Eleison Comments DCXXIII

“PROMETHEUS”  –  NEW-MAN

Commenti settimanali di

di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  22 giugno 2019

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo ad un libro che permette una migliore conoscenza della malattia del Vaticano II - Parte seconda.

Questi “Commenti” sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
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Il Concilio ha capovolto la religione,
Ora è Dio che serve l’uomo, e lui ha la corona.


“Prometeo” - Il nuovo uomo

Nel suo libro “Prometeo, la religione dell’uomo” Don Alvaro Calderón presenta il Vaticano II come essenzialmente un umanesimo mascherato da cattolicesimo ad opera degli ufficiali della Chiesa. Questo camuffamento ha dato un’autorità senza precedenti all’umanesimo e c’è voluta un’abilità senza precedenti per realizzarlo. Ora l’umanesimo è nato nel XIV secolo per difendere i valori puramente umani contro le supposte pretese inumane della povertà, della castità e dell’obbedienza del Medioevo cattolico, e anche contro l’autorità della Chiesa, supposta trattare gli esseri umani come bambini. Così, per affermare la dignità umana, l’umanesimo farà valere la libertà umana, dando così origine al liberalismo nel XVII e XVIII secolo, e al superliberalismo nel XX e XXI secolo. Alla falsa libertà di questo super-liberalismo il Vaticano II si sforzerà di adattare la vera Chiesa di Dio. Così il Concilio “libererà” la mente dell’uomo col soggettivismo, la sua volontà con la “coscienza” e la sua natura facendola servire dalla grazia invece che sollevarla con la grazia.

Il soggettivismo è l’errore che rende la verità indipendente dall’oggetto e invece dipendente dal soggetto umano. In definitiva questo si traduce in una pura follia, che il Vaticano II voleva evitare, e tuttavia voleva un soggettivismo sufficiente a garantire la libertà di pensiero. Così ricorse alla “inadeguatezza delle formule dogmatiche”. Ora è vero che nessuna parola umana può dire o esprimere la pienezza delle realtà divine, ma le parole possono dirne qualcosa, ad esempio è vero che “Dio esiste”, mentre è falso che “Dio non esiste”. Quindi le parole non sono del tutto inadeguate per esprimere dogmi, infatti se credo in un certo numero di dogmi espressi a parole, come la Chiesa esige da ogni cattolico, posso salvare la mia anima. Ma il Vaticano II (Dei Verbum) dice che è Se stesso che Dio rivela, non una dottrina fatta di parole, ed Egli è conosciuto per mezzo dell’esperienza soggettiva, non di parole oggettive. Così le dottrine possono andare e venire senza toccare le realtà che stanno dietro di esse, e così il Vaticano II può cambiare i dogmi senza allontanarsi suppostamente dalla Verità o dalla Tradizione! Perciò ogni tipo di teologia è lecita, come ogni tipo di religione! Quindi la superiorità del cristianesimo sarebbe meramente una superiorità culturale!

Allora, come fa il Vaticano II a liberare la volontà? Essa è già liberata. Se non c’è più verità o falsità è ugualmente vero o falso che rubare e mentire sono sbagliati. In definitiva, anche qui questa posizione sfocia nella pura follia, e allora come farà il Vaticano II ad affermare la libertà della mente e a stare alla larga dalla dissoluzione di ogni morale? Con la “coscienza”. Nel cuore di ogni uomo, ma senza parole, Dio parla con una inclinazione morale verso il bene e lontana dal male, in un modo che nessuna parola può essere adeguata, e con una sostanza immutabile per tutti i tempi. Così la mia volontà non è vincolata dall’esterno dai Dieci Comandamenti, ma sono io che mi inclinerò liberamente dall’interno, rimanendo così libero di fare ciò che è giusto. Ma in realtà, lo farò? – Che dire del peccato originale? In realtà, la morale è oggettiva, è razionale e può e deve essere espressa con regole universali. La semplice “coscienza” soggettiva è troppo debole per resistere al peccato originale.

Infine, in che modo il Vaticano II pone la grazia di Dio al di sotto, invece che al di sopra, della natura dell’uomo? La “Grazia perfeziona la natura” è un classico principio cattolico, quindi la grazia perfeziona l’uomo preservando la sua qualità più alta, la sua libertà, che è asservita dal peccato. Così la grazia di Cristo libera e serve la natura dell’uomo, rivelando l’uomo a se stesso (Gaudium et Spes, 24), per mezzo dell’Incarnazione. Ma l’Incarnazione non ha rivelato prima di tutto Dio all’uomo?

In conclusione, Don Calderón mostra come il Vaticano II, pur essendo fondamentalmente umanistico, abbellisce l’umanesimo con decorazioni cattoliche: libertà, sì, ma a immagine di Dio! Soggettivismo, sì, ma da verità interiore, compreso il mistero di Dio, che rivela il mistero dell’uomo stesso! Coscienza, sì, ma naturalmente partecipando alla Legge Eterna, così che gli uomini la realizzino naturalmente, così che la volontà di Dio sia destinata ad essere in linea con la volontà dell’uomo! Grazia, sì, ma per perfezionare la natura dell’uomo liberandoci dalla schiavitù del peccato! Quanto più bello è reso l’umanesimo dalla ricchezza e l’eredità della Chiesa!


Kyrie eleison.
                                                                                  


giugno 2019

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