Francesco ha cambiato la preghiera del “Padre nostro”
 

9 giugno 2019


Intervento pubblicato dal Patriarcato Cattolico Bizantino






Patriarca Elia


Francesco ha stabilito un cambiamento nella preghiera del “Padre nostro” nella richiesta: “Non ci indurre in tentazione”. Egli ha sostenuto che la formulazione è imprecisa e dà l’impressione che Dio provochi l’uomo al peccato. È interessante notare che qualcosa del genere non è venuto in mente né agli apostoli, né ai martiri, né ai santi lungo i secoli. Nessuno di loro era arrivato a credere che avrebbe formulato il “Padre nostro” meglio del Signore Gesù.

Con questa pseudo redazione del “Padre Nostro” Francesco rivela che non conosce l’essenza della lotta per la salvezza delle anime immortali. Questa è una lotta con il giacimento del male che è dentro l’uomo e con lo spirito del male, il diavolo.

La tentazione in sé non è il male. Ci è stata data per la purificazione. La Sacra Scrittura dice: “Insieme alla tentazione Dio vi darà sollievo affinché possiate superarla” (1 Cor. 10, 13). Nella prova – in tentazione – l’uomo impara a vincere e con questo acquista la grazia. Ma qui c’è rischio che  uno può non superare la tentazione e, quindi, può ottenere la grazia in un altro modo: con la preghiera. Gesù ci insegna a chiedere: “Non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male!”.

Francesco ignora la realtà che ci sono alcune verità nelle Scritture che sono solo a prima vista in contraddizione l’una con l’altra. Francesco ignora anche quello che Dio rivela i misteri solo a coloro che si pentono e imitano Cristo. Francesco evita la penitenza, ma ne parla solo eloquentemente, facendo esattamente il contrario.

Se, cambiando “Padre nostro”, Francesco si riferisce agli esperti (che, tuttavia, non hanno fede e cancellano la parola di Dio), allora questi sono esperti in eresie.

Quale effetto porterà il cambiamento di Francesco nella pratica?

1) Attraverso il cambiamento ci sarà il caos, e durante la preghiera comune – bisticci, pianto e ostilità reciproca.

2) Cambiamento della preghiera di Cristo, il “Padre nostro”, ha creato un precedente per ulteriori cambiamenti che elimineranno sempre più profondamente gli ultimi residui di fede e tradizione.

3) Con un falso cambiamento Francesco distoglie l’attenzione dalla necessità di un cambiamento sostanziale, che è il vero pentimento. Solo esso conduce alla restaurazione della Chiesa, come l’ha chiesto l’arcivescovo Carlo Maria Viganò.

Nello specifico, Francesco è obbligato:

1) condannare le eresie del neomodernismo e del sincretismo che distruggono la Chiesa;

2) condannare le proprie eresie in Amoris laetitia;

3) confessare con il pentimento di aver coperto i crimini omosessuali e non mentire pubblicamente;

4) eliminare l’intera rete omosessuale nelle posizioni più alte della Chiesa.

Allora Francesco dovrebbe dimettersi.

Ma invece di compiere il suo più grande dovere, distoglie l’attenzione, cambiando la preghiera “Padre nostro”.
Questo è il picco dell’ipocrisia.
Francesco agisce come uno pseudo-medico che, invece di fornire l’aiuto necessario a un paziente a rischio di afflusso di sangue, accelera la morte con eutanasia!

+ Elia
Patriarca del Patriarcato Cattolico Bizantino


9 giugno 2019
Festa di Pentecoste


Video: https://www.youtube.com/watch?v=m2f4RW8BJFk&feature=youtu.be



giugno 2019

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