Dichiarazione
dell’Assemblea dei Cardinali e degli Arcivescovi di Francia
sulle leggi cosiddette laiche e sulle misure da prendere per combatterle


10 marzo 1925


Pubblicata dal sito francese della Fraternità San Pio X
La Porte Latine

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Nostra presentazione

Pubblichiamo volentieri questo vecchio documento, tenuto conto che esso mantiene la sua attualità, tenuto conto alla odierna situazione in cui i cattolici sono costretti, come cittadini, a subire le leggi emanate dagli Stati moderni, che sono quasi tutti avversi alla vera religione cattolica e all’insegnamento della Chiesa.
Pur risentendo della data di pubblicazione, questo documento può essere un’utile guida per orientare i cattolici e soprattutto i Vescovi moderni, che dimostrano di essere di una tempra diversa da quella dei loro predecessori.
I tempi cambiano, e nel 1925 i Vescovi francesi dimostravano di avere a cuore la salute spirituale e morale dei fedeli cattolici in vista della loro salvezza eterna; contrariamente a quanto avviene oggi, che la moderna gerarchia cattolica dimostra di avere a cuore solo il benessere materiale dei fedeli; in coerente aderenza con gli insegnamenti abortiti dal concilio Vaticano II, che hanno inteso sostituire il culto di Dio con l’idolatrico culto dell’uomo.

Presentazione de La Porte Latine

Non molto tempo fa, l’episcopato francese dava prova di coraggio e di chiaroveggenza di fronte alle odiose pretese laiciste.

Il testo seguente, intitolato Dichiarazione sulle leggi cosiddette laiche e sulle misure da prendere per combatterle (1), fu pubblicato ufficialmente il 10 marzo 1025 dall’Assemblea dei Cardinali e degli Arcivescovi di Francia (ACA), diventata dopo il 1964 l’attuale Conferenza dei Vescovi di Francia (CEF).


Dichiarazione dell’Assemblea dei Cardinali e degli Arcivescovi di Francia
sulle leggi cosiddette laiche e sulle misure da prendere per combatterle (1)

10 marzo 1925


I – Ingiustizia delle leggi laiche

1 - Le leggi laiche sono ingiuste: innanzi tutto perché sono contrarie ai diritti formali di Dio. Esse derivano dall’ateismo e conducono ad esso nell’ordine individuale, familiare, sociale, politico, nazionale e internazionale.
Essi suppongono una totale misconoscenza di Nostro Signore Gesù Cristo e del Suo Vangelo. Esse tendono a sostituire il vero Dio con degli idoli (libertà, solidarietà, umanità, scienza, ecc.); a scristianizzare tutte le vite e tutte le istituzioni. Coloro che hanno inaugurato il loro regno, coloro che lo hanno consolidato, esteso e imposto, non hanno avuto altro scopo.
Pertanto, esse sono l’opera dell’empietà, che è l’espressione della più colpevole ingiustizia, come la religione cattolica è l’espressione della più alta giustizia.

2 - Esse sono poi ingiuste perché sono contrarie ai nostri interessi temporali e spirituali. Se le si esamina, non ve n’è una che non riguardi sia i nostri beni  terreni sia i nostri beni soprannaturali.
La legge sulla scuola toglie ai genitori la libertà che loro appartiene e li obbliga a pagare due imposte: una per l’insegnamento ufficiale e l’altra per l’insegnamento cristiano; al tempo stesso essa inganna l’intelligenza dei ragazzi, perverte la loro volontà, distorce la loro coscienza.
La legge della Separazione ci spoglia delle proprietà che ci erano necessarie e porta mille ostacoli al nostro ministero sacerdotale, per non parlare del fatto che porta la rottura ufficiale, pubblica e scandalosa della società con la Chiesa, la religione e Dio.
La legge del divorzio separa i coniugi, dà luogo a cause di alto profilo che umiliano e degradano le famiglie, divide e rattrista i ragazzi, rende i matrimoni parzialmente o totalmente sterili, e inoltre autorizza legalmente l’adulterio.
La laicizzazione degli ospedali priva i malati della cura devota e disinteressata che solo la religione ispira, li priva delle consolazioni soprannaturali che attenuerebbero le loro sofferenze, e li espone a morire senza i sacramenti.

Le leggi laiche non sono delle leggi,
della legge hanno solo il nome, un nome usurpato.


Si potrebbero sviluppare queste considerazioni all’infinito e aggiungere e dimostrare che il laicismo, in tutti i domini, è fatale al bene privato e pubblico.

Pertanto, le leggi laiche non sono leggi, esse hanno della legge solo il nome, un nome usurpato; esse sono solo delle corruzioni della legge, sono delle violenze piuttosto che delle leggi. Dice San Tommaso: Magis sunt violentiae quam leges (2).
Se ci danneggiassero solo nell’ordine temporale, non ci obbligherebbero di per sé in coscienza, tales leges (scil. Leges contrariae bono humano) non obligant in foro conscientiae (3).
Ma siccome le leggi laiche attentano ai diritti di Dio, siccome ci colpiscono nei nostri interessi spirituali; siccome, dopo aver rovinato i princìpi essenziali sui quali si basa la società, esse sono nemiche della vera religione che ci ordina di riconoscere ed adorare, in tutti i domini, Dio e il Suo Cristo, di aderire ai loro insegnamenti, di sottometterci ai loro Comandamenti, di salvare ad ogni costo le nostre anime, ecco che non ci è permesso di obbedire loro; noi abbiamo il diritto e il dovere di combatterle e di esigerne, con tutti i mezzi onesti, l’abrogazione.
Leges posunt esse injuste per contrarietatem  ad bonus divinum, sicut leges tyrannicae inducentes ad idolatriam vel ad quodcumque aliud quod sit contra legem divinam: et tales leges nullo modo licet observare, quia sicut dicitur, Atti IV «Obedire oportet Deo magis quam ho minibus» (4).


II - Misure da adottare per combattere le leggi laiche

Due tattiche.
La prima consiste nel non scontrarsi frontalmente con i legislatori laici; cercare di rabbonirli e far loro applicare le loro leggi in uno spirito di moderazione e poi lasciarle cadere in disuso. È possibile che con certi uomini investiti di potere e meno mal disposti questo metodo abbia una qualche possibilità di successo. Si citeranno dei casi nella storia in questo è riuscito. In più essa avrebbe il vantaggio di non esasperare gli avversari e di non provocare da parte loro delle misure che sarebbero tanto più pesanti per quanto ispirati da un sentimento di irritazione.
Tuttavia, questa tattica presenta molti gravi inconvenienti.
 
1 - Essa lascia le leggi intatte. Supponendo che un ministero o diversi ministeri ne usino con benevolenza o smettano di usarle contro i cattolici, dipenderà poi da un nuovo governo  farle uscire dal dimenticatoio e ridare ad esse il loro vigore e la loro efficacia. Pericolo che non è immaginario, poiché nei nostri tempi il potere passa continuamente da un partito relativamente tollerante ad un partito estremista. Basta che il primo si sia dimostrato un po’ conciliante perché il secondo, per reazione, non ci dimostri alcuna indulgenza.
Da anni assistiamo a questo flusso e riflusso della persecuzione religiosa che, in  fondo, si è sempre aggravata. Essa abitua le anime, fossero anche sinceramente cattoliche, a considerare come giuste, come compatibili con la religione, le leggi laiche; essa favorisce quegli uomini che, oscillando continuamente tra laicismo e cattolicesimo, sono pronti a tutte le concessioni per guadagnare dei voti a destra e a sinistra, per entrare in un ministero e, provando solo ad attenuare alcuni effetti del laicismo, ne lasciano sussistere i princípi e in pratica sacrificano ad esso quasi completamente il cattolicesimo.
Si dirà che un’attitudine di conciliazione ci ha procurato alcuni favori particolari. Piccoli vantaggi che ci vincolano e ci impediscono di reagire contro i nostri avversari!

2 - Le più malvagie di queste leggi continuano ad agire, quali che siano le intenzioni dei ministeri successivi. Al tempo delle apparenti pause in cui abbiamo riposto troppa fiducia, le scuole atee funzionavano senza posa; si preparavano dei dossier contro gli Ordini religiosi, e l’acquisizione dei beni ecclesiastici continuava in modo subdolo e sicuro.

3 - Questa politica incoraggia i nostri avversari che, contando sulla nostra rassegnazione e la nostra passività, passano ogni giorno a nuovi attacchi contro la Chiesa.
Insomma, le leggi laiche si sono moltiplicate al punto da ridurre ogni giorno di più il riconoscimento del dominio divino su di noi e il campo dei nostri diritti e delle nostre libertà.
Questi pensieri colpiranno chiunque ricordi la serie di leggi di cui siamo vittime, chiunque invochi la testimonianza della storia dell’ultimo mezzo secolo.

E’ per questo che la maggioranza dei cattolici veramente legati alla loro fede chiede che si adotti una attitudine più militante e più energica. Essa chiesa che, in ogni dominio, in ogni regione del paese, si dichiari apertamente e unanimemente la guerra al laicismo e ai suoi princípi, fino all’abolizione delle leggi inique che ne derivano; e che per riuscirci ci si servi di tutte le armi legittime.


III - Mezzi da impiegare

Questi mezzi possono essere ridotti a tre: 1. Azione sull’opinione pubblica; 2. Azione sui legislatori; 3. Azione sul governo.

Diceva ultimamente uno dei nostri cardinali che l’opinione pubblica si pronuncia a favore di coloro che si battono bene. Essa abbandona coloro che si abbandonano a loro stessi.


1 - Azione sull’opinione pubblica.
L’azione sull’opinione pubblica si esercita con la propaganda della verità; con la denuncia dei pregiudizi che ingannano il popolo e l’accecano; con le dimostrazioni esterne.

a) La propaganda sarà feconda se è perseverante; se, tutti d’accordo, i cattolici fanno sentire dappertutto la stessa nota di riprovazione contro le ingiustizie della legislazione: neutralità (peraltro menzognera e impossibile), laicità dell’insegnamento, scuola unica, divorzio, spoliazione del clero, ostracismo alle Congregazioni, ateismo dello Stato e delle istituzioni domestiche, sociali, caritatevoli, politiche; se le lettere episcopali, le settimane religiose, i bollettini parrocchiali, le riviste, la stampa, i manifesti, le conferenze, i catechismi, suonano la stessa campana.

Dopo aver mostrato che gli individui, le famiglie, le nazioni devono a Dio e a Nostro Signore un culto ufficiale, interiore, esteriore, una sottomissione dell’intelligenza, della volontà, dell’attività, sarà necessario indicare i vantaggi temporali che la religione cattolica porta in tutti i campi, e gli innumerevoli mali che causano in questo senso le leggi della laicità.
Per esempio, la fede in un’altra vita e in un Giudice supremo, l’educazione e la morale cristiane, la dottrina evangelica del matrimonio e della sua indissolubilità sono i nemici del flagello dello spopolamento; l’incredulità, la scuola laica, il divorzio ne sono i complici. Nessuna legge è tanto favorevole all’educazione dei giovani spiriti e dei giovani cuori, come la legge cristiana, mentre la scienza e la morale ci hanno gravemente rimesso rompendo con la Chiesa.

L’applicazione delle leggi laiche è costata alla Francia dei miliardi, che avrebbero potuto essere risparmiati, servire al sollievo degli sfortunati, accrescere la ricchezza e le riserve del paese, assicurandogli all’estero un prestigio crescente. Malgrado queste spese rovinose, i malati, gli orfani, i poveri, gli anziani sono stati sempre mal curati.
Sotto il regime del laicismo, che ne è stato dell’imparzialità dei tribunali, della libertà degli individui, delle famiglie, degli ufficiali, dei magistrati, degli insegnanti, dei dipendenti pubblici, dei moribondi? Che ne è stato della partecipazione dei migliori cittadini agli impieghi pubblici, della giustizia commutativa e distributiva, delle relazioni tra le classi, dell’unità, della pace interiore, della coscienza professionale, ecc.?
Leone XIII tornava spesso su queste considerazioni che commuovano la moltitudine.

b) Bisogna anche confutare i pregiudizi che portano le persone fuori strada, accecandole.
Eccone alcuni:

- La legge, giusta o ingiusta, è la legge; si è tenuti ad obbedirle.

- Le leggi laiche sono intangibili (mentre le altre possono essere cambiate e i Parlamenti passano la loro vita a cambiarle).

- Attaccare le leggi laiche significa attaccare la Repubblica (come se la legislazione e la Costituzione non fossero distinte; come se i repubblicani meno sospetti non attaccassero le leggi che loro stessi hanno votato, fino alla Costituzione di cui sono gli autori. La verità è che i cattolici dovranno sempre combattere il laicismo, quale che sia il regime – monarchico o repubblicano – che l’ha messo in vigore).

- Bisogna separare la religione dalla politica. (Non dovrebbe essere così, le due devono essere distinte e conciliate).

- La religione è un affare privato. (La religione è affare privato, domestico e pubblico. La società, come l’individuo, deve al vero Dio l’adorazione e il culto).

- La religione non ha niente a che vedere con la politica. (La religione lascia a ciascuno la libertà di essere repubblicano, monarchico, imperialista, perché queste diverse forme di governo sono conciliabili con essa; la religione non lascia la libertà di essere socialista, comunista o anarchico, perché queste tre sette sono condannate dalla ragione e dalla Chiesa. A meno di circostanze particolari, i cattolici sono tenuti a servire lealmente i governi di fatto finché lavorano per il bene temporale e spirituale dei loro soggetti; ai cattolici non è permesso dare la loro collaborazione alle misure ingiuste o empie prese dai governi; i cattolici sono obbligati a ricordarsi che la politica, essendo parte della morale, al pari di questa è sottomessa alla ragione, alla religione, a Dio. Analogamente, occorre confutare gli altri pregiudizi sparsi nella popolazione).

A questa azione sull’opinione pubblica con la propaganda si collega la questione dei pubblicisti e dei conferenzieri. E’ molto desiderabile che costoro siano formati e preparati seriamente; che non si accontentino  di formule universali – generalia non movent -, di fraseologie vaghe e vuote, ma che diano prova di precisione, di competenza, di forza, di chiarezza; che in particolare studino i trattati della fede, della Chiesa e dello Stato.

c) Azione sull’opinione pubblica con manifestazioni esterne.
In quest’ordine, la prudenza ci prescrive di procedere seguendo i suoi precetti, di evitare la temerarietà, di prendere tutte le precauzioni necessarie.
Ma è certo che manifestazioni esterne, ben preparate, impressioneranno la folla dando l’idea, che essa non ha, del nostro numero, della nostra unità, del nostro potere e della volontà incrollabile che abbiamo di rivendicare i nostri diritti fino alla vittoria.
Diceva ultimamente uno dei nostri cardinali: L’opinione pubblica si pronuncia a favore di coloro che si battono bene. Essa abbandona coloro che si abbandonano a loro stessi».


2 - Azione sui legislatori. Questa azione può condurre ad ottenere alcuni buoni risultati.

a) Con delle petizioni inviate ai deputati e ai senatori di ogni dipartimento. Converrebbe che queste petizioni venissero da tutti i gruppi: dei padri di famiglia, degli ex combattenti, della gioventù cattolica, dei ferrovieri, delle vedove di guerra, delle leghe femminili cattoliche, delle personalità più in vista delle banche, delle industrie, del commercio, ecc.
Queste petizioni saranno indirizzate a tutti i parlamentari, senza eccezione; e se un ministro appartiene alla regione, si avrà cura di fargli avere queste proteste e rivendicazioni.

b) Personaggi considerevoli vorrebbero che si andasse più lontano e che si desse a tutti i cattolici la consegna di rifiutare i loro voti ai candidati che, in teoria e in pratica, non siano  oppositori del laicismo e delle opere neutrali. Nella mente di questi uomini seri, la teoria del male minore, spinta oltre i limiti, ci ha portato fallimenti e disgrazie sempre più irreparabili che avremmo potuto evitare, almeno in parte, con un atteggiamento più fermo.

3 - Azione sul governo

Ciò che agita l’opinione pubblica e le Camere raggiunge già il governo, ma occorre abbordarlo direttamente. Socialisti, comunisti, funzionari, operai, commercianti, ce ne danno l’esempio. Quando una legge o un decreto non è loro gradito o è nocivo per loto, essi non ritengono sufficienti le interpellanze dei loro rappresentanti alla Camera o al Senato, essi si rivolgono direttamente al potere: si recano in massa davanti ai municipi, alle prefetture, ai ministeri; inviano ai titolari dell’autorità delle proteste, delle delegazioni, degli ultimatum; moltiplicano le marce e gli scioperi; assediano e tormentano il governo, che quasi sempre cede alle loro richieste.
Perché, per quanto ce lo permettono la nostra morale, la nostra dignità, il nostro amore per la pace, fondata sulla giustizia e la carità, non li imitiamo? Al fine di cancellare dal nostro codice le leggi che, secondo le energiche parole di uno dei nostri vescovi, ci portano «dal laicismo al paganesimo»?


Noi disponiamo di truppe il cui numero e il cui coraggio sono almeno pari a quelli degli altri gruppi, perché una moltitudine di cristiani è desiderosa di impegnarsi nella lotta.


Certamente il lavoro è immenso e difficile, ma è proprio della virtù della forza affrontare gli ostacoli e sfidare il pericolo. In più, noi disponiamo di truppe il cui numero e il cui coraggio sono almeno pari a quelli degli altri gruppi, perché una moltitudine di cristiani, contando solo quelli che sono ferventi e agiscono, sono impazienti di impegnarsi nella lotta. I nostri quadri – parrocchie, diocesi, provincie ecclesiastiche – sono preparati.

Quello che è mancato finora ai cattolici sono l’unità, la concentrazione, l’armonia, l’organizzazione degli sforzi. Essi, non avranno abbastanza abnegazione per formare un corpo compatto che lavori insieme sotto la direzione dei loro superiori gerarchici?
Si dirà che questo atteggiamento ci espone a ritorni offensivi e spietati da parte dei nostri avversari. Questo non è certo; in ogni caso, a quali calamità non ci espone l’atteggiamento opposto? Quale avvenire ci aspetta se, soddisfatti da un leggero e artificiale rilassamento, ci addormentiamo?
Forse mai negli ultimi cinquant’anni il momento sembra così propizio; se lo lasciamo passare senza approfittarne, sembra che stiamo tradendo la Provvidenza.

Parigi, 10 marzo 1925

Assemblea dei cardinali e degli arcivescovi di Francia
Fonte : La Documentation catholique, n°282, 21 marzo 1925, coll. 707-712.


NOTE

1 – 10 marzo 1925, in La Documentation catholique, n° 282, 21 marzo 1925, coll. 707-712-
2S. Th. Ia, IIae, q. 96, art. IV
3ibid
4 - S. Th., ibid. (Ac 5, 29)


                                                                                  


ottobre 2021
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