Eleison Comments DCCCXXXVI

TWO KINDS of BISHOP – II


Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  15 luglio 2023

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo alla differenza tra i vescovi della Fraternità San Pio X e i vescovi della “Resistenza” - Parte seconda.


Questi “Commenti” sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
http://stmarcelinitiative.com/eleison-comments/iscrizione-eleison-comments/?lang=it



Si dice che il lupo perde il pelo ma non il vizio . . .
Roma è in mano al nemico . . . uniamo le due cose!


Due tipi di vescovo - II

Tempora mutantur, nos et mutamur in illis”, dicevano i Latini. In italiano, “i tempi cambiano e noi cambiamo con essi”. E noi cambiamo con essi. E poiché Dio ha creato questo nostro mondo per popolare il Suo Cielo di angeli e di esseri umani che meritino di partecipare alla Sua beatitudine eterna; e poiché, per punire la Caduta di Adamo ed Eva, ha permesso che il più alto degli angeli caduti diventasse “il Principe di questo mondo” (Gv. XII, 31; XIV, 30; XVI, 11); e poiché il mondo, la carne e il Diavolo insieme, creano una potente corrente che travolge un enorme numero di anime gettandole nella perdizione eterna; allora ognuno di noi deve fare in modo che con il passare del tempo possa cambiare in meglio, avvicinandosi a Dio, e non in peggio, allontanandosi da Lui.

Il Concilio Vaticano II (1962–1965) è stato un esempio catastrofico di come milioni di cattolici siano stati sviati da Dio anche sotto l’apparenza di essere condotti verso di Lui, e l’inganno di massa continua.
Così, nel mezzo del grande declino della Chiesa cattolica dopo il concilio Vaticano II, Mons. Lefebvre (1905–1991) realizzò l’impresa miracolosa di creare all’interno della Chiesa una Congregazione Sacerdotale per opporsi al declino imposto a tutta la Chiesa dai suoi più alti funzionari a Roma e nelle diocesi.
Si trattava della Fraternità di San Pio X, ufficialmente condannata, in apparenza, dal Papa e dai suoi successori ma, in realtà, la custode della vera Fede, con la grazia di Dio e con il sostegno di un residuo di veri cattolici in tutto il mondo.
Per salvare la sua Fraternità e proteggere questi cattolici, nel 1988 Monsignore decise, contro l’espresso divieto dei Romani, di consacrare quattro suoi sacerdoti come vescovi che, per due decenni, hanno reso un servizio almeno esteriormente fedele alla Verità Cattolica e quindi alla Chiesa.

I tempi, però, stavano cambiando, e con loro stavano cambiando i dirigenti della Fraternità che Monsignore aveva lasciato dopo di sé alla sua morte nel 1991.
Nel giro di pochi anni, i contatti tra la Fraternità e Roma, che Monsignore aveva interrotto nel 1988 “fino a quando Roma non sarebbe tornata alla Fede Cattolica”, vennero ripresi con discrezione, per non dire segretezza, anche se Roma stava attuando sempre più il falso “rinnovamento” Conciliare. La discrezione o la segretezza di questi contatti era necessaria per non spaventare le anime di entrambe le parti che – giustamente – non potevano credere che il cattolicesimo e il conciliarismo potessero essere riconciliati. Bisognava dare tempo a queste anime, da una parte e dall’altra, perché cambiassero abbastanza da accettare che non c’è contraddizione inconciliabile tra la Fede e il Vaticano II.

Certo, col tempo gli uomini sono cambiati e nel 2012 i dirigenti della Fraternità erano pronti per sanare la contraddizione. E così, nel Capitolo non elettivo di quell’anno, cambiarono ufficialmente la politica del loro Fondatore del “nessun accordo pratico senza un accordo dottrinale”, cioè la Fede al primo posto, con una politica del “non ci può essere accordo dottrinale, quindi dobbiamo accontentarci di un accordo pratico”, mettendo la dottrina al secondo posto e l’accordo al primo, cosa che lo stesso Monsignore, dopo il 1988, non avrebbe mai fatto.
Infatti, come si legge in questi “Commenti” della scorsa settimana, nelle trattative con Roma del maggio 1988, egli riteneva che la prevaricazione del cardinale Ratzinger avesse dimostrato una volta per tutte che Roma non avrebbe protetto la Tradizione.

Ma, si potrebbe obiettare, cosa c’è di sbagliato in un accordo pratico quando un accordo dottrinale si rivela impossibile, come era chiaro dopo le infruttuose discussioni dottrinali Roma-FSSPX del 2008–2011? Quello che non va è ciò che Monsignore aveva ben compreso: da qualsiasi accordo pratico in poi, la debole Fraternità si sarebbe legata alla forte Roma, e l’unico e vero peso della Fraternità, la sua dottrina della Verità, avrebbe contato sempre meno fino a essere virtualmente abbandonata, e la Fraternità sarebbe stata annullata, come la Roma infedele, la Roma conciliare, ha sempre desiderato.
Sicuramente il vescovo Huonder, con tutta la sua possibile buona volontà – Dio solo lo sa – viene preparato nel 2023 da entrambe le parti per dare un contributo significativo a tale annullamento – Dio solo lo sa.
 

Kyrie eleison



                                                                                  


Luglio 2023

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