Lettera del Superiore Generale
agli amici e benefattori, n° 91

  3 settembre 2022


Pubblicata su FSSPX News






Solo la vera Carità potrà trionfare nell’impero dell’egoismo e dell’impurità


Cari fedeli, amici e benefattori,

È capitato spesso nella storia che il mondo abbia improvvisamente avuto l’impressione di risvegliarsi “altro”. Nell’antichità cristiana, per esempio, a un certo punto il mondo fu «sorpreso di risvegliarsi ariano», per usare la celebre espressione di San Gerolamo. Ugualmente, nel XVI secolo, un terzo dell’Europa si risvegliò protestante.
In realtà, questi fenomeni non si sono prodotti nello spazio di una notte, ma sono stati preparati da eventi progressivi. Tuttavia, hanno veramente lasciato l’impressione di una sorpresa perché i contemporanei non si erano resi conto della gravità dei diversi fatti che avevano preparato tali catastrofi. Non si rendevano conto delle conseguenze che tali atti implicavano. In questo senso, dei popoli interi si sono risvegliati ariani o protestanti, e nel momento in cui si sono risvegliati, era già troppo tardi.

Noi viviamo purtroppo una situazione analoga. Constatiamo intorno a noi dei fatti, dei propositi, delle iniziative che ci scandalizzano, ma rischiamo di non coglierne tutta la portata. Spesso, questi elementi sono percepiti come dei fatti che riguardano gli altri, ma che non ci toccheranno mai. Se ne prende coscienza, li si detesta, ma in qualche maniera li si ignora nella vita di tutti i giorni. Questo fa sì che i nostri occhi non sono sempre completamente aperti per cogliere l’influenza ed il pericolo di queste realtà su noi stessi, e soprattutto sui nostri figli.
Occorre dirlo chiaramente: il mondo si sta trasformando in una Sódoma e Gomorra universale. Non potremo sfuggirvi trasferendoci altrove, perché tale trasformazione è universale. Bisogna mantenere la calma, ma prepararsi fin d’ora, con tutti i mezzi a nostra disposizione, per non essere sorpresi al risveglio.


Una Sódoma e Gomorra universale

È sempre penoso fare i profeti di sventura, ma a volte è impossibile evitarlo.
Una cultura diabolica si installa sempre più ogni giorno nel mondo. Dopo aver rifiutato Dio attraverso l’apostasia e l’ateismo, l’umanità contemporanea vuole inevitabilmente sostituirsi a Lui. Ed i risultati sono satanici. E’ l’uomo che pretende di determinare il bene e il male. E’ lui che pretende di scegliere se vivere o morire, se essere un tale o un tal altro, di concedere la vita o di sopprimerla… In breve, di decidere tutto ciò che si riteneva spettasse a Dio, e questo su scala universale.

Ma il peggio in tutto ciò è la volontà manifesta di iniziare gli innocenti a questi principi abominevoli. Un’attenzione particolarissima è rivolta ai bambini e agli adolescenti, allo scopo di introdurli fin dalla più tenera età in questa nuova visione della realtà, di corromperli, e di insegnare loro ciò che solo gli adulti si riteneva dovessero conoscere, e anche ciò che nemmeno gli adulti dovrebbero conoscere in una società ancora umana e sana.
Moralmente parlando, si constata un’autentica volontà di distruggere l’innocenza laddove la si dovrebbe trovare per natura. Siamo a questo punto. Il problema non è solamente il peccato che invade il mondo e contamina tutto al suo passaggio, ma il fatto che tutto questo sia approvato ed imposto.
È il segno che Dio, abbandonato dall’uomo, ha a sua volta abbandonato l’uomo al suo destino.


Le conseguenze del rifiuto di Dio

Nella nuova Sódoma, la fede e l’amore hanno definitivamente lasciato il posto alla menzogna ed all’egoismo.

San Paolo descriveva già nel dettaglio il risultato ultimo dell’apostasia, in termini non equivoci: «Perché, avendo conosciuto Dio, [gli uomini] non lo hanno glorificato come Dio e non Gli hanno reso grazie, ma sono divenuti vani nei loro pensieri, e il loro cuore senza intelligenza è piombato nelle tenebre […]  Così Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito la creatura anziché il Creatore […] Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami […] E poiché non si sono preoccupati di conoscere bene Dio, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata per fare quello che non si deve fare, essendo colmi di ogni specie di iniquità, di malizia, di fornicazione, di cupidigia, di malvagità, pieni d’invidia, di pensieri omicidi, di lite, di frode, di malignità; diffamatori, calunniatori, nemici di Dio, arroganti, superbi, sbruffoni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, senza lealtà, implacabili senza cuore, senza pietà. E, pur conoscendo il giudizio di Dio, che dichiara degni di morte coloro che commettono tali cose, non solo le fanno, ma approvano anche chi le fa» (Rom. 1, 21 ss).


La debolezza degli uomini di Chiesa


Davanti a un tale stato di fatto, la Chiesa uscita dal Concilio si trova in un vicolo cieco. E questo era inevitabile dal momento che il dialogo ha sostituito la predicazione della Verità. La volontà di conformarsi al mondo, di accettarlo tale qual è, senza più condannarlo nei suoi traviamenti, senza più affrontarlo, questa volontà sta portando i suoi frutti estremi. Ci sono già settori considerevoli della Chiesa che predicano apertamente l’accettazione delle abominazioni evocate prima. Altri settori della Chiesa sembrano di non conoscere neanche il nome di ciò che potrebbe opporvisi.
In breve, tutto è pronto per una nuova Sódoma e Gomorra.


La necessità di rimedi appropriati

La prima condizione per ogni possibile soluzione è innanzitutto di aprire gli occhi e di comprendere che questo nuovo paradigma ci tocca tutti quanti siamo. Trovandosi nella cultura dominante, è di conseguenza ovunque: nel linguaggio, nella moda, nell’arte, negli spettacoli, per strada. È nei messaggi che riceviamo continuamente, perché è il prisma proprio della nostra epoca attraverso cui tutto è filtrato e presentato. Dobbiamo esserne più coscienti: l’aria che respiriamo è avvelenata; internet, con il quale siamo sempre più obbligati a vivere e che consumiamo, è avvelenato e veicola la peste, anche negli angoli più reconditi. Tutto questo ci tocca necessariamente. E ancora una volta i più indifesi davanti a questo terribile veleno, sono i bambini ed i giovani, a cominciare da quelli delle nostre famiglie.


L’eroismo cristiano: le sue due caratteristiche essenziali

Ma una volta aperti gli occhi, che fare?
Se Dio permette come non mai questa universalità del male, questo nuovo impero pagano, è certamente allo scopo di suscitare l’eroismo cristiano nel mondo intero. Non si può vivere al di fuori di questo impero, ma ci si può vivere senza essere per questo schiacciati da esso. Possiamo sopravvivere nella misura in cui noi stessi ci “discriminiamo”, cioè in quanto ci teniamo in disparte.

Questo eroismo, che i cristiani hanno già dimostrato negli imperi pagani, ha due tratti caratteristici.
Innanzitutto, esso comincia, si alimenta e si sviluppa nell’oscurità. Ha bisogno di tempo per crescere. Ha bisogno della preghiera per crescere nell’amore di Dio e nell’odio più radicale del peccato. Non ci si arriva in un giorno. I grandi atti esteriori, espressioni di questo eroismo, sono sempre stati, nel corso del tempo, il risultato di una costanza nascosta e di una perseveranza a tutta prova. L’eroismo della Croce presuppone l’oscurità del presepe e della casa di Nazareth. La perseveranza finale sarà data solo a coloro che, nella vita di tutti i giorni, nelle loro azioni più comuni, saranno stati capaci di proteggersi dal male e di astenersi dal peccato con un eroismo che Dio solo – che scruta le reni ed i cuori – conoscerà e ricompenserà. Le dichiarazioni e le azioni esteriori, senza un cuore puro, senza una vera conversione interiore, rischierebbero di lasciarci nell’illusione, perfino nell’ipocrisia.
Fu questo cuore puro, fisso in Dio, che possedeva Abramo e che gli permise di tenersi in disparte da tutto ciò che Sódoma rappresentava. Lot, benché fosse egli stesso un uomo giusto (2Pt. 2, 7-8), scelse tuttavia di stabilirsi a Sódoma e di restarvi: quell’ambiente, malgrado tutto, gli piaceva, e le sue figlie  sfortunatamente non sono sfuggite alle sue cattive influenze.

Il secondo tratto di questo eroismo, che deve manifestarsi nel corso degli anni, è il dono radicale di sé. E’ il segno inequivoco dell’amore. La professione di fede è efficace solo se essa è accompagnata da una vera generosità nel dono di sé a Dio, che fa amare tutto quello che Egli ama come Lui lo ama e fa odiare tutto quello che Egli odia come Lui lo odia. Senza questo amore non si può avere quest’odio e senza quest’odio non si può resistere alla seduzione che diventerà sempre più sottile, profonda e universale, seduzione alla quale la famiglia di Lot non sfuggì completamente.


Credidimus caritati : tre armi privilegiate

Apriamo gli occhi adesso, apriamo gli occhi dei nostri figli, prima di risvegliaci inghiottiti nella nuova Sódoma. Diamo innanzi tutto ai nostri figli la lezione del nostro esempio, del nostro amore e del nostro odio. Non aspettiamo per premunirli. Allontaniamo dalla nostra casa tutto quello che potrebbe contribuire a diffondere lo spirito del mondo, senza compromessi, con una dolce e sana intransigenza. Non siamo né ingenui né deboli: nessuna famiglia, nessuna persona può credersi al sicuro. La corruzione è già molto più profonda di quanto si pensi e la sua progressione è inarrestabile.

Nello stesso tempo, non dimentichiamo che questa battaglia è necessariamente soprannaturale. Non si affrontano gli inganni diabolici con dei mezzi puramente naturali. Questi mezzi soprannaturali si riducono a tre principali, e noi dobbiamo riscoprirli continuamente.

Il primo è la Santa Messa: è per mezzo di essa che Nostro Signore continua a vincere il demonio e il peccato. Non apprezzeremo mai abbastanza questo mezzo in tutto il suo valore, e mai ci appoggeremo abbastanza su di esso. E’ il Prezioso Sangue offerto sui nostri altari che conserverà fino alla fine dei tempi il potere di far germinare la purezza e la verginità, anche in mezzo alla nuova Sódoma. La Messa è il capolavoro dell’amore di Nostro Signore per le anime, ed essa alimenta nelle anime lo stesso amore che le fortifica fino al dono di sé.

Il secondo mezzo è il Santo Rosario. Questo mezzo così ordinario ha particolarmente bisogno di essere riscoperto nelle nostre famiglie. Si tratta di vedervi sempre innanzi tutto il mezzo per immergerci nei grandi misteri della vita di Nostro Signore e della Madonna. Con esso, guidati da Nostra Madre, noi diventiamo capaci di imitarLi nell’offerta fatta da Loro stessi a Dio, nello Loro spirito di sacrificio e nella Loro purezza.
Sfortunatamente, in certi casi, non si riesce più a trovare il tempo necessario per pregare insieme. Il Rosario deve rimanere la prima di tutte attività familiari quotidiane. E’ attorno ad esso che bisogna organizzare la giornata della famiglia. Nelle famiglie in cui questa è la regola, la grazia della perseveranza dei figli non farà difetto.

Il terzo mezzo è certamente il più specifico per ottenere nella situazione attuale la perseveranza: si tratta del Cuore immacolato di Maria. Nella Sua provvidenza, Nostro Signore ha voluto offrirci un rifugio in mezzo a Sódoma e Gomorra. E’ in questo rifugio che noi dobbiamo entrare. Cioè dobbiamo stabilire tra il nostro cuore e quello della Vergine una tale intimità da poter conoscere e ammirare la vita interiore della Vergine, condividere i suoi desiderii, le sue gioie. le sue pene e le sue preoccupazioni. Condividere anche e soprattutto la sua volontà di cooperare senza riserve all’opera della Redenzione.

Cosa andremo a scoprire in questo Cuore che non potremmo trovare altrove? Vi troveremo soprattutto quella Carità irresistibile che rende le anime invincibili. E’ in esso che si nasconde il segreto della vittoria ed è in esso che dobbiamo andarlo a cercare.
Quando un’anima ama veramente è pronta ad affrontare qualsiasi prova. Tutti i timori legittimi e comprensibili spariranno: ogni debolezza svanirà, ogni eroismo diventerà possibile.
In effetti, tutto ciò che abbiamo richiamato nelle poche riflessioni che precedono si riassume in una questione di amore radicale. L’amore vero, la Carità che Dio diffonde nei nostri cuori, vince sempre. Quando l’amore regna soggioga tutto. L’amore di cui parliamo non è sinonimo di debolezza, ma di forza. E’ l’arma alla quale niente può resistere.
Solo l’amore delle anime pronte al martirio potrà trionfare nell’impero dell’egoismo e della impurità. Ed è proprio nel Cuore della Vergine che noi troveremo l’esempio e la fonte di questo amore che non esiste più nel mondo, ma che deve essere il nostro.
Credidimus Caritati.

Dio vi benedica!

Menzingen, 3 settembre 2022,
nella festa di San Pio X.

Don Davide Pagliarani, Superiore Generale







settembre 2022

Ritorna a Documenti
Ritorna al Sommario Articoli Diversi