Precisazione di S. Ecc. Mons. Marcel Lefebvre

sulla Dichiarazione del 21 novembre 1974
 

18 maggio 1975


Pubblicata su FSSPX news il 21 novembre 2018

Nota nostra
Sarebbe offensivo per Mons. Lefebvre ipotizzare quello che avrebbe potuto dire oggi, ma è giocoforza ricordare che la condizione complessiva della vita della Chiesa, oggi, sempre sulla scia del Vaticano II, è talmente deteriorata da costringere a parlare di una neo-Chiesa non più cattolica.





Non è mai stata mia intenzione, né dei miei collaboratori, rompere in checchessia l’unità con la Chiesa cattolica e con il suo capo legittimo, il Papa Paolo VI.
Così, io rinnovo solennemente il mio attaccamento al Sommo Pontefice e alla gerarchia cattolica di cui, per grazia di Dio e per l’autorità della sede apostolica, io faccio parte da quasi trent’anni.
Interpretare la mia dichiarazione del 21 novembre in un senso scismatico è una cosa impossibile ed io l’ho ricordato a Don de Nantes nella mia lettera del 19 marzo 1975, nella quale scrivevo: «Sappia che se un vescovo rompe con Roma, non sarò io». La mia dichiarazione lo dice esplicitamente e con forza.

Tuttavia, negare l’influenza modernista e liberale che si esercita nella Chiesa, specialmente dopo il concilio Vaticano II, nelle riforme che si pretende siano ispirate dal Concilio, equivarrebbe a negare l’evidenza, che si fa ogni giorno sempre più pressante e dolorosa nel cuore dei fedeli.

Noi rispettiamo in tutta sincerità i testi di questo Concilio pastorale, nella linea di tutta la Tradizione, come precisava il Sommo Pontefice Giovanni XXII nella sua allocuzione che concludeva la Messa di apertura dell’11 ottobre 1962. E’ per questo che noi riproviamo con vigore ogni ambiguità ed ogni interpretazione abusiva dei testi del Vaticano II, e noi professiamo l’autorità di questo Concilio nel rispetto delle diverse note teologiche applicabili a tutti i testi conciliari.
Fede nella Chiesa, fede nel primato del Pontefice romano, rifiuto di tutto ciò che contribuisce all’autodistruzione della Chiesa: questa la linea che noi seguiamo nella e malgrado la prova presente.

Ecône vuole essere una fonte sacerdotale per contribuire all’edificazione della Chiesa cattolica, apostolica, romana. Ecône non ha altra pretesa.






novembre 2018

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