Eleison Comments DCL

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Commenti settimanali di

di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  28 dicembre 2019

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo  al ricorrere di fedeltà e adulterio nella vita del mondo e della Chiesa.

Questi “Commenti” sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
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”Roma non è più Roma”, diceva Monsignore.
Oggi la casa spirituale dei cattolici è altrove.


Dillo forte!

Se ci sono state grandi menti del passato, è perché hanno pensato a cose grandi, il che significa, esplicitamente o implicitamente, alle cose di Dio; e se sono state veramente grandi menti, il loro pensiero non sarà stato solo distruttivo. Una di queste menti era certamente l’inglese Shakespeare. Come cattolico, egli si trovò alle prese con l’apostasia del suo Paese proprio quando Shakespeare stava raggiungendo il suo apice, intorno al 1600. Ma quella svolta dell’Inghilterra verso il Protestantesimo significava che, se egli non voleva essere impiccato, sventrato e squartato, doveva camuffare il suo messaggio cattolico, come ha dimostrato Clare Asquith nel suo libro del 2005, “Shadowplay”, dove ha innalzato la letteratura inglese al di sopra dei “patrioti” inglesi e dei nani della critica letteraria.

Per fare solo un esempio, nell’appendice del libro sul Sonetto 152 di Shakespeare, lei mostra come dall’inizio alla fine, sotto l’apparente rivolgersi ad una donna che Shakespeare aveva conosciuto, ci sia un secondo completo significato che egli riferisce ampiamente a se stesso come scrittore che non è riuscito a mettere in guardia i suoi compatrioti come avrebbe dovuto fare. Ecco le 14 righe del sonetto con il loro significato apparente:—

In loving thee thou know’st I am forsworn,
But thou art twice forsworn, to me love swearing,
In act thy bed-vow broke and new faith torn,
In vowing new hate after new love bearing.
But why of two oaths’ breach do I accuse thee,
When I break twenty? I am perjured most;
For all my vows are oaths but to misuse thee
And all my honest faith in thee is lost;
For I have sworn deep oaths of thy deep kindness,
Oaths of thy love, thy truth, thy constancy,
And, to enlighten thee, gave eyes to blindness,
Or made them swear against the thing they see.
    For I have sworn thee fair; more perjured eye,
    To swear against the truth so foul a lie!

Tu sai che sono spergiuro quando t’amo,
Ma tu lo sei due volte quando mi giuri amore,
Hai violato talamo nuziale e tradito la nuova fede,
Giurando nuovo odio dopo un amore rinnovato.
Ma perché dovrei accusarti di due voti infranti.
Quando io ne infrango venti? Io sono più spergiuro;
Tutte le mie promesse non fanno che danneggiarti,
E tutta la mia onesta fede in te è perduta;
Ho fatto profondi giuramenti sulla tua grande bontà,
Giuramenti sul tuo amore, la tua onestà e costanza,
E per mettere in luce te, ho reso ciechi i miei occhi,
O li ho fatti giurare contro le cose che vedevano.
    Perché ti ho giurato buona, sono io più spergiuro,
    Giurando contro il vero con una ripugnante bugia!

E’ interessante notare che il testo del sonetto ha più senso nel suo significato nascosto, che si riferisce all’Inghilterra infedele, che nel suo significato apparente, che si riferisce all’amante infedele di Shakespeare. Infatti “Merrie Englande” [Allegra Inghilterra] era stata una moglie fedele della Chiesa cattolica per 900 anni. Con l’Act of Supremacy [Legge di Supremazia] di Enrico VIII (1534) (“In Act”), l’Inghilterra ruppe il suo matrimonio (“bed-vow”) con la Chiesa cattolica e prese il Protestantesimo come suo amante. Poi risposò la Chiesa cattolica sotto Maria Tudor (1553) (“new faith”, “new love”), per poi ricadere nell’adulterio con il Protestantesimo sotto Elisabetta I (1558), (“new faith torn ”, “new hate” della Chiesa cattolica). Ma Shakespeare (1564–1616) si biasima per un’infedeltà peggiore, perché in questi anni ha ripetutamente glorificato (“to enlighten thee”) l’Inghilterra con i suoi infedeli governanti Tudor, per esempio nelle sue History Plays, glorificante il danno dell’Inghilterra (“to misuse thee”), perché come cattolico sapeva benissimo che il Protestantesimo sarebbe stato la rovina di Merrie Englande. Difatti!

E oggi? Lo schema si ripete: per oltre 1900 anni i cattolici del mondo si sono sposati fedelmente con la vera Chiesa, ma con il Vaticano II (1962–1965) la gran parte di loro ha seguito i cattivi capi più o meno in adulterio con il mondo moderno (“bed-vow broke”). Poi Monsignor Lefebvre (1905–1991) ha ricondotto molti alla Chiesa veramente cattolica (“new faith”, “new love”, o rinnovamento della vecchia fede e del vecchio amore), solo per vedere i suoi successori alla guida della Fraternità San Pio X da lui fondata nel 1970 ricadere in un anelito adultero di ricongiungimento con la Roma conciliare, con un “new hate” per la verità preconciliare.

Conclusione? Qualsiasi shakespeariano tra noi, o qualsiasi cattolico, deve dire forte che la Roma di Pachamama non è, in quanto tale, che un abominio, da fuggire.

Kyrie eleison.
                                                                                  


dicembre 2019

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