Eleison Comments DCLXXI

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Commenti settimanali di

di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  23 maggio 2020

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo alle persone che non colgono il monito di Monsignor Lefebvre di tagliare i ponti con la Roma conciliare.

Questi “Commenti” sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
http://stmarcelinitiative.com/eleison-comments/iscrizione-eleison-comments/?lang=it



Finalmente! Prelati che non sono “dolci”!
Ecco il prezzo che si deve pagare per la verità.

Uomini che mancano


Quando l’Autorità abbandona la Verità nella Chiesa cattolica, come ha fatto fin dal Vaticano II, allora è più facile a dirsi che a cogliersi la linea sottile tra l’eresia a sinistra e lo scisma a destra. Quindi non c’è da stupirsi che un commento insolitamente acuto come quello di Mons. Lefebvre, citato negli ultimi due numeri di questi “Commenti” (“Ritirare i ponti”), susciti interesse.

Un laico ha persino messo in dubbio l’autenticità della raccomandazione: avrebbe potuto il dolce Monsignore dire una cosa del genere? Oh sì, l’ha fatto. Le parole originali sono un po’ meno eleganti della succinta citazione, ma la sostanza è identica – “Con questo, non resta che ritirare i ponti! Noi non abbiamo niente a che fare con queste persone (i romani conciliari). Cosa abbiamo in comune con loro? Niente! Non è possibile. Non è possibile” (6 settembre 1990). Il riferimento audio del 1990 è: Audio – Retrec – PASCALE90 o SACERDOTALE90. (Tuttavia, chiunque voglia verificare di persona la citazione faccia attenzione alle raccolte “rivedute” dei nastri di Monsignore, perché ogni sua parola fortemente contraria, come queste sui conciliaristi di Roma, potrebbe essere stata tagliata dai “redattori” della Neofraternità pro-Roma).

Un altro lettore che ha reagito alla citazione è un sacerdote, del Novus Ordo, ma ormai saldamente radicato in un Priorato della Neofraternità in Svizzera (senza essere stato riordinato sotto condizione, come meglio sappiamo). Egli pensa che “oggi le cose appaiono davvero diverse” perché l’attuale generazione di ufficiali a Roma è di una razza diversa da quella a cui Monsignore reagiva negli anni Ottanta, e i migliori di loro vogliono un autentico restauro della Chiesa. Egli conclude che adottare oggi l’attitudine di Monsignore lascia solo due soluzioni: o la “Resistenza” o il sedevacantismo, entrambi inaccettabili.

Ma, Padre, anche se gli attuali dirigenti della Chiesa possono essere uomini diversi dai sacerdoti traditori del tempo di Monsignore, che hanno fatto tutto il possibile per distruggere la vera Chiesa, essi hanno capito (o letto) la Pascendi? E le autorità ecclesiastiche dolci e benintenzionate a cosa servono alla Fede o alla Chiesa o alla FSSPX o alla “Resistenza”, se non hanno capito che il problema sta nelle menti di gomma che non riescono nemmeno a concepire la verità che condanna l'errore o il dogma che condanna l'eresia?  Una mente di gomma che comprende la Tradizione non è sostanzialmente  più utile alla Tradizione di quanto lo sia una mente di gomma che condanna la Tradizione. Né è vero che le cose sono “davvero diverse” dal tempo di Monsignore. Il segno che un sacerdote ha capito veramente qual è il problema si ha quando - almeno in senso figurato – decide di scendere a Roma con una mitragliatrice e mandare tutti i dolci ecclesiastici a incontrare il loro Creatore, come direbbe Putin.
In breve, la “Resistenza” deve rimanere sulla sua strada, altrimenti la strada sarà divelta per fornire pietre che gridino la Verità al posto dei pastori silenziosi e dei loro cani che non abbaiano (cfr. Lc XIX, 40). La “Resistenza” non deve, non può, cedere!

Infine un buon sacerdote cerca di consolarci con la notizia avuta da un Priore della Fraternità che il Superiore Generale della Neofraternità ha detto ad un incontro a febbraio di tutti i Priori della Neofraternità in Francia che le discussioni tra la FSSPX e Roma sono ad un punto morto perché la FSSPX insiste ancora che la dottrina venga prima - ben fatto, Don Pagliarani - mentre Roma insiste nel voler concludere prima un accordo pratico. Ma c’è bisogno che Roma si preoccupi?  Basta solo che aspetti che il frutto maturo cada nel suo grembo. Mons. Tissier oggi è così malato che, a quanto si dice, è stata predisposta una stanza a Ecône per assisterlo. Rimangono solo due vescovi della FSSPX ad occuparsi di quanto le serve in tutto il mondo. Quindi o il Superiore Generale deve sottostare alle condizioni di Roma per la consacrazione di altri vescovi, continuando la disastrosa politica conciliante del suo predecessore con i capi della Chiesa che, per quanto dolci, hanno perso la Fede, come ha detto Monsignore; oppure deve far consacrare altri vescovi senza il permesso del Papa, come fece Monsignore.
Ma la Neofraternità è ancora in grado di seguire la linea eroica di Monsignore, sfidando gli (quantomeno) oggettivi traditori di Roma?  C’è da dubitarne.

Kyrie eleison
                                                                                  


maggio 2020

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