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Intervista di Don Davide
Pagliarani
Rilasciata in occasione del Congresso teologico a Parigi FSSPX /Actualidad
In occasione del XIV
Congresso del Courrier de Rome,
che si è svolto a Parigi il 19 gennaio 2019, il Superiore
Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X, Don Davide
Pagliarani,
ha concessa la seguente intervista. Papa Francesco è in continuità con i Papi conciliari? Questa domanda è
quella che viene posta oggi nei circoli tradizionali e anche fuori di
essi. Credo che, sicuramente, questo Papa ha una personalità
molto specifica, un modo di comunicare e di esprimersi che è
nuovo, anche rispetto ai Pontefici postconciliari. Questo dobbiamo
ammetterlo.
Ma, al tempo stesso, il Papa è in continuità con ciò che è successo prima di lui. Il Concilio ha dato inizio ad un processo che continua ad evolvere: un modo di pensare, di ripensare la Fede e la Chiesa in ogni aspetto della sua vita, che continua ad andare avanti: e in questo processo ci sono stati papi conservatori, che parlavano con un linguaggio più tradizionale, e papi come Francesco, che parla più liberamente. Questo dipende dalla sua personalità, ma in ogni caso, indipendentemente dal linguaggio e dal modo di comunicare, lo stesso processo continua ad andare avanti. Io penso che dobbiamo ammettere che Papa Francesco e la sua personalità presentano elementi nuovi, ma il tutto è in perfetta continuità con i suoi predecessori. In questo senso, secondo la mia umile opinione, l’inopportuno richiamo al magistero di Giovanni Paolo II, per esempio, per controbilanciare le dichiarazioni di Papa Francesco, non è una cosa realmente logica. In che consiste questa continuità? Al cuore del magistero
conciliare e postconciliare c’è l’attenzione per l’uomo. Si
tratta di una percezione della Fede, della vita cristiana e di tutta la
vita della Chiesa, che è profondamente personalista. Questo
fondamentale personalismo produce risultati differenti, ma tutti si
completano a vicenda e vanno di pari passo.
Che relazione crede che esista tra
l’insegnamento di Papa Francesco e il mondo moderno?Con Giovanni Paolo II, per esempio, il suo personalismo portò al compromesso personale e, quindi, anche al compromesso con i valori morali. Giovanni Paolo II ha evocato diversi principii morali da una prospettiva personale. Con Papa Francesco, la stessa percezione della moralità, per così dire, conduce a risultati differenti, ma che sono in continuità con gli stessi principii di base. Credo che anche in questo
caso si ha un principio già contenuto nel Concilio e nel
postconcilio, diventato sempre più evidente col pontificato di
Papa Francesco.
In altre parole: un cristianesimo
umanista?In primo luogo, che significa la modernità? La modernità significa il conflitto fra l’ordine soprannaturale, l’ordine spirituale, e l’ordine temporale. Il secolarismo, lo spirito secolare, che caratterizzò la Rivoluzione, caratterizza anche la modernità. Questo spirito, questa contraddizione, questa specifica dicotomia della modernità, in un certo senso, era già stata superata dal Concilio, che voleva andare oltre questa difficoltà. Ma con papa Francesco siamo arrivati a un punto in cui la Chiesa stessa sacralizza, per così dire, i grandi temi, le grandi preoccupazioni, i grandi problemi che sono propri del mondo laico e del mondo politico. Da qui deriva il fatto di prestare un’attenzione particolare (e direi quasi religiosa) alle questioni politiche o sociali, come la questione dei migranti o dell’inquinamento, e diversi esempi che si potrebbero fare sulla stessa linea. In questo modo, paradossalmente, con questi pontificati siamo giunti ad una epifania del cristianesimo di Maritain. Un cristianesimo umanista
in cui si mescolano i grandi valori della Chiesa e i valori del mondo,
dando luogo ad una dimensione che è ad un tempo profondamente
secolare e profondamente religiosa, ma con una religiosità che
resta soggetta all’ordine temporale.
Qual è
il ruolo della Fraternità San Pio X in questo contesto?Siamo di fronte ad una Chiesa che non insegna più al mondo una verità che viene dall’alto, una verità trascendente, ma ad una Chiesa che ascolta il mondo. Il ruolo della
Fraternità San Pio X è continuare ad amare la Chiesa.
Amarla ancor più nel vederla sfigurata e nel vederla soffrire a
causa della situazione. Il ruolo della Fraternità è
continuare ad amare la Chiesa, pregare per la Chiesa e pregare per il
trionfo della verità cattolica, che è la verità
della Chiesa. Il ruolo della Fraternità è continuare a
servire la Chiesa denunciando con carità, ma anche con
chiarezza, questi errori che causano tanta sofferenza alla Chiesa.
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gennaio 2019 |