraternità da parte dei liberali.

Questi “Commenti” sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
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Capitolari, la Chiesa e la Fede vengono prima,
E sarebbe necessario che Menzingen abbia la peggio.


I liberali si preparano


Non tutti sono addormentati. Qualcuno in Francia ha notato come i liberali si preparino a prendere il sopravvento nell’imminente Capitolo Generale della Fraternità San Pio X, ultima occasione per la Fraternità, e probabilmente l’ultimissima, per ergersi a difesa della Fede cattolica contro il Vaticano II, come fece Mons. Lefebvre. Su Fidélité catholique francophone è stato scritto un eccellente articolo che denuncia alcune sinistre parole del Segretario Generale della Fraternità, Don Christian Thouvenot, che all’inizio di quest’anno ha rilasciato un’intervista alla rivista del Distretto tedesco della Fraternità [si veda qui]. Quello che segue deve molto a quell’articolo.

Per prime, le sinistre parole: “. . . è verosimile che in occasione del Capitolo venga posta la questione della Prelatura Personale. Ma è solo il Superiore Generale che dirige la Fraternità e che ha la responsabilità delle relazioni fra la Tradizione e la Santa Sede; Mons. Lefebvre, nel 1988, tenne a precisare questo aspetto.” Queste parole sono sinistre perché esprimono ampiamente qual è l’interpretazione con la quale Menzingen, il Quartier Generale della Fraternità in cui lavora Don Thouvenot, sta preparando i membri della Fraternità e i fedeli in vista del Capitolo Generale, che dovrà essere il momento e il contesto in cui Mons. Fellay deciderà, con apparenza di legittimità, di accettare l’offerta di Roma di una Prelatura Personale, cosa con la quale egli paralizzerà una volta per tutte la capacità della Fraternità di difendere la Fede resistendo alla Messa Novus Ordo e al Concilio Vaticano II. E queste parole sono parimenti sinistre perché sono ambigue o false.

In primo luogo, non è il Superiore Generale ad essere il solo a capo della Fraternità. Secondo gli Statuti della Fraternità, fissati da Mons. Lefebvre, mentre è vero che, una volta eletto, il Superiore Generale ha a disposizione notevoli poteri e per non meno di 12 anni, Monsignore volle infatti che il Superiore Generale avesse il tempo e il potere per portare a compimento qualcosa, senza essere ostacolato come lo era stato lui stesso dai Padri dello Spirito Santo; ma è ugualmente vero che la tenuta del Capitolo Generale che si svolge ogni sei o dodici anni è al di sopra del Superiore Generale, il quale deve seguire le politiche decise da esso. Ora in teoria il Capitolo Generale del 2012 ha deciso che qualsiasi “normalizzazione canonica” della Fraternità necessiterà del voto a maggioranza dell’intero Capitolo Generale, ma in pratica Mons. Fellay ha già proceduto alla “normalizzazione” con l’accettazione delle confessioni, delle ordinazioni e dei matrimoni accordate da Roma alla Fraternità. Ed ecco che adesso il suo Segretario Generale parla come se il Capitolo Generale non avesse nient’altro da dire, come se Mons. Fellay potesse “normalizzare” da solo tutto il resto. Tutti i quaranta futuri Capitolari di luglio sono a conoscenza di come parla Menzingen? Sono d’accordo?

In secondo luogo, Don Thouvenot afferma che Mons. Fellay sarebbe – il solo? – responsabile dei rapporti fra la Tradizione cattolica e la Santa Sede. Il che è senza dubbio il modo in cui sia Roma sia lo stesso Mons. Fellay vorrebbero che si svolgesse la questione, così che Roma possa inglobare d’un colpo tutta la “Tradizione” e Mons. Fellay possa ampliare il suo impero. Ma la “Tradizione” è un insieme vario ed eterogeneo di istituti e comunità religiose di cui non tutte, certamente, intendono essere inglobate nella Roma conciliare o dirette dal Mons. Fellay. Fu per questo che Mons. Lefebvre rifiutò ripetutamente di essere chiamato capo della Tradizione cattolica. E’ quindi chiaro che sia Mons. Fellay sia il suo Segretario stanno facendo il giuoco della Roma conciliare.

E in terzo luogo, se Monsignore nel 1988, al tempo delle Consacrazioni, insistette sul fatto che lui solo avesse ancora il controllo delle relazioni della Fraternità con Roma, fu perché sapeva che i giovani collaboratori che lo attorniavano non potevano competere con i furbi Romani, come abbiamo visto a nostre spese dopo la sua morte nel 1991. E non fu perché intendeva dotare la Fraternità di un Superiore Generale che avesse una grazia speciale per accoppiarla con i Romani conciliari. Quando gli uomini vogliono sbagliare, non è necessariamente una struttura che potrà salvarli. Ma cosa poteva fare Monsignore? Egli è morto da un po’!

Lettori, se conoscete un Capitolare del prossimo luglio, chiedetegli se conosce ciò che ha detto il Segretario Generale!

Kyrie eleison.
                                                                                  


giugno 2018

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