Intervista a Mons. Marcel Lefebvre
la cui pubblicazione, nel 1978,
venne proibita dalla Conferenza Episcopale americana



L'intervista è stata pubblicata il 24 giugno 2016
 sul
sito Chiesa e Postconcilio

Introduzione di Chiesa e Postconcilio

La seguente intervista con l’Arcivescovo sarebbe stata pubblicata nel 1978 dalla Catholic Press se la Conferenza Americana dei Vescovi cattolici non avesse minacciato l’editore della pubblicazione con scomunica e l’estinzione virtuale della pubblicazione stessa se l’intervista fosse stata pubblicata... Di fatto, i vescovi ordinarono che nessuna testata cattolica pubblicasse questa intervista con l’Arcivescovo Lefebvre. (Un sentito ringraziamento a “SPL”, 300 Independence Ave., S.E., Washington, D.C. 20003).
Oggi si comprendono appieno le ragioni del perché Mons. Lefebvre, uomo di Fede, era tanto temuto da quei sacerdoti e religiosi che con i loro maneggi hanno dato compimento al colpo da maestro di Satana...   




Lei ha dibattuto e preso parte alle deliberazioni del Concilio Vaticano II, vero?

Mons. Lefebvre: Sì

Non firmò e non accettò le decisioni di questo Concilio?

Mons. Lefebvre: No. Innanzitutto io non ho firmato tutti i documenti del Vaticano II a causa degli ultimi due atti. Il primo, riguardo la “Religione e Libertà” [“La libertà religiosa” (Dich. Conc. «Dignitatis Humanae») – n.d.t. ] non l’ho firmato. neppure l'altro, quello de “La Chiesa nel  ..... mondo contemporaneo”, ho firmato. Questo secondo documento è, secondo la mia opinione, il più ispirato da modernismo e liberalismo.

Lei è noto non solo per non aver firmato i documenti, ma anche per opporvisi pubblicamente?

Mons. Lefebvre: Sì. In un libro che ho pubblicato in Francia accuso il Concilio di errore su queste risoluzioni, e ho fornito tutti i documenti con i quali attacco la posizione del Concilio, principalmente le due risoluzioni sulle questioni della libertà religiosa e de “La Chiesa nel mondo contemporaneo” [Costituz. Conc. «Gaudium et Spes» - n.d.t. ]

Perché lei è contro queste deliberazioni?

Mons. Lefebvre: Perché queste due decisioni sono ispirate da una ideologia liberale tale e quale ce la descrissero i papi di sempre, sarebbe a dire, una libertà religiosa così come intesa e promossa dai Massoni, gli umanisti, i modernisti e i liberali.

Cosa obietta loro?

Mons. Lefebvre: Questa ideologia dice che tutte le culture sono uguali, tutte le religioni sono uguali, che non c’è una sola vera fede. Tutto ciò conduce a quell’abuso ed errore che è la libertà di pensiero. Tutti questi errori sulla libertà, che sono stati condannati in tutti i secoli da tutti i papi, ora sono stati accettati dal Concilio Vaticano II.

Chi pose queste particolari decisioni all’ordine del giorno?

Mons. Lefebvre: Credo ci fossero dei cardinali, assistiti da esperti teologici, che aderivano alle idee liberali.

Chi, per esempio?

Mons. Lefebvre: Il Cardinale [Giuseppe] Frings dalla Germania, il Cardinale [Franz] Koenig [dall’Austria]. Questi personaggi si erano già riuniti e avevano già discusso queste risoluzioni prima del Concilio, e il loro preciso scopo era quello di fare un compromesso col mondo secolare, di introdurre le idee illuministe e moderniste nella dottrina della Chiesa.

C’erano dei Cardinali americani che sostenevano queste idee e risoluzioni?
 

Mons. Lefebvre: Non ricordo ora i loro nomi, ma ce n’erano alcuni. Comunque, una forza trainante a favore di queste risoluzioni fu Padre John Courtney Murray.

Che ruolo ha avuto?

Mons. Lefebvre: Ha svolto un ruolo molto attivo nel corso di tutte le deliberazioni e la redazione di questi documenti.

Lei fece presente al Papa [Paolo VI] la Sua preoccupazione ed inquietudine riguardo tali risoluzioni?

Mons. Lefebvre: Io ho parlato al Papa. Ho parlato al Concilio. Ho fatto tre interventi pubblici, due dei quali depositati presso la segreteria. C’erano perciò cinque interventi contro queste decisioni del Vaticano II. Infatti, l’opposizione condotta contro queste decisioni fu tale che il Papa tentò di istituire una commissione allo scopo di conciliare le parti opposte all’interno del Concilio. Ne dovevano far parte tre membri, uno dei quali ero io. Quando i cardinali liberali videro che il mio nome era in questa commissione, andarono a trovare il Santo Padre e gli dissero senza mezzi termini che non avrebbero accettato questa commissione e che non avrebbero accettato la mia presenza in questa commissione. La pressione sul Papa fu tale che egli rinunciò all’idea. Io ho fatto tutto ciò che potevo per fermare queste decisioni, che giudico contrarie e distruttive della Fede cattolica. Il Concilio fu convocato legittimamente, ma allo scopo di diffondere tutte queste idee.


Ci furono altri Cardinali che La sostennero?

Mons. Lefebvre: Sì. C’era il Cardinale [Ernesto] Ruffini [di Palermo], il Cardinale [Giuseppe] Siri [di Genova] e il Cardinale [Antonio] Caggiano [di Buenos Aires].

Ci furono dei vescovi che La sostennero?

Mons. Lefebvre: Sì. Molti vescovi sostennero la mia posizione.

Quanti vescovi?

Mons. Lefebvre: Ci furono più di 250 vescovi [Coetus Internationalis Patrum]. Costoro si erano anche costituiti in un gruppo allo scopo di difendere la vera Fede cattolica.

Cosa ne è stato di tutti questi sostenitori?

Mons. Lefebvre: Alcuni sono morti; altri sono sparsi per il mondo; molti ancora mi sostengono nei loro cuori, ma hanno paura di perdere una posizione che pensano possa essere utile in un secondo momento.

Qualcuno La sta sostenendo oggi [1978]?

Mons. Lefebvre: Sì. Per esempio, il Vescovo Pintonello dall’Italia, il Vescovo De Castro Mayer dal Brasile. Molti altri vescovi e cardinali spesso mi contattano per esprimermi il loro appoggio, ma al momento desiderano rimanere anonimi.

Per quanto riguarda quei vescovi che non sono liberali, ma Le si oppongono e La criticano?

Mons Lefebvre: La loro opposizione è basata su un’idea imprecisa sull’obbedienza al Papa. E’, forse, un’obbedienza in buona fede, che potrebbe essere riconducibile all’obbedienza degli ultramontani del secolo scorso, obbedienza che allora era buona perché i papi erano buoni. Tuttavia oggi è un’obbedienza cieca che ha poco a che fare con la pratica e l’adesione alla vera Fede cattolica. In questo momento è importante ricordare ai cattolici di tutto il mondo che l’obbedienza al Papa non è una virtù primaria. La gerarchia delle virtù parte dalle tre virtù teologali di Fede, Speranza e Carità, seguite dalle quattro virtù cardinali di Giustizia, Temperanza, Prudenza e Fortezza. L’obbedienza è un derivato della virtù cardinale della Giustizia. Perciò è ben lungi dall’essere classificata prima nella gerarchia delle virtù. Alcuni vescovi non vogliono dare la minima impressione di disobbedire al Santo Padre. Io capisco come si sentono. E’ chiaro che sia molto spiacevole, se non molto doloroso.

Suppone che il Santo Padre accetti queste particolari idee?

Mons. Lefebvre: Sì. Le accetta. Ma non è solo il Santo Padre. E’ una tendenza generale. Le ho menzionato alcuni cardinali coinvolti in queste idee. Più di un secolo fa, società segrete, Illuminati, umanisti, modernisti e altri, di cui noi ora abbiamo tutti i testi e le prove, si stavano preparando per un Concilio Vaticano in cui avrebbero infiltrato le loro proprie idee per una chiesa umanista.

Crede che alcuni cardinali potrebbero essere stati membri di tali società segrete?

Mons. Lefebvre: Non è una questione molto importante, in questo momento, se lo sono stati o no. Quello che è importante e grave è che, a tutti gli effetti, essi agiscono come se fossero emissari o servitori di società umaniste segrete.

Secondo lei questi cardinali hanno aderito deliberatamente a tali idee o vi erano inclinati da informazioni sbagliate o furono imbrogliati o un insieme di tutto ciò?

Mons. Lefebvre: Io penso che le idee umaniste e liberali si diffusero in tutto il XIX e XX secolo. Queste idee secolari furono propagate dappertutto, nei governi come nelle chiese. Queste idee sono penetrate nei seminari e in tutta la Chiesa, e oggi la Chiesa si sveglia trovandosi in una camicia di forza liberale. Questo è il motivo per cui s’incontra l’influenza liberale, che è penetrata in tutti gli strati della vita secolare nel corso degli ultimi due secoli, fin dentro la Chiesa. Il Concilio Vaticano II fu pianificato dai liberali; era un concilio liberale; il Papa è un liberale e quelli che lo circondano sono liberali.

Sta dicendo che il Papa è un liberale?

Mons. Lefebvre: Il Papa non ha mai negato di essere un liberale.

Quando il Papa ha detto di essere un liberale?

Mons. Lefebvre: Il Papa ha affermato in molte occasioni di essere favorevole alle idee moderniste, favorevole a un compromesso con il mondo. Secondo le sue stesse parole, è stato necessario “gettare un ponte tra la Chiesa e il mondo secolare”. Il Papa ha detto che era necessario accettare le idee umaniste, che era necessario discutere tali idee; che era necessario dialogare. In questo momento è importante ricordare che il dialogo è contrario alla dottrina della Fede cattolica. Il dialogo presuppone l‘incontro di due parti uguali e opposte; perciò, in nessun modo [il dialogo] potrebbe avere qualcosa a che fare con la Fede cattolica. Noi crediamo ed accettiamo la nostra fede come l’unica vera Fede nel mondo. Tutta questa confusione porta a compromessi che distruggono la dottrina della Chiesa, per la disgrazia dell’umanità e della Chiesa stessa.

Lei ha affermato di conoscere la ragione odierna del calo di frequentazione delle chiese e della mancanza di interesse verso la Chiesa, che, in base a quanto riferito, Lei attribuisce alle decisioni del Vaticano II. Giusto?

Mons. Lefebvre: Non direi che il Vaticano II abbia previsto quello che sta accadendo nella Chiesa oggi. Le idee moderniste sono penetrate dappertutto per molto tempo e ciò non è stato un bene per la Chiesa. Ma il fatto è che alcuni membri del clero hanno professato tali idee, vale a dire idee di libertà adulterata, in questo caso, permissivismo. L’idea che tutte le verità sono uguali, tutte le religioni sono uguali, di conseguenza tutte le morali hanno pari dignità, che ogni coscienza è a modo suo valida, che ognuno può giudicare teologicamente quello che può fare, tutte queste sono idee umaniste di lassismo totale senza alcuna disciplina di pensiero, che conducono alla posizione che ognuno può fare come vuole.  Tutto ciò è assolutamente contrario alla nostra Fede cattolica.

Lei ha detto che la maggior parte di questi consiglieri teologici ed esperti fingono soltanto di rappresentare la maggioranza del popolo, che in realtà il popolo non è realmente rappresentato da questi teologi liberali. Potrebbe spiegare?

Mons. Lefebvre: Con “maggioranza del popolo” intendo tutte le persone che lavorano onestamente per vivere. Voglio dire le persone coi piedi per terra, le persone di buon senso a contatto col mondo reale, il mondo durevole. Costoro sono la maggioranza delle persone, che preferiscono le tradizioni e l’ordine al caos. C’è un movimento di tutte queste persone in tutto il mondo, che sta lentamente coagulandosi in opposizione totale a tutti i cambiamenti che sono stati fatti in nome loro, alla loro religione. Queste persone di buona volontà sono state così traumatizzate da questi cambiamenti drammatici che ora sono riluttanti a frequentare le chiese. Quando vanno in una chiesa modernista, essi non trovano il sacro, il carattere mistico della Chiesa, tutto ciò che è veramente divino. Ciò che conduce a Dio è divino e loro non incontrano più Dio in queste chiese.

Perché dovrebbero recarsi in un luogo dove Dio è assente?


Mons. Lefebvre: I fedeli percepiscono ciò molto bene e i cardinali liberali e i loro consulenti hanno seriamente sottovalutato la lealtà della maggioranza dei fedeli alla loro vera Fede. Come [altro] si può spiegare che, non appena apriamo una cappella o una chiesa tradizionale, la gente accorre da ogni dove? Abbiamo solo posti in piedi. Le Messe si succedono tutto il giorno per far partecipare tutti i fedeli. Perché? Perché essi ritrovano ciò di cui hanno bisogno: il sacro, il mistico, il rispetto per il sacro. Per esempio: io ho assistito in aeroporto a questa scena: diverse persone che non erano lì per incontrare me, accostarsi ai sacerdoti che erano lì con me, stringer loro la mano, ed erano estranei totali! Perché? Perché quando le persone trovano un prete, un vero prete, un prete che si comporta come prete, che veste come un prete, immediatamente sono attirate da lui e lo seguono. Questo accade qui negli Stati Uniti, accade in Europa e dappertutto nel mondo. Gente in strada che va a salutare un sacerdote; vengono dal nulla solo per congratularsi con lui e dirgli come sono contenti di vedere un vero e proprio sacerdote, come sono contenti che ci siano ancora dei preti.

Sta dicendo che l’abito e la tonaca fanno la differenza nella qualità del prete?

Mons. Lefebvre: Tonache e abbigliamento sono, ovviamente, solo un simbolo, ma è da ciò che questo simbolo rappresenta che le persone sono attirate, non, ovviamente, dal simbolo stesso.

Perché voi date tanta importanza ai rituali della Messa Tridentina?

Mons. Lefebvre: Noi certamente non insistiamo sui rituali solo per motivi di rituale, ma soltanto come simbolo della nostra fede. In tale contesto siamo convinti che sono importanti. Comunque è la sostanza e non i riti della Messa Tridentina che sono stati rimossi (n.d.r.: il Papa Paolo VI, non appena promulgò la nuova Messa, ammise che la Messa tridentina risale al quinto secolo ed oltre, e ha nutrito la fede di innumerevoli santi).

Potrebbe essere più specifico?

Mons. Lefebvre: Le nuove preghiere dell’Offertorio non esprimono la nozione cattolica del Sacrificio. Esse esprimono semplicemente il concetto di una mera condivisione del pane e del vino. Per esempio, la Messa tridentina indirizza a Dio la preghiera: “Accetta, o Padre santo, onnipotente ed eterno Dio, questa Vittima Immacolata che il tuo indegno servitore offre a Te, Dio mio vivo e vero, per fare ammenda dei miei innumerevoli peccati, offese e negligenze”. Dice la nuova Messa: “Noi offriamo questo pane come il pane della vita”. Non c’è nessuna menzione del Sacrificio o della Vittima. Questo testo è vago e impreciso, si presta all’ambiguità ed è stato pensato perché fosse accettabile per i protestanti. Tuttavia, esso è inaccettabile per la vera Fede e la dottrina cattolica. La sostanza è stata cambiata in favore dell’accomodazione e del compromesso.

Perché dà tanta importanza alla Messa latina piuttosto che alla Massa in vernacolo approvata dal Concilio Vaticano II?

Mons. Lefebvre: Da un lato, questa questione sul latino nella Messa è una questione secondaria, sotto alcuni punti di vista. Ma per un altro aspetto la sua è una domanda molto importante. E’ importante perché è un modo per fissare il linguaggio della nostra Fede, il dogma cattolico e la dottrina. E’ un modo per non cambiare la nostra Fede, perché nelle traduzioni che toccano le parole latine, non si rendono esattamente le verità della nostra Fede, così come espressa ed incarnata nel latino. È davvero molto pericoloso, perché poco a poco si può perdere la Fede stessa. Queste traduzioni non riflettono le parole esatte della Consacrazione. Nella lingua volgare, queste parole risultano cambiate.

Potrebbe fare un esempio?

Mons. Lefebvre: Sì. Per esempio, in lingua volgare si dice che il Preziosissimo Sangue è stato versato “per tutti”, quando nel testo latino (anche l’ultimo testo latino riveduto) si dice che il Preziosissimo Sangue è stato versato “per molti” e non “per tutti”. Tutti è certamente diverso da molti. Questo è solo un piccolo esempio che dimostra le imprecisioni delle traduzioni attuali (n.d.r.: molti papi hanno spiegato la differenza di dottrina: “per tutti” significa la sufficienza del Sangue di Cristo per salvare tutti, ma nell’Ultima Cena Egli scelse a buon ragione di dire “per molti”, riferendosi all’efficienza del Suo Sangue Prezioso che, attraverso la Messa, davvero salverà molti, non tutti. Cfr. Catechismo del Concilio di Trento).

Potrebbe citare una traduzione che contraddica effettivamente il dogma cattolico?

Mons. Lefebvre: Sì. Per esempio, nel testo latino la Vergine Maria è chiamata “Semper Virgo”, “Sempre Vergine”. In tutte le traduzioni moderne la parola “sempre” è stata eliminata. Questo è molto grave, perché c’è una grande differenza tra “Vergine” e “Sempre Vergine”. E’ molto pericoloso manomettere traduzioni di questo tipo. Il latino è anche importante per mantenere l’unità della Chiesa, perché quando si viaggia, e le persone viaggiano sempre più all’estero oggigiorno, è importante per loro trovare la stessa eco che essi hanno sentito da un sacerdote a casa, sia negli Stati Uniti, nel Sud America, in Europa, o in qualsiasi altra parte del mondo. Essi sono a casa in qualsiasi chiesa (cattolica). E’ la loro Messa cattolica che si sta celebrando. Essi hanno sempre sentito le parole latine sin dall’infanzia, i loro genitori prima di loro sempre e i loro nonni prima di loro. Si tratta di un marchio che identifica la loro Fede. Ora, quando vanno in una chiesa straniera, essi non capiscono una parola. Gli stranieri che vengono qui non capiscono una parola. Qual è il vantaggio di andare ad una Messa in inglese, italiano o spagnolo se nessuno può capire una parola?

Ma la maggior parte di queste persone non capirebbero ancor meno il latino? Qual è la differenza?

Mons. Lefebvre: La differenza è che il latino della Messa cattolica è sempre stato insegnato tramite l’istruzione religiosa sin dall’infanzia. Sono usciti vari libri sull’argomento. E’ stato insegnato nel corso dei secoli; non è difficile da ricordare. Il latino è un’espressione esatta che è stata familiare a generazioni di cattolici. Ogni qualvolta si ritrova il latino in una chiesa, immediatamente si crea l’atmosfera corretta per l’adorazione di Dio. Esso è la lingua distintiva della fede cattolica, che unisce tutti i cattolici del mondo, al di là della loro lingua nazionale. Essi non sono disorientati o confusi. Dicono: “Questa è la mia Messa, è la Messa dei miei genitori, è la Messa da seguire, è la Messa di Nostro Signore Gesù Cristo, è la Messa eterna ed immutabile”. Perciò dal punto di vista dell’unità, è un collegamento simbolico molto importante; è un segno d’identità per tutti i cattolici. Si tratta di qualcosa di più profondo di un semplice cambio di lingua.  Nello spirito dell’ecumenismo, è un tentativo di creare un riavvicinamento con i protestanti.

Che prove ha di ciò?

Mons. Lefebvre: E’ piuttosto evidente, perché c’erano cinque protestanti (n.d.r.: effettivamente sei pastori) che parteciparono alla riforma della nostra Liturgia. L’Arcivescovo di Cincinnati, che era presente durante questi lavori, ha detto che non solo questi cinque protestanti erano presenti, ma anche che essi presero una parte molto attiva nei dibattiti e parteciparono direttamente alla riforma della nostra Liturgia.

Chi erano questi protestanti?

Mons. Lefebvre: Erano pastori protestanti rappresentanti di sette protestanti diverse, i quali furono chiamati da Roma per partecipare alla riforma della nostra Liturgia, il che dimostra chiaramente che vi è stata un’intenzione volontaria in tutto ciò. Essi erano il Dott. George, il Dott. Canon Jasper, il Dott. Sheperd, il Dott. Smith, il Dott. Koneth e il Dott. Thurian. Mons. Bugnini (n.d.r.: il principale autore della nuova Messa) non nascose questo intento. Egli lo esternò molto chiaramente. Disse: “Noi faremo una Messa ecumenica, così come abbiamo fatto una Bibbia Ecumenica”. Tutti ciò è molto pericoloso perché è la nostra Fede che viene attaccata. Quando un protestante celebra la stessa Messa come facciamo noi, lui interpreta il testo in un modo diverso, perché la sua fede è diversa. Perciò, è una Messa ambigua. E’ una Messa equivoca. Non è più una Messa cattolica.

A quale Bibbia ecumenica si sta riferendo?

Mons. Lefebvre: C’è una Bibbia ecumenica fatta due o tre anni fa che è stata riconosciuta da molti vescovi. Io non so se il Vaticano l’abbia approvata pubblicamente, ma certamente non l’ha soppressa, perché si usa in molte diocesi. Per esempio, due settimane fa il Vescovo di Friburgo, in Svizzera, ha avuto pastori protestanti che hanno spiegato questa Bibbia ecumenica a tutti i bambini delle scuole cattoliche. Queste lezioni erano le stesse per cattolici e protestanti. Cosa ha a che fare questa Bibbia ecumenica con la Parola di Dio? Dal momento che la Parola di Dio non può essere cambiata, tutto ciò conduce sempre più a confusione. Quando penso che l’Arcivescovo di Houston, Texas, non ammette i bambini cattolici alla Cresima se non vanno con i genitori a seguire un corso di istruzione di 15 giorni dal rabbino locale e dal ministro protestante... Se i genitori si rifiutano di mandare i loro bambini a tali istruzioni, loro [i bambini] non possono essere cresimati. Essi debbono esibire un certificato firmato dal rabbino e dal ministro protestante che entrambi i genitori e i bambini hanno debitamente frequentato l’istruzione, e solo allora (i bambini) possono essere cresimati dal vescovo. Queste sono le assurdità a cui si arriva quando si segue la strada liberale. Non solo, ma ora si arriva anche a buddisti e musulmani. Molti vescovi si sono imbarazzati quando il messo papale è stato recentemente ricevuto in maniera vergognosa dai musulmani.

Cos’è accaduto?

Mons. Lefebvre: Non ricordo tutti i dettagli specifici, ma questo incidente è avvenuto a Tripoli, in Libia, dove il rappresentante del Papa ha voluto pregare con i musulmani. I musulmani hanno rifiutato e hanno tirato dritto pregando nella loro maniera, lasciando il rappresentante spiazzato, non sapendo cosa fare. Questo dimostra l’ingenuità di questi cattolici liberali che pensano che sia sufficiente andare a parlare con questi musulmani per far immediatamente accettare loro un compromesso della propria religione. Il solo fatto di voler avere a tal fine uno stretto rapporto con i musulmani attira il disprezzo degli stessi verso di noi. E’ assodato che i musulmani non cambieranno nulla della loro religione; è assolutamente fuori discussione. Se i cattolici vanno ad equiparare la nostra religione con la loro, essi ottengono solo confusione e disprezzo da parte loro, che interpretano ciò come un tentativo di screditare la loro religione e non preoccuparsi della nostra religione. Essi sono di gran lunga più rispettosi con coloro che dicono: “Io sono un cattolico; non posso pregare con voi perché non abbiamo le stesse convinzioni”. Questa persona è più rispettata dai musulmani in confronto a chi sostiene che tutte le religioni sono uguali, che tutti crediamo le stesse cose, che tutti abbiamo la stessa fede. Essi si sentono insultati da questi.

Ma il Corano non contiene versi commoventi di encomio verso Gesù e Maria?

Mons. Lefebvre: L’Islam accetta Gesù come profeta e ha un grande rispetto per Maria, e questo pone certamente l’Islam più vicino alla nostra religione rispetto, per esempio, al Giudaismo, che è molto più lontano da noi. L’Islam è nato nel VII secolo e ha tratto vantaggio, fino a un certo punto, dagli insegnamenti cristiani di quel tempo. Il Giudaismo, al contrario, è l’erede dell’apparato che ha crocifisso il nostro Dio, ed i membri di questa religione, che non si sono convertiti a Cristo, sono quelli che si sono opposti radicalmente al nostro Dio Gesù Cristo. Per loro non è una questione qualunque riconoscere Nostro Signore. Su questo punto loro sono in contrapposizione alla fondazione ed esistenza della vera Fede cattolica. Comunque, non possiamo essere entrambi nel giusto. O Gesù Cristo è il Figlio di Dio e il Signore e Salvatore o non lo è. Si tratta di un caso dove non ci può essere il minimo compromesso senza distruggere il fondamento stesso della Fede cattolica. Questo non vale solo per le religioni che sono direttamente contrarie alla divinità di Gesù Cristo come Figlio di Dio, ma anche per le religioni che, senza opporsi a Lui, non Lo riconoscono come tale.

Quindi Lei è molto sicuro e dogmatico su questo punto?

Mons. Lefebvre: Completamente dogmatico. Ad esempio, i musulmani hanno un modo molto diverso dal nostro di concepire Dio. La loro concezione di Dio è molto materialistica. Non è possibile dire che il loro Dio è lo stesso del nostro Dio.

Ma Dio non è lo stesso Dio per tutte le persone del mondo?

Mons. Lefebvre: Sì. Io credo che Dio è lo stesso Dio per l’universo intero, secondo la Fede della Chiesa cattolica. Ma la concezione di Dio differisce notevolmente da religione a religione. La nostra Fede cattolica è la sola e unica vera Fede. Se non vi si aderisce appieno, non ci si può professare cattolici. La nostra Fede non possiamo comprometterla in alcun modo col mondo. Il Dio secondo i musulmani dice: “Quando andrai in Paradiso, sarai cento volte più ricco di come sei ora sulla terra. Questo vale anche per il numero delle mogli che hai qui sulla terra”. Questa concezione di Dio è ben lungi quella del nostro Dio e Salvatore.

Perché Lei dà più importanza al Papa San Pio V che al Papa Paolo VI? Dopotutto sono entrambi papi. Non accetta la dottrina dell’infallibilità papale? Pensa che questa dottrina valga più per l’uno che per l’altro?

Mons. Lefebvre: Constato che il Papa San Pio V ha voluto impegnare la sua infallibilità, perché ha usato tutte le condizioni che tutti i papi hanno usato tradizionalmente e generalmente quando hanno voluto manifestare la loro infallibilità. Dall’altra parte Papa Paolo VI disse, egli stesso, che non ha voluto usare la sua infallibilità.

Quando ha indicato ciò?

Mons. Lefebvre: Lui ha indicato ciò non impegnando la sua infallibilità su alcuna questione di fede, contrariamente a quanto hanno fatto tutti gli altri papi in tutta storia. Nessuno dei decreti del Concilio Vaticano II fu pubblicato con il segno dell’infallibilità. Inoltre, egli non ha mai impegnato la sua infallibilità in merito alla Messa. Quando egli [Paolo VI] decise di permettere a questa nuova Messa di essere affibbiata al fedele, egli non ha mai impiegato termini che sono stati utilizzati da Papa San Pio V. Io non posso comparare i due atti di promulgazione perché sono completamente diversi.

Papa Paolo VI ha mai detto di non credere nell’infallibilità papale?

Mons. Lefebvre: No. In verità non ha mai detto questo categoricamente. Ma Papa Paolo VI è un liberale e non crede nella fissità dei dogmi. Egli non crede che un dogma debba rimanere immutato per sempre. Egli è per delle evoluzioni secondo i desideri degli uomini. Egli è per i cambiamenti che hanno origine nelle fonti umaniste e moderniste, ed è per questo che ha così tanta difficoltà a fissare una verità per sempre. Infatti è contrario ad agire così in prima persona ed è [stato] molto a disagio ogni volta che questi casi si sono presentati. Questo atteggiamento riflette lo spirito modernista. Il Papa, fino ad oggi, non ha mai impiegato la sua infallibilità in materia di Fede e di Morale.

Ha affermato il Papa stesso di essere un liberale o modernista?

Mons. Lefebvre: Sì. Il Papa ha manifestato questo nella stessa natura non dogmatica del Concilio. L’ha anche affermato chiaramente nella sua enciclica “Ecclesiam suam”. Egli ha dichiarato che non voleva che le sue encicliche definissero le questioni, ma che desiderava che fossero accettate come consiglio e potessero portare ad un dialogo. Nel suo Credo, (n.d.r.: la celebre professione di Fede conservatrice del “Credo nel popolo di Dio”, 1968) , disse che non voleva impiegare la sua infallibilità, il che mostra chiaramente quali sono i suoi orientamenti.

Lei pensa che questa evoluzione verso il dialogo le permetta di essere in disaccordo con il Papa?

Mons. Lefebvre: Sì. Dal punto di vista liberale loro devono, coerentemente, permettere questo dialogo. Quando il Papa non usa la sua infallibilità in materia di Fede e di Morale, si è molto più liberi di discutere le sue parole e i suoi atti. Dal mio punto di vista, io sono obbligato ad oppormi a ciò che è successo, perché sovverte gli insegnamenti infallibili dei papi più di 2.000 anni. Comunque, io non sono favorevole a simili discussioni, perché non si può seriamente discutere sulla verità della Fede cattolica. Quindi questo è davvero un dialogo capovolto, a cui sono costretto.

Che cosa accadrebbe se il Papa improvvisamente utilizzasse la sua infallibilità per ordinarle di obbedirgli? Che cosa farebbe?

Mons. Lefebvre: Nella misura in cui il Papa impiega la sua infallibilità come successore di San Pietro, in modo solenne, allora lo Spirito Santo non gli permetterebbe di cadere in errore. Naturalmente seguirei il Papa.

Ma se il Papa invocasse la sua infallibilità per confermare i cambiamenti cui lei ora si oppone, quale sarebbe allora il suo atteggiamento?

Mons. Lefebvre: La questione non si pone neppure, perché, fortunatamente, lo Spirito Santo è sempre lì, e lo Spirito Santo farebbe in modo che il Papa non usi della sua infallibilità per qualche cosa che sarebbe contrario alla dottrina della Chiesa cattolica. E’ per questa ragione che il Papa non impiega la sua infallibilità, perché lo Spirito Santo non permetterebbe che tali cambiamenti avvengano sotto l’imprimatur dell’infallibilità.

Che cosa succederebbe se ciò dovesse avvenire?

Mons. Lefebvre: E’ inconcepibile, ma se accadesse, la Chiesa cesserebbe di esistere. Il che significherebbe che non ci sarebbe Dio, perché Dio sarebbe in contraddizione con se stesso, il che è impossibile.

Il fatto che Papa Paolo VI occupi il posto di San Pietro non è abbastanza per lei per tener conto di ciò che il Pontefice, come Vicario di Cristo sulla terra, le chiede di fare, così come ad altri cattolici?

Mons. Lefebvre: Purtroppo questo è un errore. Si tratta di un malinteso dell’infallibilità papale, in quanto fino al Concilio Vaticano I, quando il dogma dell’infallibilità fu proclamato (1870), il Papa era già infallibile. Questa non è stata un’invenzione improvvisa. L’infallibilità venne compresa molto meglio allora di quanto non lo sia ora, perché era risaputo che il Papa non era infallibile a priori su qualsiasi cosa: gli era infallibile solamente nelle questioni ben specifiche di Fede e Morale. A quel tempo, molti nemici della Chiesa fecero tutto il possibile per ridicolizzare questo dogma e propagare idee sbagliate. Ad esempio, i nemici della Chiesa dicevano all’inconsapevole e all’ingenuo che se il papa avesse detto che un cane era un gatto, era dovere dei cattolici accettare ciecamente questa posizione, senza batter ciglio. Naturalmente questa era un’interpretazione assurda e i cattolici lo sapevano. Oggi gli stessi nemici della Chiesa, ora che serve al loro scopo, stanno lavorando alacremente affinché qualsiasi cosa dica il Papa venga accettato, senza domande, come infallibile, più o meno come se le sue parole fossero pronunciate da Nostro Signore Gesù Cristo stesso. Questa concezione, anche se ampiamente promossa, è tuttavia completamente falsa. L’infallibilità è estremamente limitata e attinente solo a casi molto specifici che il Vaticano I ha ben definito nel dettaglio. Non è possibile dire che ogni qualvolta il papa parla è infallibile. Il fatto è che questo Papa è un liberale, che tutto questo andazzo liberale ha preso piede durante il Concilio Vaticano II, e ha tracciato un sentiero che porta alla distruzione della Chiesa; una distruzione che potrebbe avvenire da un momento all’altro. Dopo che tutte queste idee liberali si sono infiltrate nei seminari, nei catechismi, e in tutte le manifestazioni della Chiesa, ora mi si chiede di allinearmi con queste idee liberali. Poiché non mi sono allineato con queste idee liberali che distruggerebbero la Chiesa, si tenta di sopprimere i miei seminari. Ed è per la stessa ragione che mi si ingiunge di non ordinare più preti. Viene esercitata su di me una pressione enorme affinché mi allinei e accetti questo orientamento della distruzione della Chiesa, un percorso che io non posso seguire. Non accetto di essere in contraddizione con ciò che i papi hanno affermato per 20 secoli. O i miei sostenitori ed io obbediamo a tutti i papi che ci hanno preceduto o obbediamo al Papa presente. Se lo facciamo [obbedire al Papa presente, cioè Paolo VI], disubbidiamo a tutti i papi che ci hanno preceduto. In conclusione finiamo per disubbidire alla Fede cattolica e a Dio.

Ma come i vescovi [di prima] obbedirono ai papi dei loro tempi, lei non dovrebbe obbedire al papa di oggi?

Mons. Lefebvre: I vescovi non devono obbedire agli ordini umanisti che contraddicono la Fede cattolica e la dottrina stabilita da Gesù Cristo e da tutti i vari papi nel corso dei secoli.

Allora ha deliberatamente scelto di disobbedire all’attuale Papa?

Mons. Lefebvre: E’ stato un esame di coscienza e una scelta dolorosa, perché gli eventi hanno veramente portato alla scelta di disobbedire piuttosto che obbedire. Sto facendo questa scelta senza dubbio o esitazione. Ho scelto di disubbidire al Papa attuale per poter essere in comunione con 262 papi [precedenti]. La sua indipendenza è stata attribuita da molti ad una tradizione gallicana. (n.d.r. Il Gallicanesimo era un movimento francese di resistenza all’autorità papale. Vi erano due aspetti del Gallicanesimo, regale ed ecclesiastico. Il primo affermava i diritti del Monarca francese sulla Chiesa cattolica francese; il secondo affermava i diritti dei concili generali sul Papa. Ambedue furono condannati come eresie dal Concilio Vaticano I, nel 1870). Al contrario, io sono completamente romano e niente affatto gallicano. Sono per il papa come successore di San Pietro a Roma. Tutti noi chiediamo che il Papa sia, infatti, il successore di S. Pietro, non il successore di J. J. Rousseau, dei Massoni, degli umanisti, dei modernisti e dei liberali.

Dal momento che lei ha detto che queste idee sono state ampiamente diffuse e accettate in tutto il mondo, anche all’interno della Chiesa, non crede di caricarsi di un fardello troppo pesante? Come pensa la Fraternità San Pio X di contrastare un andamento del genere che sembra schiacciante?

Mons. Lefebvre: Confido nel Nostro Dio il Salvatore. I preti della Fraternità San Pio X hanno fiducia in Nostro Signore e non ho dubbi che Dio abbia ispirato tutti noi. Tutti coloro che lottano per la vera Fede hanno il pieno sostegno di Dio. Naturalmente, rispetto al “Golia” liberale, noi siamo un ben piccolo “Davide”. Io potrei morire domani, ma Dio sta permettendomi di vivere un poco più a lungo, permettendomi di aiutare gli altri nella lotta per la vera Fede. E’ già accaduto nella Chiesa. I veri cattolici hanno dovuto adoperarsi per la sopravvivenza della Fede, pena l’obbrobrio generale e la persecuzione di coloro che fingevano di essere cattolici. E’ il misero prezzo da pagare per essere dalla parte di Gesù Cristo.

Quando è accaduto ciò?

Mons. Lefebvre: E’ successo con il primo Papa! San Pietro stava conducendo i fedeli in errore con il suo cattivo esempio di seguire le prescrizioni mosaiche. San Paolo rifiutò di obbedire a questo errore e si oppose a lui. San Paolo fu umilmente ascoltato, e San Pietro tornò sui suoi passi. (Galati II). Nel quarto secolo, Sant’Atanasio si rifiutò di obbedire agli ordini di Papa Liberio. A quel tempo, la Chiesa era stata infettata dalle idee dell’eresia ariana e il Papa era stato spinto ad abbracciarle. Sant’Atanasio si mise alla testa dell’opposizione a questa deviazione della dottrina della Chiesa. Egli fu attaccato spietatamente dalla gerarchia. Fu sospeso. Quando si rifiutò di sottomettersi, fu scomunicato. Infine l’opposizione all’eresia montò di colpo, e alla morte di Papa Liberio, un nuovo papa occupò il posto di S. Pietro. Egli riconobbe che la Chiesa era in debito con Sant’Atanasio. La scomunica fu revocata e il santo fu riconosciuto come un salvatore della Chiesa e venne canonizzato. Nel settimo secolo, Papa Onorio favorì l’eresia monotelita, con la proposizione che Gesù Cristo non possedeva una volontà umana e di conseguenza non era vero uomo. Molti cattolici che conoscevano la dottrina della Chiesa rifiutarono di accettare ciò e fecero tutto il possibile per fermare la diffusione di questa eresia. Il Concilio di Costantinopoli condannò Onorio nel 681 e lo anatemizzò. Vi sono molti altri esempi di questo tipo, in cui i veri cattolici si opposero fermamente contro un’apparente maggioranza schiacciante, pur di non distruggere o cambiare la Chiesa, ma per mantenere la vera Fede. Io non tengo in considerazione la disparità schiacciante. Uno degli obiettivi principali della nostra Fraternità è quello di ordinare sacerdoti, veri sacerdoti, in modo che il Sacrificio della Messa continui; in modo che la Fede cattolica continui. Naturalmente alcuni vescovi ci attaccano e ci criticano. Alcuni tentano di contrastare la nostra missione. Ma tutto questo è solo temporaneo, perché quando tutti i loro seminari saranno vuoti, (già ora sono quasi vuoti), cosa faranno i vescovi? Allora non ci saranno più sacerdoti.

Perché pensa che non ci saranno più sacerdoti?

Mons. Lefebvre: Perché i seminari di oggi non stanno insegnando nulla per la formazione di un sacerdote; essi insegnano la psicologia liberale, la sociologia, l’umanesimo, il modernismo e molte altre scienze e semi-scienze che sono contrarie alla dottrina cattolica o non hanno niente a che fare con gli insegnamenti della Chiesa o con quello che dovrebbe sapere un sacerdote. Per quanto riguarda gli insegnamenti cattolici, difficilmente vengono insegnati nei seminari di oggi.

Cosa viene insegnato nei seminari di oggi?

Mons. Lefebvre: Per esempio, in un seminario di New York i professori di teologia stanno insegnando ai seminaristi che “Gesù non vide chiaramente quello che sarebbe stato il risultato della Sua morte di Croce”; che: “Nessuno è così completamente coerente da non dire qualcosa che risulti in disaccordo con ciò che ha detto in passato. Questo vale anche per Gesù”; che “Giuseppe potrebbe essere stato il padre naturale di Cristo”; e un altro professore insegna che: “Uno psichiatra raccomanda le relazioni sessuali ed extramatrimoniali come una cura per l’impotenza, io sono aperto in questo campo e non chiuso alla possibilità”.

Queste asserzioni sono documentate e registrate?

Mons. Lefebvre: Sì.

Sono state portate all’attenzione della gerarchia?

Mons. Lefebvre: In numerose occasioni.

La gerarchia ha fatto qualcosa per porre fine a questi e simili insegnamenti?

Mons. Lefebvre: Non che io sappia.

Si sente mai solo e isolato?

Mons. Lefebvre: Come posso sentirmi isolato quando sono in comunione con 262 papi e l’intera Fede cattolica? Se si intende nei confronti degli altri vescovi, la risposta è no. Difficilmente passa giorno che io [non] riceva comunicazione da vescovi, preti, laici di diverse parti del mondo che mi esprimono appoggio e incoraggiamento.

Perché non si espongono pubblicamente e la sostengono?

Mons. Lefebvre: Come ho già detto in precedenza, molti (vescovi) vogliono tenere il loro posto, in modo da essere in una posizione utile per fare qualcosa qualora dovesse sorgere l’occasione.

La sua posizione la divide ulteriormente dalle altre confessioni cristiane?

Mons. Lefebvre: Niente affatto. Solo cinque giorni fa, dei capi ortodossi sono venuti a trovarmi per esprimere il loro appoggio per la nostra posizione.

Perché dovrebbero esprimere appoggio quando invece lei dice che ha ragione e loro hanno torto?

Mons. Lefebvre: E’ proprio perché la mia posizione è chiara che mi sostengono. Molte altre confessioni cristiane hanno sempre guardato a Roma come ad una sorta di àncora stabilizzante in un mondo tumultuoso. Loro sentivano che qualunque cosa accadesse Roma era sempre là, eterna, immutabile. Questa presenza dava loro conforto e fiducia. Ancora più sorprendenti sono i leader islamici che si sono congratulati vivamente con me per la mia posizione, anche se loro sanno perfettamente che io non accetto la loro religione.

La carità cristiana non tenterebbe di evitare di indurire le differenze e le divisioni che potrebbero essere appianate?

Mons. Lefebvre: Le differenze e le divisioni fanno parte di questo mondo. L’unità della Chiesa può essere acquisita soltanto con l’esempio e il costante impegno per la nostra Fede cattolica. La carità comincia con la fedeltà alla propria Fede.

Che cosa le fa credere che un numero significativo di ortodossi, protestanti o musulmani la sostengano?

Mons. Lefebvre: A parte i contatti diretti, i frequenti contatti che queste persone hanno avuto con me; vi è stato, per esempio, un ampio sondaggio condotto da un noto giornale di Parigi, e sono stati interrogati i membri di queste varie confessioni. Il risultato è stato che, lungi dal trovare la nostra fede offensiva o minacciosa per loro, ammiravano la posizione chiara che stiamo mantenendo. Al contrario essi mostrano disprezzo assoluto per tutti quei cattolici liberali che stanno tentando di fare un miscuglio della nostra Fede cattolica e della loro religione.

Il Papa non l’ha invitata a riconciliarsi? Ha accettato questo invito?

Mons. Lefebvre: Ho chiesto di vedere il Papa lo scorso agosto. Il Papa ha rifiutato, a meno che non avessi firmato una dichiarazione di accettare incondizionatamente tutte le risoluzioni del Concilio Vaticano II (n.d.r.: gli fu anche chiesto di accettare tutti gli “orientamenti” post-conciliari). Mi piacerebbe molto vedere il Papa, ma non posso firmare risoluzioni che spianano la strada alla distruzione della Chiesa. (n.d.r.:, più tardi, in quello stesso anno, all’Arcivescovo è stato accordata una breve udienza col nuovo Papa, Giovanni Paolo II).

Come si può essere fedeli alla Chiesa e disubbidienti al Papa?

Mons. Lefebvre: Si deve intendere il significato dell’obbedienza e si deve distinguere tra l’obbedienza cieca e la virtù dell’obbedienza. L’obbedienza indiscriminata è in realtà un peccato contro la virtù dell’obbedienza. Quindi noi disubbidiamo al fine di praticare la virtù dell’obbedienza, piuttosto che sottometterci a comandi illeciti contrari agli insegnamenti morali cattolici; tutto ciò che ciascuno deve fare è consultare qualsiasi libro di teologia cattolica per comprendere che noi non stiamo peccando contro la virtù dell’obbedienza.






marzo 2020

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