Eleison Comments DLXXVIII

GENERAL CHAPTER - III

Commenti settimanali di

di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  11 agosto 2018

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo alla conclusione del Capitolo Generale della Fraternità San Pio X. - Parte terza.

Questi “Commenti” sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
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La Chiesa o la Fraternità, è Dio che può portarle in porto,
Ma non se gli uomini trascurano la Sua bontà.


Capitolo Generale - III


Quando la Verità cattolica e l’Autorità cattolica si allontanano, come nel Vaticano II, non può essere la Verità che si sia mossa, perché la dottrina cattolica non cambia. Solo l’Autorità può essersi mossa, e quindi solo le autorità della Chiesa possono essere incolpate della separazione. Un motivo in più per far tesoro di quelle autorità che non hanno tradito la Verità, come Mons. Lefebvre e la sua Fraternità San Pio X. Un motivo in più per dare almeno un’ulteriore occhiata a quello che è successo nel recente Capitolo Generale della Fraternità – in effetti, la Fraternità ha ripreso la linea di Monsignore, che aveva abbandonato nel 2012, o ha applicato il proverbio francese: “più le cose cambiano, più rimangono le stesse”?

All’inizio del Capitolo sono stati eletti tre uomini nuovi per formare il triumvirato (corpo di tre uomini) che governa la Fraternità, e molti buoni sacerdoti della Fraternità hanno tirato un grande sospiro di sollievo e hanno goduto alcuni giorni di vera speranza per il futuro. Ma ecco che alla fine del Capitolo sono stati votati a far parte del Consiglio Generale della Fraternità, dove vengono prese le decisioni più importanti, il precedente Superiore Generale e il suo predecessore. Con questo è stato introdotta nella Fraternità una novità, un nuovo incarico di “Consigliere”. E il cuore di molti buoni sacerdoti deve essersi fatto piccolo piccolo. Quale speranza potrebbe esserci adesso per cambiare il disastroso andazzo della Fraternità dalla fedele Verità alle infedeli autorità, dal momento che i due principali artefici di tale andazzo sono stati reintegrati nel Consiglio Generale della stessa Fraternità?

Almeno un partecipante al Capitolo si è lasciato rassicurare da quello che gli è stato detto, ossia che i due “Consiglieri” non vivranno nella sede della Fraternità a Menzingen, in Svizzera; che verranno consultati solo per questioni relative all’istituzione o alla chiusura di case della Fraternità e all’ammissione o all’espulsione di membri della Fraternità; che la creazione dei “Consiglieri” è stata una mossa intelligente del Capitolo perché essa aiuterà a guarire le divisioni nella Fraternità. Ma c’è davvero qualcuno che si sente rassicurato? Menzingen deve riconquistare la fiducia che la sua ambigua politica ha fatto perdere negli ultimi 20 anni. Ecco un commentatore tra tanti che non si fida delle recenti parole rassicuranti dei dirigenti della Fraternità: -

In realtà, la scelta - preordinata - di Don Pagliarani come nuovo Superiore Generale nasconde la altrettanto preordinata volontà di confermare lo status quo della direzione della Fraternità. Senza pudore, al nuovo Superiore sono stati affiancati due Assistenti che certo non brillano per la loro resistenza alla Roma modernista. Per di più, senza alcuna vergogna, il Capitolo si è inventato le figure di due “consiglieri”, non previsti dagli Statuti della Fraternità; “scegliendo” per la bisogna i due personaggi più accordisti che la Fraternità abbia mai avuto: Don Schmidberg, noto amico del cardinale Ratzinger, e Mons. Fellay, noto per i suoi “nuovi amici” a Roma e per essere convinto liquidatore della Fraternità, da consegnare mani e piedi legati agli apostati romani.

Il quadro che emerge non è necessariamente una resa incondizionata, ma intravedo un processo di avvicinamento alla Roma modernista che si svolgerà in maniera nuova, un po' con maggiore cautela e diplomazia nei confronti dei sacerdoti e dei laici della Fraternità. Tuttavia, dal momento che Dio vede e provvede e che se l’uomo propone, è Dio che dispone, c’è anche la possibilità che Nostro Signore intervenga e infonda nel relativamente giovane Don Pagliarani i Doni di Consiglio, Fortezza e Timore di Dio di cui egli avrà bisogno per raddrizzare il percorso della scialuppa della Fraternità e condurla nel porto sicuro. Possa essere questa la volontà di Dio!


In tutta onestà, il Capitolo è riuscito a cambiare il Superiore Generale, che era la cosa più importante che doveva fare. Mons. Fellay e Don Schmidberger come “Consiglieri” potrebbero continuare a tramare con i Romani su come portare ciò che rimane della Fraternità di Monsignore sotto il tallone della Roma conciliare, ma il potere supremo nella Fraternità ora appartiene a Don Pagliarani. Ne farà buon uso? Solo Dio lo sa. “La carità, tutto crede, tutto spera” (I Cor. XIII, 7). Dobbiamo pregare per lui.

Kyrie eleison.
                                                                                  


agosto 2018

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