Eleison Comments DCCLIV

JOB'S SOLUTION

Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  25 dicembre 2021

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo ai suggerimenti che derivano dalla esperienza di Giobbe. La soluzione.

Questi “Commenti” sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
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Se le anime devono morire a milioni per essere salvate,
Così sia: l’umanità Covidiota è depravata.

La soluzione di Giobbe

Dopo che i primi tre capitoli del Libro di Giobbe hanno posto il problema della sofferenza delle anime apparentemente innocenti, nei successivi 34 capitoli, durante la discussione tra Giobbe e i quattro suoi amici, sono emerse tre soluzioni: Eliphaz, Baldad e Sophir sostengono che la sofferenza è sempre una punizione, Eliu che possa essere anche un avvertimento, Giobbe stesso afferma che è un mistero impenetrabile. Ma nel corso della discussione egli aveva più volte chiamato in causa il suo Creatore, per la cui fede in Lui Giobbe sapeva che la sofferenza era venuta su di sé. E così mentre la pazienza di Giobbe era ammirevole – «il Signore ha dato, il Signore ha tolto, benedetto sia il Signore» (I, 21) – tuttavia non era perfetta. Giobbe ha posto a Dio Onnipotente domande a cui rispondere.

Eccole: perché Dio dà la vita alle anime che bramano amaramente la morte (III, 20–21)? Perché sceglie Giobbe per maltrattarlo (X, 2–3)? Perché nasconde il Suo volto a Giobbe e lo tratta come un nemico (XIII, 23–24)? Perché quelli che Lo conoscono ignorano i Suoi giorni (XXIV, 1–2)? E infine, “Oh, se io avessi chi mi ascoltasse! (Ecco la mia firma! Mi risponda l’Onnipotente (XXXI, 35)! Giobbe è un uomo “irreprensibile e retto” (I, 1), ma nella sua estrema sofferenza non disdegna di chiamare in causa l’Onnipotente. Chiaramente, Giobbe non è un Santo di gesso, ma un uomo in carne ed ossa, con reazioni umane.

Tuttavia, Dio Onnipotente conosce la virtù di Giobbe, che è l’unica causa per la quale fu messo alla prova da Satana, e quindi, sebbene Dio non risponda a nessuno e non abbia bisogno di dare una risposta a Giobbe, tuttavia lo farà, non appena Giobbe e i suoi quattro amici hanno affermato le loro opinioni (XXXVIII-XLI). Ora la risposta di Dio non è la risposta che né Giobbe né noi stessi ci saremmo aspettati, perché il Signore Dio non risponde direttamente a nessuna delle domande di Giobbe. Si appella invece alla Sua incommensurabile maestà, infinitamente al di sopra di ogni mero calcolo umano, in alcune delle pagine più sublimi di tutta la Scrittura per la Sua rivelazione di Sé, e che faremmo bene a tenere al nostro fianco, fino a quando il castigo di Dio non porrà fine alle assurdità del Covid e a tutte le sofferenze che scatenerà.

“Va bene, Giobbe. Mi hai interrogato. Ora lascia che ti interroghi (XXXVIII, 2)! Dov’eri tu quando gettavo le fondamenta della terra? Hai mai comandato al mattino, o stabilito l’alba? Hai tu legato insieme le costellazioni o sciolto i legami di Orione? Conosci anche le leggi dei cieli? Dai tu al cavallo la sua forza? È per i tuoi ordini che l’aquila si libra in alto? Il tuo braccio può eguagliare il braccio di Dio o la tua voce può tuonare come la sua? Se nessuno osa provocare il coccodrillo, chi pensi che oserebbe sfidarmi? . . .

Sotto la grandine di tali domande e di molte altre simili, Giobbe ha la saggezza di cedere (XLII, 3–5): “Io non sono nessuno, cosa posso dire? Non ho altro da dire”. Ma gli è stato risposto – Dio è infinitamente al di sopra dei pensieri meramente umani – I Suoi pensieri non sono i nostri, e le nostre vie non sono le Sue (Is. LV, 8, 9). Le domande di Giobbe potrebbero non avere avuto una risposta diretta, ma la sete di Giobbe per alcune risposte è stata affogata nell’imperscrutabile maestà di Dio. E Dio continua ad avvertire Giobbe contro l’orgoglio, come esemplificato in due delle creature più orgogliose di Dio tra i Suoi animali, l’ippopotamo, Behemoth (XL, 15–24), e il coccodrillo, Leviathan (XLI). Giobbe è umiliato e ammette che le sue domande erano fuori luogo: “. . . ho detto ciò che non capivo, cose troppo meravigliose per me, che non sapevo . . . quindi mi disprezzo e mi pento nella polvere e nella cenere” (LI, 2–5).

A conclusione di tutte le sofferenze di Giobbe, Dio incolpa i quattro amici di Giobbe per la loro ignoranza e durezza nei confronti di Giobbe, ma a Giobbe stesso restituisce la famiglia e la prosperità e molto più di prima (XLII, 7–17). Benedette sono quelle anime che non metteranno mai in discussione gli scopi o i piani di Dio attraverso tutto il caos e le ferite che verranno lasciate libere dalle assurdità del Covid nei prossimi anni. Potremmo non sapere cosa stiamo facendo, ma Dio sa dall’eternità cosa sta facendo: portarci in Paradiso!

Kyrie eleison.


                                                                                  


dicembre 2021

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