Eleison Comments DCCXXXVI

LEFEBVRE'S WISDOM – I



Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  21 agosto 2021

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo alla saggezza di Mons. Lefebvre - parte prima.

Questi “Commenti” sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
http://stmarcelinitiative.com/eleison-comments/iscrizione-eleison-comments/?lang=it



Noi né veneriamo né adoriamo Mons. Lefebvre,
Ma ringraziamo Dio per questo grande combattente!

La saggezza di Lefebvre - I

E cos’hanno da dire questi “Commenti” sull’ultimo clamoroso scandalo di Papa Francesco, ovvero il suo Motu Proprio “Traditionis Custodes” in cui si adopera per estinguere il millenario rito Apostolico e Tradizionale della Messa in Latino, e per assicurarsi che scomparirà per sempre dalle celebrazioni della Messa?
Innanzitutto questi “Commenti” rendono gloria a Dio per averci dato come modello, per guidarci attraverso questa crisi di fine del mondo della Chiesa, l’Arcivescovo Lefebvre. Egli concluse i suoi giorni presumibilmente “scomunicato” dagli uomini della Chiesa “mainstream”. Del resto non fu seguito del tutto fedelmente neanche dai principali chierici della Fraternità San Pio X da lui stesso fondata. Ma i documenti di ciò che ha fatto e detto ci sono, e la sua saggezza in merito al futuro della Chiesa diventa più chiara ogni giorno che passa.

Quei documenti ci dicono esattamente come avrebbe reagito a “Traditionis Custodes”.
Da un lato avrebbe ancora una volta completamente rigettato la falsa dottrina del Vaticano II, che sta dietro la Messa del Novus Ordo e che dal 1969 cerca in tutti i modi di abolire ogni traccia dell’antico rito Tridentino, baluardo indistruttibile a difesa della Tradizione, tentando di sostituirlo senza successo con la protestantica Messa montiniana.
E dall’altro, in merito alla diabolica guerra che gli ultimi Papi hanno fatto e stanno facendo, più aspramente che mai, contro la Tradizione Cattolica, come Francesco con questo Motu Proprio, è altamente improbabile che l’Arcivescovo avrebbe mai potuto dichiarare che Papa Francesco non fosse Papa. Piuttosto, per amore della gerarchia visibile della Chiesa avrebbe insistito sul necessario atteggiamento di rispetto verso tutti gli apparenti Papi del Vaticano II, lasciando solo alla Chiesa ufficiale, in un futuro più tranquillo, la decisione su quale status attribuire a questi Vicari di Cristo demolitori della Tradizione Cattolica.

Questo equilibrio dell’Arcivescovo tra la dura condanna della dottrina dei Papi conciliari e il rispetto del loro ufficio, è diventato noto come “riconoscere e resistere”, cioè, riconoscere il loro ufficio, ma resistere alla loro dottrina. Ma i cattolici che seguono questa politica sono oggetto di pesanti critiche sia da sinistra che da destra. I liberali affermano che chi giustamente riconosce l’ufficio, non ha il diritto di resistere ai suoi comandi. I “sedevacantisti”, capovolgendo la posizione liberale, affermano che chi giustamente resiste ai falsi comandi dell’ufficio, inevitabilmente non può riconoscere quell’ufficio che impartisce quei comandi. Quindi non si può contemporaneamente riconoscere e resistere, o l’uno o l’altro.
No, ha detto l’Arcivescovo: “io condanno l’insegnamento ma non necessariamente il maestro”. I Papi cattolici che odiano la Tradizione sono un mistero da risolvere in un’epoca futura della Chiesa, se vorrà e potrà. E da allora, questa posizione dell’Arcivescovo è stata seguita da molti cattolici non per la sua autorità, che di ufficiale aveva poco o nulla, ma perché posti di fronte agli stessi problemi molti cattolici erano comunque giunti alle stesse conclusioni, e quindi lo seguirono facendo di lui il precursore di quell’equilibrio e sanità mentale che vive tutt’ora nella crisi in corso della Chiesa.

Ma cosa ha permesso all’Arcivescovo di mantenere quell’equilibrio e quella serenità quando, sulla scia del Concilio, tanti cattolici credenti hanno perso la fede o hanno disperato della Chiesa? Indubbiamente era la sua fede incrollabile in un Dio e una Verità entrambi molto al di sopra di tutti i cambiamenti, influenze e politiche umane, o qualsiasi altra cosa. Un Dio e una Verità sanciti nella Tradizione Cattolica a beneficio degli uomini, ma in alcun modo soggetti o dipendenti da essi. Ecco le altezze in cui visse in spirito e da cui discese nella vita quotidiana, né ammettendo mutamenti indebiti nelle cose di Dio, né pretendendo troppa perfezione nelle cose degli uomini. I liberali erano impazziti per voler adattare l’unica vera Chiesa di Dio alla nostra epoca di empietà, mentre i cattolici si sbagliavano se dubitarono della Provvidenza nella gestione di Dio della Sua Chiesa.

Il povero Papa Francesco è impazzito, ma Gesù Cristo è con la Sua Chiesa fino alla fine del mondo – Mt. XXVIII, 20.


Kyrie eleison.

                                                                                  


agosto 2021

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