Eleison Comments DCCCXXIV

“EXCOMMUNICATIONS” — HINDSIGHT


Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  29 aprile 2023

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo alla retrospettiva delle scomuniche inflitte alla Fraternità San Pio X.


Questi “Commenti” sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
http://stmarcelinitiative.com/eleison-comments/iscrizione-eleison-comments/?lang=it



I “buoni” modernisti non conoscono più la Chiesa.
Il “buon” Cardinale Ratzinger ci ha piantato in asso
.


“Scomuniche” - Col senno di poi

Il 16 marzo scorso, don Edward MacDonald, capo effettivo della “Resistenza” Cattolica in Australia e Nuova Zelanda, ha scritto un eccellente articolo per i suoi fedeli, sulla cosiddetta “scomunica” dei quattro vescovi consacrati da Mons. Lefebvre il 30 giugno 1988 a Ecône in Svizzera. L’articolo mostra chiaramente come i modernisti di Roma abbiano messo in difficoltà i successori di Monsignore alla guida della FSSPX, paralizzando di fatto la difesa della vera Fede Cattolica da parte della Fraternità, impedimento che verrà rimosso solo quando i successori di Mons. Lefebvre saranno disposti a ritornare, nei fatti e non solo a parole, alla chiara collocazione della Fede integrale di Monsignore al di sopra della falsa “obbedienza”.

In ogni accordo tra la FSSPX e Roma la questione cruciale è sempre stata: chi nominerà d’ora in poi i vescovi della FSSPX? (1). Il motivo è che la storia della Chiesa Cattolica è costellata di esempi di lotta tra amici e nemici di Dio – di norma rispettivamente Chiesa e Stato – per il controllo della nomina dei vescovi Cattolici, perché, essendo la Chiesa Cattolica una monarchia e non una moderna “democrazia”, sono i vescovi a formare il popolo cattolico e non il popolo a formare i vescovi.

Sia Mons. Lefebvre che il cardinale Ratzinger lo capirono bene quando si incontrarono vicino a Roma nel 1988 per negoziare un tale accordo. L’astuto Cardinale stava per strappare a Mons. Lefebvre il controllo della nomina dei vescovi della FSSPX con il Protocollo (abbozzo di accordo) firmato dai due il 5 maggio, ma, per grazia di Dio, Monsignore si  rese conto che stava mettendo a repentaglio la Fede, ritirò la sua firma il giorno successivo, il 6 maggio, e assistito da Mons. de Castro Mayer consacrò vescovi, il 30 giugno, quattro dei suoi sacerdoti con l’“Operazione Sopravvivenza”. Dichiarò di non aver violato alcuna legge della Chiesa: “Siamo convinti che tutte queste accuse o sanzioni di cui potremmo essere oggetto, sono nulle, assolutamente nulle e non ne terremo conto” (2). La FSSPX spiegò perché Monsignore aveva ragione in un opuscolo intitolato “Né Scismatici né Scomunicati”.

Tuttavia, circa 20 anni dopo, Mons. Fellay ritenne che le “scomuniche” precedentemente considerate nulle e non valide, dovessero essere prese sul serio, perché si sentiva come se fosse fuori dalla “Chiesa Visibile” (3). Quanto al cardinale Ratzinger, lui non aveva mai ammesso che Mons. Lefebvre lo avesse battuto nel 1988, quindi, anche successivamente, come Papa Benedetto, era ancora determinato a controllare la nomina dei vescovi della FSSPX.
Una condizione preliminare per ammettere la FSSPX nella “Chiesa Visibile” era che Papa Benedetto togliesse le “scomuniche” ai quattro vescovi della FSSPX. La FSSPX pregò perché ciò accadesse e gioì quando le “scomuniche” furono effettivamente “revocate” dal Papa. Incautamente, la FSSPX espresse gratitudine al Papa per la sua (soggettiva) buona volontà e generosità.

Ma nel 2023 la FSSPX ha ormai moltiplicato i suoi legami con la “Chiesa Visibile”. I suoi vescovi sono più anziani e la salute di alcuni di loro si è deteriorata. I fedeli si chiedono perché non ci siano nuovi vescovi. Perché la FSSPX si è messa in un angolo. Chiedendo la revoca di queste “scomuniche” nulle e non valide, la FSSPX ha implicitamente riconosciuto che erano reali, e implicitamente ha promesso che non avrebbe mai più consacrato vescovi senza l’approvazione di Roma, come fece Monsignore nel 1988. Questo dimostrerebbe una grande “ingratitudine” nei confronti di Papa Benedetto, e meriterebbero di essere ri-scomunicati.

Così, durante la sua vita, Mons. Lefebvre vinse le battaglie con Roma, ma i suoi successori, privi della chiarezza della sua fede e della sua comprensione del tradimento del modernismo, non sono stati i guerrieri come lo era lui, e non hanno visto come gli inganni (oggettivi) dell’astuto Benedetto/Ratzinger avevano strappato loro il controllo dei loro futuri vescovi, paralizzando così, di fatto, la FSSPX.
Ecco come Papa Francesco o il suo successore sceglieranno il prossimo o i prossimi vescovi della FSSPX, i quali formeranno i sacerdoti e i fedeli della FSSPX, integrandoli definitivamente nella Chiesa Conciliare. Probabilmente ci sarà solo un mormorio di protesta, dato che i fedeli della FSSPX vengono sempre più dolcemente ingannati a credere nel Cattolicesimo “aggiornato” del Vaticano II.

Note:
1. Commenti Eleison n.116, 26 settembre 2009.
2. http://www.unavox.it/Documenti/Doc0256_Omelia_Lefebvre_30.6.1988.html
3. Molte chiese “Cristiane” sono visibili, quindi la visibilità non è uno dei marchi dell’unica vera Chiesa che la distinguono dalle false “chiese”. I Cattolici devono essere dove ci sono i quattro marchi: Una, Santa, Cattolica e Apostolica. E se una “chiesa” visibile non ha tutti e quattro i marchi, sia anatema. Dobbiamo evitarla.


Kyrie eleison



                                                                                  


aprile 2023

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