Eleison Comments DCLXXXII

DREXEL'S POPE


Commenti settimanali di

di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  8 agosto 2020

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo ai messaggi di Nostro Signore al Professor Drexel, dove si parla di PAPA PAOLO VI.

Questi “Commenti” sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
http://stmarcelinitiative.com/eleison-comments/iscrizione-eleison-comments/?lang=it



Il Papa liberale aveva gli artigli di un falco.
Si, voleva che fosse Lefebvre a strillare.



Il Paolo VI di Drexel


Originariamente quest’ultimo dei quattro numeri di “Eleison Comments”, tratto dall’opuscolo di p. Drexel “La fede è più grande dell’obbedienza”, avrebbe sostenuto la posizione dell’opuscolo secondo cui Papa Paolo VI era di buone intenzioni quando, alla guida della Chiesa cattolica, tra il 1963 e il 1965, presiedette il Concilio Vaticano II e determinò il suo rivoluzionario cambiamento della Chiesa. Certo le intenzioni umane sono il segreto di Dio che solo Lui può conoscere infallibilmente, ma Nostro Signore ci dice di giudicare l’albero dai suoi frutti, ed è qui che Paolo VI si trova carente. Siamo ormai a 55 anni dalla fine del Concilio, e i suoi frutti si sono rivelati disastrosi per il cattolicesimo in ogni vero senso della parola.
Pertanto, tra le tante cose eccellenti contenute nei Messaggi di p. Drexel degli anni ‘70 contenuti nella Faith is Greater than Obedience (La fede è più grande dell’obbedienza), è difficile includere il suo ritratto di Paolo VI. In breve, eccolo qui –


Paolo VI amava la Chiesa – 3-XII-71- Egli prova dolore e pena per le anime consacrate che si volgono dalla Chiesa al mondo. 4-VIII-72 – È abbandonato da molti che avrebbero potuto sostenerlo con vigore e lealtà. Con lacrime e sudore lotta per salvare la Chiesa, soffre per i sacerdoti infedeli, soffre ancora di più per i vescovi più interessati al loro conforto che alla cura della fede o delle anime. 1-VIII-75- È oppresso da falsi consiglieri. 7-IV-72 – Si sente più solo, e chi gli è fedele viene perseguitato. 5-VII-74 – Prega, si sacrifica e soffre costantemente, ma molti rompono la fede. 7-XI-75 – Non ci sono mai stati così tanti sacrilegi come dalla Nuova Messa, ma il mio rappresentante visibile non ha alcuna colpa per questo. La sua volontà è la partecipazione interiore al santo sacrificio, nella riverenza e nell’amore ( . . . ) sono i sacerdoti che peccano in questo modo e agiscono in contrasto con la parola e l’opera del successore di Pietro.
Si noti in particolare l’ultimo di questi riferimenti dal novembre del 1975.

L’affermazione categorica che il Papa non aveva alcuna responsabilità per i molteplici sacrilegi che sono venuti con la Nuova Messa non può essere vera, per quanto buone possano essere state le sue intenzioni. “La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni”, perché gli uomini sono fallibili, commettono errori e non sempre le loro intenzioni sono quelle che realizzano. Tuttavia, non appena una buona intenzione ha un cattivo risultato, allora, se davvero intendono il buon risultato, cambieranno ciò che ha prodotto il cattivo risultato. Ma negli anni Settanta del secolo scorso papa Paolo ha cambiato poco o niente dalla sua rivoluzione liberale degli anni Sessanta, anzi ha fatto tutto ciò che era in suo potere per schiacciare la controrivoluzione di Monsignor Lefebvre dall’interno della Chiesa.

Quindi la vera intenzione del Papa non era “la partecipazione interiore al santo sacrificio”, ma l’allineamento della Chiesa cattolica con il mondo moderno, un riallineamento nel quale Monsignore era un ostacolo inaccettabile.
Come diceva Monsignore, Papa Paolo era un cattolico liberale, cioè un uomo profondamente diviso tra due amori inconciliabili: il suo vero amore per la Chiesa con la sua fede cattolica, e il suo falso amore per il mondo moderno con il suo liberalismo.

Dentro ogni uomo questi due amori devono lottare fino alla morte. Dentro Paolo VI il cattolicesimo non morirà, così verso la fine della sua vita ha pianto per la perdita delle vocazioni sacerdotali, ma il suo liberalismo è stato più profondo. Era intellettuale, ideologico e implacabile. Guai a chiunque si metteva sulla sua strada. Poi all’improvviso la colomba liberale tirò fuori gli artigli, che erano quelli di un falco. Tale era Paolo VI. In confronto al suo liberalismo, la sua fede era sentimentale. Da qui il suo Concilio e la sua Messa.

E dove ci porta Padre Drexel? Quando il Cielo si serve di un messaggero umano, lo lascia con il suo libero arbitrio e la sua personalità. Le donne e i bambini sono i messaggeri più docili, i più fedeli al messaggio che viene loro affidato, ma gli uomini . . . molti uomini hanno faticato a raggiungere la loro visione della vita, e questi possono consapevolmente o addirittura inconsciamente colorare qualsiasi messaggio del Cielo o della terra che passa attraverso di loro. Molto probabilmente Nostro Signore ha parlato a P. Drexel dagli anni Venti fino alla sua morte nel 1977. Molto probabilmente la soluzione di Padre Drexel al problema angosciante posto da Papa Paolo è stata la soluzione adottata da molti cattolici “pii” dopo il Concilio: il Papa ha buone intenzioni, sono i vescovi il vero problema. Ahimè . . . come oggi, i vescovi erano un problema, ma lo era anche il Papa.

Kyrie eleison.

                                                                                  


agosto 2020

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