Eleison Comments DCCCXXXV

TWO KINDS of BISHOP – I


Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  15 luglio 2023

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo alla differenza tra i vescovi della Fraternità San Pio X e i vescovi della “Resistenza” - Parte prima.


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Quando i vescovi provengono dai nemici della Verità,
Come potranno mai difendere la Fede?



Due tipi di vescovo - I

Sia la NeoFraternità San Pio X, sia i sacerdoti che l’hanno lasciata per unirsi al movimento non strutturato noto come “Resistenza”, sono ben consapevoli di quanto i vescovi siano indispensabili per la sopravvivenza della Chiesa Cattolica. Tuttavia, essi hanno idee piuttosto diverse su come garantire la presenza di tali vescovi in futuro.
Il Concilio Vaticano II ha separato l’Autorità Cattolica dalla Verità Cattolica, una separazione che è al centro della crisi che la Chiesa sta vivendo dagli anni Sessanta. In generale, la NeoFraternità privilegia l’Autorità rispetto alla Verità (senza abbandonare completamente la Verità), mentre la “Resistenza” privilegia la Verità rispetto all’Autorità (senza abbandonare completamente l’Autorità).
Perciò la NeoFraternità sta ancora aspettando l’approvazione Romana o Conciliare per avere i nuovi vescovi di cui ha disperatamente bisogno, mentre la “Resistenza” sta creando vescovi per se stessa, senza tale approvazione, come fece l’Arcivescovo Lefebvre per la Fraternità originale nel 1988, con grande successo per la Fede.

Per dimostrare che la NeoFraternità sta ancora aspettando l’approvazione di Roma per avere nuovi vescovi, dovrebbe essere sufficiente una dichiarazione dell’anno scorso del Vescovo Fellay a un giornalista spagnolo a Madrid. Alla domanda su cosa farà per avere nuovi vescovi, la sua risposta, in sostanza, è stata: faremo esattamente come fece l’Arcivescovo Lefebvre a suo tempo. Quando si presenterà l’urgenza e la necessità, faremo come lui, chiedendo a Roma, e poi, a seconda della risposta, faremo come ci dice il Buon Dio. Vedo una nuova apertura, che è diventata più visibile negli ultimi anni: non escludo che nel prossimo futuro vescovi della Chiesa Cattolica ci sostengano anche in pubblico e, se ciò accadrà, potrebbe rendere superflua la Consacrazione di propri vescovi da parte della Fraternità.


Due punti richiedono un commento.
In primo luogo, è vero che l’Arcivescovo ha negoziato con Roma, nel maggio del 1988, per ottenere dall’Autorità Romana il via libera alla prevista consacrazione di quattro vescovi per la Tradizione, cioè per la Verità. Tuttavia, a un certo punto di quelle trattative, si rese conto che il Cardinale Ratzinger stava talmente temporeggiando per fissare una data per le consacrazioni da rifiutarsi, in pratica, di concedere il permesso, teorico, di Roma per un solo vescovo. A quel punto per l’Arcivescovo fu chiaro, una volta per tutte, che l’Autorità Romana si rifiutava di occuparsi della Verità e, fino alla sua morte avvenuta nel 1991, interruppe ogni contatto con i Romani, a meno che, come disse, non fossero tornati alla Fede Cattolica.
Ora, nel 2023, vi sono tornati? Ovviamente no: Pachamama e Traditionis Custodes sono solo due esempi della loro guerra, più aspra che mai, alla Verità cattolica. Allora come può Mons. Fellay affermare che sta facendo “esattamente lo stesso” dell’Arcivescovo?
In secondo luogo, nella dichiarazione di cui sopra, non solo Mons. Fellay ha un’idea molto diversa dall’Arcivescovo di ciò che l’Autorità infedele farà per servire la Fede, ma prevede chiaramente la possibilità che la NeoFraternità ricorrerà a consacrazioni episcopali “valide” da parte di vescovi della NeoChiesa, cioè secondo il rito di consacrazione post-conciliare, fabbricato da massoni come l’Arcivescovo Bugnini con l’intenzione di introdurre un’ombra di dubbio sulla loro validità.
Mons. Fellay pensa che l’Arcivescovo avrebbe fatto ricorso a un rito così insicuro?
Al contrario, la “Resistenza” ha seguito l’esempio pionieristico dell’Arcivescovo nel 1988, procurandosi i propri vescovi per la Verità e la Tradizione. Tra il 2015 e il 2017 ci sono stati i Vescovi Faure, Tomas e Zendejas, che da allora hanno sicuramente lavorato con successo per la Tradizione, e più recentemente, ma privatamente, il vescovo Ballini per l’Irlanda (2021) e il vescovo Stobnicki per la Polonia (2022).
Ma perché questa riservatezza? In effetti la riservatezza non è naturale per le cerimonie di consacrazione dei vescovi cattolici, ma gli anni 2020 non sono più gli anni 2010, né tanto meno gli anni ‘80. I motivi sono stati, in primo luogo, permettere a un numero sempre maggiore di cattolici di mettersi al passo con la necessità impellente della Chiesa di seguire l’esempio dell’Arcivescovo Lefebvre, dando più priorità alla Verità e meno importanza a quell’Autorità conciliare che è priva di Verità; in secondo luogo, per ritardare lo sventolio di una pezza rossa sotto il naso del Nuovo Ordine Mondiale, che ogni giorno che passa è più potente e più maligno.
Di seguito la breve autobiografia del vescovo Stobnicki.

Sono nato nel 1987 in una famiglia cattolica polacca, mi sono diplomato nel 2006 e sono entrato nella FSSPX su consiglio di anziani sacerdoti polacchi. Nel 2008 sono stato bruscamente allontanato dal seminario della FSSPX di Zaitzkofen, perché ero in contatto troppo stretto con Mons. Williamson, ma ho continuato la mia formazione sacerdotale sotto la direzione di anziani sacerdoti polacchi e di due vescovi tradizionali. Nel frattempo, nel 2014 mi sono laureato in legge e ho lavorato per un po’ come avvocato. Nel 2013 ho preso nuovamente contatto con Mons. Williamson quando è stato espulso dalla neo-FSSPX. Nel 2016, egli ha iniziato a venire regolarmente in Polonia e ha ritenuto opportuno ordinarmi sacerdote il 1° luglio 2017. Nei cinque anni successivi, i frutti del mio ministero sacerdotale in Polonia sono stati tali (e – sicuramente un buon segno – la conseguente violenta opposizione ad esso) che sono stato consacrato da Mons. Williamson come vescovo, in privato ma con testimoni, il 15 agosto 2022.
Con un altro sacerdote, anch’egli ordinato da Mons. Williamson, serviamo ora 17 centri di Messa in Polonia, il che include finora nove cerimonie di Cresima e la riordinazione condizionata di sei sacerdoti. È continuata anche la violenta opposizione, fino al sabotaggio, forse con intento omicida, della mia auto.
Insediare la “Resistenza” in Polonia è stato un duro lavoro, ma il mio confratello e io ci stiamo prendendo cura di molte buone e volenterose anime.
Grazie a Dio e alla Madonna, Regina della Polonia.

 

Kyrie eleison



                                                                                  


Luglio 2023

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