Eleison Comments DCCCXXXI

SOLZHENITSYN SEES


Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  17 giugno 2023

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo alla testimonianza di Solzhenitsyn ripresa da suo “Arcipelago Gulag”.


Questi “Commenti” sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
http://stmarcelinitiative.com/eleison-comments/iscrizione-eleison-comments/?lang=it



L’artista vede il bagliore della nostra “città in fiamme”
Ma gli uomini si rivolgeranno a Dio?
No? È triste!



Solzhenitsyn lungimirante

Alexander Solzhenitsyn (1918–2008) è stato uno scrittore russo reso famoso dalla sua forte e chiara denuncia del Comunismo Sovietico nella sua opera più nota, “Arcipelago Gulag” (1973). Questo libro in tre volumi ha avuto un ruolo fondamentale nel mostrare al mondo gli orrori del Comunismo, ed è stato il frutto della sua conversione ai più antichi valori di Dio e della Patria, avvenuta durante gli otto anni di prigionia nei gulag sovietici, o campi di prigionia (1945–1953).
Il testo che segue è un estratto, leggermente adattato, di un discorso tenuto al National Arts Club di New York nel 1993. Esso mostra la sua chiara comprensione delle arti moderne come riflesso di una grave mancanza di vita spirituale nelle anime, in Occidente come in Oriente.

Il mondo intero sta vivendo un secolo di malattia spirituale, che si riflette necessariamente nelle arti. Un senso di confusione sul mondo è sorto non solo negli Paesi ex-comunisti, ma anche in Occidente, dove un aumento senza precedenti dei benefici materiali e standard di vita sempre migliori sono stati accompagnati da un’erosione e da un oscuramento degli alti ideali morali ed etici. L’asse spirituale della vita si è indebolito e ci sono artisti ai quali il mondo sembra ormai privo di senso, come un assurdo mucchio di spazzatura.
Sì, la cultura mondiale oggi è in una crisi molto grave.

Una via d’uscita è stata quella di ricorrere a nuovi metodi ingegnosi, come se non ci fosse mai stata una crisi, come se, modificando il mezzo, si potesse compensare la mancanza di messaggio. Speranze vane. Nulla di valore può essere costruito trascurando i significati più elevati, o con una visione relativistica dei concetti e della cultura nel suo complesso.
In effetti, si può scorgere qui sotto la superficie qualcosa di più grande di un fenomeno confinato all’arte, non con la luce, ma con un inquietante bagliore cremisi, come quello di una città in fiamme . . .

Perchè sotto questi diffusi e apparentemente innocenti esperimenti di rifiuto della tradizione “antiquata”, si nasconde una profonda ostilità nei confronti di qualsiasi spiritualità.
Questo culto incessante della novità, con la sua affermazione che l’arte non deve essere necessariamente buona o pura, basta che sia nuova, più nuova e ancora più nuova, nasconde un ostinato e persistente tentativo di minare, ridicolizzare e sradicare tutti i precetti morali. Come se non esistesse un Dio, una verità, come se l’universo fosse caotico, non ci fossero assoluti e tutto fosse relativo.

Infatti, in questi ultimi decenni del XX secolo, la letteratura, la musica, la pittura e la scultura mondiali hanno mostrato una tendenza ostinata a crescere non in alto, ma di lato, non verso le più alte conquiste della maestria e dello spirito umano, ma verso il basso, verso la loro disintegrazione in una frenetica e torbida “novità”.
Per decorare gli spazi pubblici si mettono in piedi sculture che pretendono che la pura bruttezza meriti la nostra attenzione . . . cosa che non ci stupisce nemmeno più.
Se fantomatici esseri dello spazio captassero la nostra musica moderna via etere, come potrebbero mai immaginare che i terrestri hanno avuto un tempo un Bach, un Beethoven o uno Schubert, che oggi sono abbandonati come se fossero fuori moda e obsoleti?

Se noi, creatori d’arte, ci sottometteremo obbedienti a questa deriva, se smetteremo di tenere a cuore la grande tradizione culturale dei secoli precedenti e le basi spirituali da cui è nata quella nobile tradizione, contribuiremo a una pericolosissima caduta dello spirito umano, a una degenerazione dell’umanità in una sorta di stato inferiore, più vicino al mondo animale. Eppure, è difficile credere che permetteremo che questo accada. Anche in Russia, così terribilmente malata in questo momento (1993), aspettiamo e speriamo che dopo il coma e un periodo di silenzio, sentiremo il respiro della letteratura russa risvegliarsi, e osserveremo nei nostri fratelli più giovani l’arrivo di forze nuove e fresche in nostro aiuto. 

Kyrie eleison



                                                                                  


Giugno 2023

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