Testi di Pio XII sulla Passione


Pubblicati dal Centro Sudi Federici





Lunedì Santo. La Passione di Cristo in chi soffre

Sotto il peso opprimente della malattia, della infermità, acuta o cronica, torturante per la sua intensità o per la sua durata senza fine, alla povera natura crocifissa riesce spesso ben difficile di rassegnarsi, di continuare a credere che Dio l’ama ancora, mentre la lascia tanto soffrire: Crocifissa? Sì; ma guardate Colui che è il « crocifisso » per eccellenza.
Lo riconoscete voi? E’ il Figlio diletto, in cui il Padre si è compiaciuto. Guardatelo, gli occhi negli occhi, e dite al buon Dio che voi credete al suo amore per voi.
Distesi forse sopra un disagiato giaciglio, voltandovi ora da una parte ora dall’altra senza trovare mai tregua, guardatelo, immobilitato dai chiodi che lo configgono sul legno ruvido della nuda croce. La vostra gola è riarsa per la febbre? Le medicine sono amare? A Gesù, sul Golgota, non diedero che fiele e aceto. E così a ciascuna delle vostre doglianze, Egli risponde dolcemente: Oh sì; io so quel che è; sono passato per le stesse pene. Avendo preso su di me tutti i dolori, sono anche per propria esperienza compassionevole e misericordioso.
21 novembre 1949

Martedì Santo. La Passione di Cristo nelle famiglie

Cari sposi, come voi avete ricevuto e riceverete gioie – quelle di oggi e quelle di domani – con filiale riconoscenza e saggia moderazione, così accoglierete con spirito di fede e sommissione i misteri dolorosi dell’avvenire, quando verrà la loro ora.
Misteri? È il nome che l’uomo spesso dà al dolore, perché, se non è solito di cercare una giustificazione alle sue gioie, vorrebbe invece colla corta sua veduta rendersi ragione delle sue sventure, e soffre doppiamente, quando non ne vede di quaggiù il perché.
La Vergine del Rosario, che è anche quella dello «Stabat» sul Calvario, vi insegnerà a restare ritti sotto la croce, per quanto densa possa essere la sua ombra, giacché voi comprenderete dall’esempio di questa «Mater dolorosa» e Regina dei martiri che i disegni di Dio superano infinitamente i pensieri degli uomini e, anche allorché spezzano il cuore, sono ispirati dal più tenero amore delle nostre anime.
16 ottobre 1940

Mercoledì Santo. La Passione di Cristo nella Chiesa

Lo stesso Divin Redentore aveva detto: «Non vi è discepolo al di sopra del maestro»; «Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi»; «Beati siete voi quando vi oltraggeranno e perseguiteranno e mentendo diranno di voi ogni male per causa mia. Gioite ed esultate, perché grande sarà la vostra ricompensa nei cieli».
Non vi è dunque ragione di meravigliarsi se ai nostri giorni, e forse più che nei secoli passati, la Chiesa di Gesù Cristo e in modo particolare i suoi ministri vengono colpiti da persecuzioni, menzogne, calunnie e afflizioni di ogni genere; ma riponiamo piuttosto la nostra speranza in Lui, che se già ha predetto le future calamità, volle tuttavia preammonirci con queste parole: «Nel mondo avrete da soffrire; ma fatevi animo, io ho vinto il mondo». Perciò sia lontano da voi ogni abbattimento…
Orientales Ecclesias, 1952

Giovedì Santo. La presenza eucaristica

Cristo ha una presenza umana e insieme divina, per la quale dovunque un sacerdote con la onnipotente parola di Lui levi in alto un pane e un calice, adorando ciò che ha fatto in memoria di Lui, là Egli sta col suo ministro, con lui cammina, si fa nostro cibo, viatico dei moribondi e degli infelici, fratello, sposo, padre, medico, conforto e vita delle anime, pane degli angeli.
Finché sui campi del nostro globo spunterà una spiga di grano e penderà un grappolo d’uva, e un sacerdote salirà pensoso del sacrificio l’altare, l’Ospite divino sarà con noi; e il credente curverà nella fede la mente e il ginocchio innanzi a un’Ostia consacrata, come all’ultima cena gli Apostoli nel pane e nel vino consacrato che il Salvatore dava loro dicendo: Questo è il mio corpo; Questo è il mio sangue; adorarono Cristo.
28 aprile 1939

Venerdì Santo. L’amore del Cuore di Cristo

E’ soprattutto sulla croce che il Divin Redentore sente il suo Cuore, divenuto quasi torrente impetuoso, ridondare dei sentimenti più vari; cioè di amore ardentissimo, di angoscia, di compassione, di acceso desiderio, di quiete serena. Così facendo, Egli dava l’esempio di quella sublime carità, che aveva indicato ai suoi discepoli come meta finale dell’amore.
Pertanto, l’amore di Gesù Cristo Figlio di Dio svela nel Sacrificio del Golgota, e nel modo più eloquente, l’amore stesso di Dio. E in realtà, il nostro divin Redentore è stato confitto al legno della Croce più dalla veemenza interiore del suo amore che dalla brutale violenza esterna dei suoi carnefici.
Haurietis Aquas, 1956

Sabato Santo. Gesù nella tomba

La notte, che precedette la risurrezione di Gesù, fu notte di desolazione e di pianto, fu notte di tenebra. Gesù è nella tomba. La salma giace sulla roccia fredda e tutto il suo corpo è ancora piagato; le labbra sono mute. Che rimane più delle sue parole, che sapevano animare, confortare, illuminare; le sue parole così piene di maestà e di sapienza? Dove sono i suoi comandi ai venti e alle tempeste? Dove è la sua facoltà di sanare i malati, di risuscitare í morti?
Tutto è finito, vanno mormorando gli uomini; e nella loro voce è l’espressione di una disperata tristezza. Tutto è finito, par che rispondano le cose. Ma poco lontano, in una casetta modesta e silenziosa, arde una fiamma di fede non mai spenta: Maria attende fiduciosa Gesù…
Pasqua 1957






aprile 2020

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