Lettera del Superiore Generale Don Davide Pagliarani
a proposito del motu proprio “Traditionis Custodes”

  22 luglio 2021


Pubblicata su FSSPX News





Cari membri e amici della Fraternità Sacerdotale San Pio X,

Il motu proprio Traditionis custodes e la lettera che l’accompagna hanno suscitato un profondo scalpore nella cosiddetta sfera tradizionalista. Si può notare, logicamente, che l’epoca dell’ermeneutica della continuità, con i suoi equivoci, illusioni e sforzi impossibili, è drasticamente finita, spazzata via con un gesto della mano.
Queste misure molto chiare e nette non riguardano direttamente la Società San Pio X, ma devono essere l’occasione per una profonda riflessione. Per fare questo, è necessario fare un passo indietro e porsi una domanda vecchia e nuova allo stesso tempo: perché la Messa tridentina è ancora il pomo della discordia dopo cinquant’anni?

Per prima cosa dobbiamo ricordare che la Santa Messa è la continuazione, nel tempo, della lotta più accanita mai esistita: la battaglia fra il Regno di Dio e il regno di Satana, lotta che ha avuto il suo punto culminante sul Calvario, col trionfo di Nostro Signore. E’ per questa lotta e per questa vittoria che Egli si è incarnato.
Poiché la vittoria di Nostro Signore ha avuto luogo sulla Croce e col Suo Sangue, è comprensibile che la sua perpetuazione si realizzi anch’essa con lotte e contraddizioni.
Ogni cristiano è chiamato a questa lotta: Nostro Signore ce lo ricorda quando dice che Egli è venuto «a portare la spada sulla terra (Mt. 10, 34).
Non vi è niente di cui stupirsi perché la Messa di sempre, che esprime perfettamente la vittoria definitiva di Nostro Signore sul peccato per mezzo del Sacrificio espiatorio, sia anch’essa un segno di contraddizione.

Ma perché questa Messa è divenuta un segno di contraddizione all’interno stesso della Chiesa? La risposta è semplice e sempre più chiara. Dopo cinquant’anni, gli elementi di risposta sono evidenti a tutti i cristiani di buona volontà: la Messa tridentina esprime e veicola una concezione di vita cristiana e quindi una concezione della Chiesa che è assolutamente incompatibile con l’ecclesiologia derivata dal concilio Vaticano II.
Il problema non è semplicemente liturgico, estetico o puramente formale. Il problema è ad un tempo dottrinale, morale, spirituale, ecclesiologico e liturgico. In una parola: è un problema che tocca tutti gli aspetti della vita della Chiesa, senza eccezioni: è una questione di fede.

Da un lato si trova la Messa di sempre, stendardo di una Chiesa che sfida il mondo e che è certa della vittoria, poiché la sua battaglia non è altro che la continuazione di quella che Nostro Signore ha condotto per distruggere il peccato e il regno di Satana. E’ con la Messa e attraverso la Messa che Nostro Signore arruola le anime cristiane nella Sua lotta, facendoli partecipare sia alla Sua Croce sia alla Sua vittoria. Da tutto questo deriva una concezione necessariamente militante della vita cristiana. Due note la caratterizzano: lo spirito di sacrificio e una speranza incrollabile.

Dall’altro lato si trova la Messa di Paolo VI, espressione autentica di una Chiesa che si vuole in armonia col mondo, che presta l’orecchio alle istanze del mondo; una Chiesa che, in definitiva, non ha più da combattere contro il mondo perché non ha più nulla da rimproverargli; una Chiesa che non ha più niente da insegnare perché è all’ascolto delle potenze di questo mondo; una Chiesa che non ha più bisogno del Sacrificio di Nostro Signore, poiché, avendo perduto la nozione del peccato, non ha più nulla da espiare; una Chiesa che non ha più per missione l’instaurare il regno universale di Nostro Signore, poiché vuole apportare il suo contributo alla elaborazione di un mondo migliore, più libero, più ugualitario, più eco-responsabile; e tutto questo con i mezzi puramente umani. A questa missione umanista che si sono dati gli uomini di Chiesa deve necessariamente corrispondere una liturgia parimenti umanista e desacralizzata.

La battaglia di questi ultimi cinquant’anni, che ha appena raggiunto un momento significativo il 16 luglio scorso, non è una guerra tra due riti: è esattamente la guerra tra due concezioni differenti e opposte della Chiesa e della vita cristiana, assolutamente irriducibili e incompatibili tra loro. Parafrasando Sant’Agostino si potrebbe dire che due Messe edificano due città: la Messa di sempre edifica la città cristiana, la nuova Messa cerca di edificare la città umanista e laica.

Se il Buon Dio permette tutto questo, lo fa certamente per un bene più grande. Prima di tutto per noi stessi, che abbiamo la fortuna immeritata di conoscere la Messa tridentina e di beneficiarne; noi possediamo un tesoro di cui non valutiamo sempre tutto il valore e che conserviamo forse per abitudine. Quando qualcosa di prezioso è attaccato o disprezzato se ne valuta meglio tutto il valore. Possa questo «choc» provocato dalla durezza dei testi ufficiali del 16 luglio scorso servire perché il nostro attaccamento alla Messa tridentina sia rinnovato, approfondito, riscoperto; questa Messa, la nostra Messa, deve essere realmente per noi come la perla del Vangelo, per la quale si rinuncia a tutto, per la quale si è pronti a vendere tutto. Colui che non è pronto a versare il suo sangue per questa Messa non è degno di celebrarla. Colui che non è pronto a rinunciare a tutto per conservarla non è degno di assistervi.

Ecco quale deve essere la nostra prima reazione di fronte agli avvenimenti che hanno appena scosso la Chiesa. Che la nostra reazione, come sacerdoti e fedeli cattolici, sia molto più profonda e di vasta portata di qualsiasi tipo di commento preoccupato e talvolta senza speranza.

Il Buon Dio, permettendo questo nuovo attacco alla Messa tridentina, ha certamente in vista un altro obiettivo. Nessuno può mettere in dubbio che nel corso di questi ultimi anni numerosi sacerdoti e numerosi fedeli hanno scoperto questa Messa e attraverso di essa si sono avvicinati a un nuovo orizzonte spirituale e morale, che ha aperto la strada alla santificazione delle loro anime. Le ultime misure che sono state appena prese contro la Messa obbligano queste anime a trarre tutte le conseguenze di quello che hanno scoperto: per esse si tratta adesso di scegliere – con gli elementi di discernimento che sono a loro disposizione – ciò che si impone ad ogni coscienza cattolica illuminata. Molte anime si troveranno davanti ad una scelta importante che tocca la loro fede, poiché – lo ripetiamo – la Messa è l’espressione suprema di un universo dottrinale e morale. Si tratta dunque di scegliere la fede cattolica nella sua integralità e tramite essa Nostro Signore Gesù Cristo, la Sua Croce, il Suo Sacrificio, la Sua regalità. Si tratta di scegliere il Suo Sangue, di imitare il Crocifisso e di seguirLo fino in fondo con una fedeltà intera, radicale, conseguente.

La Fraternità San Pio X ha il dovere di aiutare tutte queste anime che attualmente si trovano nella costernazione e nello sgomento. Prima di tutto abbiamo il dovere di offrire loro, con i fatti, la certezza che la Messa tridentina non potrà mai sparire dalla faccia della terra: si tratta di un segno di speranza estremamente necessario.

In più, occorre che ognuno di noi, sacerdote o fedele, tenda loro una mano soccorritrice, perché chi non ha il desiderio di condividere i beni di cui gode è in realtà indegno di questi beni. Solo così ameremo veramente le anime e la Chiesa. Perché ogni anima che guadagneremo alla Croce di Nostro Signore, e all’immenso amore che Egli ha manifestato attraverso il suo Sacrificio, sarà un’anima veramente conquistata alla sua Chiesa, alla carità che la anima e che deve essere nostra, specialmente in questo momento.

E’ alla Madre dei Dolori che affidiamo queste intenzioni, è a lei che rivolgiamo le nostre preghiere, perché nessuno meglio di lei ha penetrato il mistero del Sacrificio di Nostro Signore e della Sua vittoria sulla Croce. Nessuno meglio di lei è stata anche intimamente associata alla Sua sofferenza e al Suo trionfo. E’ nelle sue mani che Nostro Signore ha messo l’intera Chiesa ed è dunque proprio a lei che è stato affidato ciò che la Chiesa ha di più prezioso: il testamento di Nostro Signore, il santo Sacrificio della Messa.

Menzingen, 22 luglio 2021
Nella festa di Santa Maria Maddalena

Don Davide Pagliarani, Superiore Generale.






luglio 2021

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