|
|
|
|
Eleison Comments DCXLI Commenti settimanali di di S. Ecc. Mons. Richard Williamson Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X 26 ottobre 2019
Nella Chiesa di Dio prima e innanzi tutto
conta la dottrina.
I compromessi in dottrina sono tradimenti. Don Bruewihler La seguente analisi della situazione attuale della Neofraternità San Pio X è apparsa nel bollettino parrocchiale di San Gallo n. 3 di Don Aloïs Bruewihler nell’autunno di quest’anno. Don Bruewihler è un ex-sacerdote della Fraternità che ha lasciata nel 2015, perché non ha potuto conciliarsi con la falsa direzione presa dalla Neofraternità, che sta ancora perseguendo il riconoscimento da parte delle autorità della Neochiesa a Roma, anche se questi Romani insistono sempre sull’accettazione da parte della Neofraternità dei documenti profondamente anticattolici del Vaticano II come condizione indispensabile di tale riconoscimento. L’articolo di Don Bruewihler è qui adattato alla lunghezza A4 di ciascuno di questi “Commenti”. In un tempo di grave crisi, in cui le stesse fondamenta della vita vengono attaccate, scosse e persino rovesciate, un cattolico deve in tutta umiltà, con fiducia nella protezione di Dio Onnipotente, concentrarsi sull’”unica cosa necessaria” (Lc X, 42), senza chiamare Dio in questione, ma accettando umilmente la prova che la Sua Eterna Sapienza ha permesso (o addirittura istituito?) come un mezzo carico di grazia per punire o purificare o santificare o salvare noi, corpo e anima. Poiché Madre Chiesa, umiliata e in catene fin dal Vaticano II, è occupata e sommersa come sempre dai sinistri poteri massonici stabilitisi all’interno della “Chiesa conciliare”, la Provvidenza di Dio ha dato ai cattolici un fedele successore degli Apostoli, Mons. Lefebvre, per garantirci, nel nostro estremo e continuo bisogno, una fonte di emergenza della dottrina di Cristo non adulterata. Più il Neovaticano parla e agisce sotto l’influenza del “fumo di Satana”, più i cattolici devono prestare attenzione all’eredità dottrinale lasciataci dal Fondatore della Fraternità di San Pio X, se vogliono salvare le loro anime. Infatti, come san Paolo ha avvertito i Corinzi di attenersi al Vangelo come egli lo aveva predicato loro e come lo aveva ricevuto da Cristo (I Cor. XV, 1–3, ecc.), così oggi abbandonare l’insegnamento di Monsignore Lefebvre sulla Nuova Messa e il Concilio significa esattamente abbandonare l’insegnamento di Cristo. Ma subito dopo la morte di Monsignore nel 1991, i capi della Fraternità hanno intrapreso un nuovo cammino, con il quale hanno sempre cercato di “normalizzare” la posizione canonica della Fraternità all’interno della struttura della Chiesa, come se fosse la Fraternità di Monsignore e non la Chiesa conciliare ad essere anormale. Questo cambiamento di direzione ha cominciato ad apparire chiaramente con il tentativo dei capi della Fraternità nel 2001 di sottomettersi ai Romani Conciliari, ed è emerso ancora più chiaramente nella Lettera che il 7 aprile 2012 è stata inviata a questi capi da tre dei quattro vescovi della Fraternità, uno dei quali è stato subito dopo escluso dalla Fraternità. La Fraternità si divise in due, e chi ha allora approvato tale esclusione oggi deve approvare i nuovi amici della Fraternità, come il Vescovo svizzero della Neochiesa, la cui dottrina sul Concilio e la Messa è ben lontana da quella di Mons. Lefebvre. Così la Neofraternità si sta ora formando sulla base di una unità pratica prima della verità dottrinale, il che è un principio massonico, assolutamente non cattolico. Eppure, sempre più sacerdoti e laici accecati sembrano sperare che un accordo Fraternità-Roma si realizzi. Il problema risale al Vaticano II (1962–1965) quando i fedeli cattolici, nelle loro famiglie e al lavoro, dovettero imparare a proprie spese cosa significhi l'allontanamento dei funzionari della Chiesa dalla Verità Cattolica. I cattolici non potevano più seguire o obbedire a quei Papi, vescovi e sacerdoti anche se avevano autorità su di loro, perché l’Autorità Cattolica è al servizio della Fede e della Giustizia. Al contrario, il “Motu Proprio” di Benedetto XVI del 2007, e l’ambiguo e fuorviante comunicato stampa del Superiore Generale della FSSPX, sono due esempi di grave disprezzo per la verità e la giustizia. Come disse Mons. Tissier nel 2016, “La Messa ‘Motu Proprio’ non è la vera Messa”. E noi potremmo aggiungere che la Neofraternità, come si forma costantemente dal 1991, non è più la vera Fraternità. Kyrie eleison. (torna
su)
ottobre 2019 |